Stellantis apre ai cinesi la fabbrica di Mirafiori. L’ipotesi di Leapmotor

Nello stabilimento potrebbero essere assemblate 150mila vetture low cost

Stellantis apre ai cinesi la fabbrica di Mirafiori. L’ipotesi di Leapmotor
di Umberto Mancini
Martedì 20 Febbraio 2024, 00:08 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 08:33
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Per salvare lo storico stabilimento di Mirafiori spunta l’ipotesi di nuove produzioni legate a un brand cinese appena entrato nell’orbita di Stellantis. Secondo quanto riportato da Automotive News Europe, il gruppo automobilistico controllato da Exor della famiglia Agnelli-Elkann starebbe valutando la possibilità di assemblare alcuni veicoli elettrici low-cost della Leapmotor, giovane marchio di Hangzhou, che ha venduto 111 mila auto elettriche nel 2022.

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I sindacati chiedono di fare immediata chiarezza e incalzano l’azienda.

Anche perché la produzione a Torino, sempre secondo i rumors, potrebbe partire tra il 2026 e il 2027 e raggiungere a regime volumi fino a 150 mila unità l’anno. Si tratterebbe, il condizionale è d’obbligo, di auto a basso costo che andrebbero a sostituire la produzione delle Maserati e delle 500 elettriche.


IL PERCORSO
Mirafiori entrerebbe così nel novero dei possibili siti europei destinati a dare corpo a una delle direttrici dell’accordo dello scorso autunno che ha portato Stellantis ad acquistare il 21% della Leapmotor per 1,5 miliardi di euro. L’intesa prevede la creazione di una joint venture di diritto olandese: la Leapmotor International. Con il gruppo guidato da Carlos Tavares che avrà il 51% del capitale e i diritti esclusivi per l’esportazione, la vendita e la fabbricazione dei prodotti Leapmotor al di fuori della Cina. La società è anche specializzata in piattaforme tecnologiche per le batterie sotto il telaio.  Sin dall’annuncio della partnership è spuntata l’ipotesi di produzioni europee, ma finora non erano emersi siti potenzialmente candidati a ospitare modelli della startup del Dragone. 


Le indiscrezioni lanciate da Automotive News seguono le dichiarazioni dell’ad Carlos Tavares che hanno confermato l’ipotesi dell’arrivo delle vetture Leapmotor in un impianto europeo. «Se avremo l’opportunità di produrre vetture di Leapmotor in Italia lo faremo, dovrà avere senso da un punto di vista economico» ha detto il top manager. Tutto da verificare ovviamente se ci saranno le condizioni per passare dalle parole ai fatti o sei sia solo una mossa tattica per allentare la pressione sulla strategia del gruppo Stellantis. Accusato dal governo e dai sindacati di prendere sostanziosi incentivi pubblici, ma di produrre all’estero un gran numero di vetture, penalizzando i livelli occupazionali in Italia e le prospettive di sviluppo del settore. Va detto che Tavares è stato abbastanza esplicito su Leapmotor: «È uno dei grandi asset che potremmo portare sul mercato europeo, ma dipende da noi, dalla nostra competitività su costi e qualità». 


Se così sarà, dopo la soluzione di un modello mass market da lanciare entro un anno, prospettata dallo stesso Tavares per Pomigliano, anche l’ impianto piemontese avrebbe un futuro meno incerto. Come noto, l’azienda ha chiesto altra cassa integrazione per Mirafiori e, soprattutto, nuovi incentivi per produrre le auto elettriche.
Bocche cucite dal quartier generale di Torino. Vengono confermate solo le frasi di Tavares, ma non ci sono ulteriori commenti. Stellantis, infatti, starebbe solo valutando il modo di produrre «in modo redditizio i modelli Leapmotor». Dunque, siamo ancora nel campo delle valutazioni e non mancano dubbi e interrogativi. A partire dalla decisione di ospitare modelli low-cost in un impianto che negli ultimi anni ha sfornato i modelli premium del Tridente e la nuova 500. 


LO SCHEMA
La produzione di prodotti cinesi al ritmo di 150 mila vetture all’anno fornirebbe però un sostanzioso contributo all’obiettivo di aumentare fino a un milione di veicoli i volumi delle fabbriche italiane e consentirebbe di rilanciare Mirafiori, dove il gruppo avrebbe anche ampio spazio per ospitare nuovi prodotti: il 31 marzo terminerà infatti l’assemblaggio della Maserati Levante. Non solo. Alla fine del 2026 dovrebbe finire anche la produzione della 500 elettrica: la sua sostituta sarà sviluppata sull’architettura Stla Small e, pertanto, dovrebbe essere realizzata in un altro impianto europeo. Insomma, la carta cinese potrebbe consentire di immaginare un nuovo scenario.  I sindacati vogliono vederci chiaro e chiedono un confronto con l’azienda per saperne di più. In ballo ci sono migliaia di posti di lavoro e il futuro di un asset strategico come l’industria dell’auto.
 

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