Si fa presto a dire rinnovabili. Il caro-energia corre come un'auto sportiva, mentre lo sviluppo delle fonti green avanza al passo di una Cinquecento per colpa della burocrazia. Secondo Confindustria, a livello nazionale l'iter autorizzativo per gli impianti di produzione da fonti rinnovabili, incluso l'allacciamento alla rete elettrica, richiede mediamente 109 mesi. Nove anni. Ecco perché il governo, come annunciato dal premier Mario Draghi, in queste ora lavora a una serie di semplificazioni che avranno lo scopo di favorire e accelerare la diffusione degli impianti per la produzione di energia green. Impianti che oggi coprono meno di un terzo della domanda. È quanto emerge dai dati Terna relativi al mese di gennaio: la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale sottolinea che il fabbisogno di elettricità nel nostro Paese è stato pari il primo mese dell'anno a 27,5 miliardi di kWh e che le fonti rinnovabili hanno coperto il 30% della domanda elettrica. Troppo poco. Fanno da tappo normative obsolete, sovrintendenze che si oppongono, norme regionali che cambiano da un territorio a un altro.
Gli obiettivi
Per centrare l'obiettivo della transizione energetica il nostro Paese dovrà installare entro il 2030 ben 80 Gw di rinnovabili, sarebbe a dire 8 Gw ogni anno, che non sono affatto pochi se si considera che nel 2021 l'asticella si è fermata a 1 Gw.
I dettagli
Nel mirino anche le Regioni, come il Lazio, che hanno posto moratorie allo sviluppo delle nuove installazioni da fonti rinnovabili, in attesa di identificare le aree idonee alle installazioni. Il Lazio ad agosto ha previsto la sospensione alle autorizzazioni ai nuovi impianti eolici e solari a terra per otto mesi. Insomma, non c'è più tempo da perdere. Tra i settori più energivori figura il comparto manifatturiero, responsabile di circa il 40% dei consumi elettrici nazionali, seguito dalla metallurgia e dal commercio. Ma se pannelli fotovoltaici e pale eoliche faticano a conquistare lo Stivale è anche per effetto degli eccessi del Nimby (non nel mio cortile) e del Nimto (non durante il mio mandato). Nel 2018, stando all'ultimo rapporto diffuso dal Nimby Forum, il comparto energetico assorbiva da solo il 57% delle contestazioni Nimby e Nimto, con 182 impianti energetici sotto tiro, di cui oltre il 73% da fonti rinnovabili. Parliamo di 133 impianti di energia rinnovabile che nel 2018 hanno registrato una frenata dell'iter autorizzativo per effetto di contestazioni provenienti dalla società civile e dalla politica.