Il ministro Fitto al Mattino: «Zes unica e sgravi fiscali per ridurre i divari del Sud»

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Il ministro Fitto
Il ministro Fitto
di Nando Santonastaso
Domenica 16 Luglio 2023, 08:54 - Ultimo agg. 13:03
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Ministro Raffaele Fitto, l'ok dell'Unione europea alla creazione di una Zona economica speciale unica per le regioni del Sud rappresenta un grande cambiamento rispetto al passato perché supera l'attuale quadro di frammentazione. Cosa succederà ora?
«Innanzitutto, credo che siano d'obbligo due premesse: la prima che conferma come il Sud sia tra le priorità del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con una logica diversa rispetto al passato, spesso caratterizzata da interventi a pioggia e frammentati senza visione strategia di sviluppo e rilancio competitivo. La proposta di una Zes unica, così come anche il lavoro che stiamo portando avanti con le regioni sulle risorse europee e nazionali vanno nella giusta direzione; la seconda premessa è che tutti gli indicatori economici e sociali, nonché l'ultimo rapporto, l'ottavo, della Commissione europea ci dicono che i divari tra le regioni del Mezzogiorno e il resto delle regioni d'Italia, ma anche delle altre regioni del continente europeo, sono cresciuti nell'ultimo decennio. Quindi, è fondamentale cambiare l'approccio e il paradigma di decenni di politiche per il Mezzogiorno che spesso non hanno funzionato. Nelle prossime settimane prepareremo la nostra proposta che riguarderà una serie di misure che dovranno rappresentare fattori efficienti di attrazione per gli investimenti, di misure in grado di formare e valorizzare il capitale umano, e creare un tessuto economico, produttivo e sociale in grado di sostenere la coesione sociale ed economica».

Istituzioni, enti locali e mondo imprenditoriale. Una Zes unica per tutto il Mezzogiorno è una grande opportunità strategica dal punto di vista della "valorizzazione e degli investimenti" come Lei stesso ha definito. Quali saranno gli strumenti principali che permetteranno di attuare questi investimenti e rendere queste zone particolarmente competitive? E quali i vantaggi concreti che consentiranno di abbandonare la logica assistenziale?
«La proposta mira ad estendere a tutto il Mezzogiorno le misure di semplificazione e accelerazione nonché riduzione dei tempi delle procedure autorizzative e le norme di sostegno alle imprese previste per le Zone Economiche Speciali.

Il tutto tenendo conto della recente evoluzione della politica della Commissione europea in materia di aiuti di Stato - e a questo proposito voglio sottolineare la positiva interlocuzione con il Vice-Presidente e Commissario per la Concorrenza Margrethe Vestager - nonché delle altre decisioni prese a livello europeo su impulso del governo italiano in termini di flessibilità nell'utilizzo delle risorse e della proposta di nuovi strumenti come Step (la nuova piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa). Inoltre, si mira ad estendere su un orizzonte temporale più ampio gli strumenti di agevolazione fiscale e contributiva sia automatici sia a sportello già in essere, così come ad attivare ulteriori misure di incentivazione per le imprese operanti nei settori strategici. Sul piano operativo, si estende a tutto il Mezzogiorno l'autorizzazione unica per l'avvio delle attività produttive e la riduzione di un terzo dei termini di conclusione dei procedimenti. Trasparenza ed efficienza dell'intero processo saranno assicurate attraverso uno Sportello Unico Digitale. Credo che tutto questo possa rappresentare una buona base di partenza per contribuire a disegnare un contesto economico-sociale differente, non basato su una logica assistenziale, ma caratterizzato da una visione di crescita, sviluppo e competitività».

Semplificare, accelerare, rendere strutturale la "Decontribuzione Sud". Una strategia che può cogliere la sfida di crescita e sviluppo al Sud sostenendo l'occupazione. È un vero cambio di passo per l'economia meridionale? Si potrà colmare il divario con le regioni del Nord? Come fare per assicurarsi che gli investimenti siano effettivamente duraturi e produttivi per evitare il ripetersi di passate esperienze?
«"Decontribuzione Sud" è l'esempio di misura efficace e funzionale al sistema economico e produttivo del Mezzogiorno. Una misura per la quale ci siamo battuti quando eravamo all'opposizione, che appena insediati al governo abbiamo, attraverso un dialogo con la Commissione, prorogato fino al 31 dicembre 2023, e che ora abbiamo l'obiettivo di rendere strutturale. Gli esperimenti del passato spesso sono stati il frutto di politiche spot, ora Giorgia Meloni e il nostro governo vogliamo dare visione e strategia a un disegno di lungo periodo, valorizzando il ruolo e la posizione del Mezzogiorno al centro del Mediterraneo. In questi giorni sto leggendo che queste misure non saranno risolutive rispetto ad alcune criticità come la crisi demografica e lo spopolamento del Sud, così come l'impoverimento socio-educativo-culturale. Credo che non bisogna rassegnarsi a questa narrativa, ma occorra invece lavorare per invertirla e credo che questo Governo lo stia facendo in un'ottica che, mi piace ribadire, vuole caratterizzarsi per visione e strategia».

La Zes Campania ha autorizzato in pochi mesi investimenti per un miliardo di euro: pensa che si tratti di una best practice da sostenere nella riorganizzazione complessiva delle Zes?
«Il nostro obiettivo è lo sviluppo del Mezzogiorno per renderlo attrattivo e competitivo. Nei prossimi mesi ci concentreremo a definire le soluzioni tecniche e normative più adeguate a sostenere tale impostazione. Il nostro obiettivo non è riorganizzare le Zes, ma assicurare sviluppo nell'intero Mezzogiorno. In questi mesi molti presidenti di Regione e molte Zes ci chiedevano di allargare i perimetri delle zone, noi con la nostra proposta superiamo queste richieste ed evitiamo una concorrenza tra le aree che non aiuta allo sviluppo, ma era assolutamente controproducente in quanto non ci consentiva di avere una visione strategica complessiva di sviluppo. La nuova Zes non interromperà le procedure già attivate e quindi tutte le iniziative avviate continueranno secondo i cronoprogrammi e le procedure previste. Da questo punto di vista voglio rassicurare tutti che nessun investimento attivato sarà rallentato ma se possibile accelerato con le procedure di semplificazione e accelerazione che intenderemo ulteriormente attivare».

Tutti i porti del Sud e dunque anche quelli della Campania, che sono stati centrali in questa fase delle Zes, sono in forte rilancio, come ha spiegato il Rapporto di Srm appena presentato: pensa che la Zes unica possa in qualche modo frenare questa ripresa?
«La proposta di Zes unica non è un freno allo sviluppo portuale ma lo sosterrà. Attrarre maggiori investimenti, infatti, avrà importanti ripercussioni anche sui singoli porti che quindi torneranno centrali nello sviluppo del Mezzogiorno. Come già detto la nostra proposta non mira a penalizzare qualcosa ma a metterla a sistema per una visione unitaria di crescita e sviluppo a sostegno della competitività e della coesione sociale ed economica».

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