Effetto caldo, rincari di frutta e verdura: ecco di quanti e quali prodotti. Il clima pesa in tavola

Coldiretti: le temperature torride bruciano i raccolti, perdite fino al 90%

Effetto caldo, rincari di frutta e verdura: ecco di quanti e quali prodotti. Il clima pesa in tavola
Effetto caldo, rincari di frutta e verdura: ecco di quanti e quali prodotti. Il clima pesa in tavola
di Michele Di Branco
Sabato 22 Luglio 2023, 22:18 - Ultimo agg. 23 Luglio, 15:11
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Come se non fossero già sufficienti i rincari a doppia cifra della frutta, causati dalle alluvioni primaverili, seguiti a ruota da quasi tutta la filiera alimentare, adesso ci si mette anche l’allarme spaghetti. Lo stop della Russia all’accordo Onu per l’export alimentare dell’Ucraina, i raid che hanno distrutto 60mila tonnellate di grano e il crollo della produzione fino al -60% per gli effetti del clima, rischiano di scatenare uno tsunami che si riverserà direttamente sulle tasche delle famiglie.

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Secondo i calcoli di Assoutenti un nucleo di 4 persone, che già arriva a spendere in media in Italia 1.320 euro annui per pane e cereali (pasta, riso, gallette, crackers, e derivati vari), ora si vedrà incrementare la spesa di altri 132 euro, il 10% in più.

Infatti il prezzo della pasta, oggi attorno ai 2,09 euro al kg, si avvia a salire ad una media nazionale di 2,29 euro. Il prezzo del pane, invece, che oggi è attorno ai 3,9 euro al kg, dovrebbe arrivare a una media di 4,3 euro al kg. Il mix micidiale di caldo record, effetti post alluvione, guerra in Ucraina, unito alle solite speculazioni, mantiene alto il listino alimentare, nonostante la frenata fotografata dall’Istat a giugno. C’è stato, è vero, un rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”, ovvero quell’insieme di beni che comprende gli alimentari, e i prodotti per la cura della casa e della persona che a giugno è stato pari a al 10,5%. Ma il tema degli alimentari continua a inquietare consumatori e non solo. I prezzi del comparto, infatti, sono leggermente rallentati ma continuano comunque a mostrare un andamento particolarmente sostenuto. 


LA DINAMICA
Nel complesso, a livello tendenziale le quotazioni dei beni alimentari sono scese dal +11,4% di maggio al +10,7%, essenzialmente per effetto del rallentamento dei prezzi dei prodotti lavorati (che passano da +13,2% a +11,5%), solo in parte compensata dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +8,8% a +9,4%. E il fattore caldo sta peggiorando il quadro. Con l’aumento delle temperature cambiano le abitudini alimentari degli italiani, che aumentano i consumi di prodotti freschi come frutta e verdura mentre spariscono dalle tavole i prodotti più grassi come insaccati e alcuni tipi di carne (il cui prezzo è salito in media del 6,4%). Una modifica della dieta che si trasforma in una stangata per le tasche dei cittadini, considerato che i prezzi dei beni alimentari tipici dell’estate stanno subendo fortissimi rincari su tutto il territorio.


GLI AUMENTI
I rincari, secondo l’ufficio studi dei consumatori, interessano tutti i beni alimentari: il riso costa il 32% in più rispetto allo scorso anno, i pomodori il 12,8% in più, mentre la voce radici, bulbi, funghi e altri vegetali (finocchi, carote, cipolle, aglio, asparagi, carciofi) ha subito aumenti medi del 23,6%; le patate sono rincarate addirittura del 26,9%, e per condire una pietanza con olio d’oliva occorre mettere in conto una maggiore spesa del 26,7%. Per la verdura fresca si spende in media il 17,8% in più, con punte del +22% per i cavoli. Male anche la frutta fresca: gli aumenti sono in media dell’8,3% con punte del 16% per le arance e del 15,2% per i frutti a bacca (uva, kiwi, more, mirtilli). Va anche peggio per i gelati, che rincarano del 18,9% su base annua, mentre per una birra si spende in media il 13,2% in più (+15,8% per quelle non alcoliche). Le bevande gassate aumentano del 19.5%, i succhi di frutta del 15.8% e sono più cari anche aperitivi alcolici (+10%) e acqua minerale (+11,9%). E la situazione, sul versante agrofrutticolo, potrebbe ulteriormente peggiorare nei prossimi mesi a causa delle ripercussioni del deterioramento dei raccolti. Coldiretti denuncia infatti che il caldo torrido sta bruciando frutta e verdura nei campi provocando la perdita del raccolto che in alcune aziende arriva fino al 90%, dai peperoni ai meloni, dalle angurie all’uva, dai pomodori alle melanzane. 

 

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