Gli italiani che versano imposte a beneficio non solo di se stessi ma in favore anche degli altri sono pochi: appena 14 ogni 100 contribuenti. Mentre un contribuente su due paga poco o nulla di Irpef. L’Italia che emerge dal rapporto Itinerari previdenziali appena diffuso dall’Inps smentisce, dati alla mano, l’ipotesi semplicistica del Nord che aiuta il Sud. Tuttavia nelle analisi riportate ci sono non pochi passaggi che insistono nell’alimentare tale pregiudizio.
Ma stiamo ai fatti.
Il punto è che quell’86% di contribuenti che versa poco non coincide banalmente con il Mezzogiorno. Al Sud, per la precisione, ci sono 11,2 milioni di contribuenti che dichiarano meno di 35mila euro e 1,2 milioni che dichiarano di più. Al Centro il rapporto è 7,1 milioni che paga poco contro 1,3 milioni che paga molto. Al Nord 17,3 milioni di contribuenti sotto i 35mila euro dichiarati e 3,3 milioni oltre. Il totale delle imposte versate dal Nord è consistente - il 57% del totale - ma dovuto appunto a una fettina di contribuenti agiati. Infatti in tutte le regioni italiane e province autonome i contribuenti oltre i 35mila euro sono una minoranza, sia pure ovviamente più presente nelle aree ricche. Ma a essere aiutati dalla fiscalità generale sono 6 milioni di contribuenti lombardi, 3,1 milioni di veneti, 2,9 milioni di emiliano-romagnoli così come 2,9 milioni di contribuenti campani e 2,6 milioni di siciliani. L’Italia “assistita”, insomma, è diffusa sul territorio e a tirare la carretta è una minoranza nella quale sono compresi gli 1,2 milioni di meridionali che dichiarano oltre i 35mila e quindi aiutano anche i 24 milioni di contribuenti a basso reddito che risiedono al Centronord.
Dalla lettura del report Itinerari previdenziali, l’osservatorio presieduto dall’economista Alberto Brambilla, emergono però pillole che sembrano scritte per alimentare tensioni territoriali, persino contro Roma, accusata di beneficiare della presenza del Vaticano. Quando si parla di Italia si legge: «Siamo un Paese di poveri: il 47% degli italiani non ha redditi e di conseguenza vive a carico di qualcuno». Ma se ci si sofferma sul Mezzogiorno la valutazione cambia e la povertà del Sud diventa “apparente”: «Quanto esposto - si legge - descrive un Paese spaccato con il Nord sviluppato, un Centro che gli si avvicina trainato dal Lazio rafforzato dalle istituzioni politiche, internazionali e vaticane e un Sud, “apparentemente” povero; che così però non è se si considerano ad esempio i consumi totali regionali raffrontati al Pil che sono disallineati rispetto ai redditi». Però i dati sui consumi certificano una spesa mensile per famiglia di 3.051 euro in Lombardia e 1.839 in Calabria.