BERLINO - Ci sono sostanziali differenze sulle strade che la Germania dell’automotive imboccherà quando, alla luce dei risultati elettorali di ieri, si formerà un nuovo Governo. E, soprattutto, quando i componenti dell’alleanza (a due o tre) alla guida del Bundestag metteranno nero su bianco nel programma per il prossimo mandato, com’è abitudine, anche gli argomenti ambiente, industria e automobile. Le coalizioni ‘Semaforo’ o ‘Giamaica’ - così chiamate per la combinazione dei colori dei partiti - potrebbero influire non solo sul futuro della Germania che viaggia in automobile e che lavora per l’automobile, ma anche influenzare le scelte di Bruxelles e, quindi, spostare con effetto domino le scadenze (come il divieto di vendere modelli benzina e diesel) che preoccupano non poche aziende e soprattutto le fasce più deboli dell’utenza.
A poche ore dal voto l’autorevole magazine Automobilwoche traccia una attenta analisi delle opzioni in gioco, concentrandosi essenzialmente su una ipotesi ‘Semaforo’ guidata da Olaf Scholz (SPD) con Verdi e FDP e una ‘Giamaica’ guidata da Armin Laschet (CDU) anche in questo caso alleata con Verdi e FDP. Se la guida della Germania dovesse passare alla coalizione ‘Semaforo’ composta da SPD, Verdi e FDP la situazione potrebbe essere davvero contraddittoria: dai Verdi arriva infatti la richiesta del divieto di vendita dei modelli con motori a combustione dal 2030, ma il Partito Liberale Democratico (FDP) respinge questa ipotesi e si basa invece sull’apertura tecnologica e sui combustibili sintetici, gli e-fuel, da utilizzare anche nei motori termici. L’ago della bilancia - vista anche la forza della SPD - potrebbe dunque essere nelle mani del partito vincitore che, nel manifesto elettorale, non si è impegnato a vietare i motori a combustione.
Inoltre i divieti concreti operativi già nel 2030 non potrebbero essere attuati con i socialdemocratici, poiché i grandi sindacati lo rifiutano chiaramente. Se dunque al Bundestag s’insediasse il ‘Semaforo’ il destino del motore a combustione (e quindi anche la velocità del passaggio all’elettrico) potrebbe resterà nelle mani del mercato, con grande soddisfazione di alcuni importanti brand tedeschi che avevano ribadito anche al recente IAA Mobility di Monaco la centralità del cliente.
Se dovesse passare invece una coalizione ‘Giamaica’ con CDU, Verdi e FDP sarebbe ancora più probabile il congelamento di un divieto generale sulla immatricolazione dei veicoli con motori a combustione, poiché i Verdi (favorevoli) non sarebbero in grado di far valere questa richiesta contro le posizioni della CDU e FDP, entrambi contrari. Nel suo programma la CDU aveva inserito la promozione della mobilità elettrica, ma restando su un piano di parità con i combustibili sintetici e la propulsione a idrogeno. Una posizione ribadita nel Berlin Round domenica sera su ARD e ZDF (con i candidati al Bundestag) anche dal leader della CSU Markus Söder il primo ministro bavarese che con i sui 45 potrebbe influenzare le eventuali altre alleanze. Alla domanda sulla richiesta dei Verdi ha dichiarato: “Non credo che il 2030 sia fattibile, ci sono troppe difficoltà, ma la fine dei motore alimentati con combustibili fossili potrebbe essere concepibile per il 2035”. Söder ha anche detto: “Tuttavia, possiamo fare ancora progressi significativi con la tecnologia. Ma abbiamo bisogno di importanti supporti sull’idrogeno e, soprattutto, sui combustibili sintetici. Per questo - ha concluso il potente primo ministro bavarese - è cruciale che non si parli solo di divieti, ma anche di necessità, di offerte, d’incentivi e di modifiche”.