Stellantis, il dietrofront sull’Italia: «C’è futuro per Pomigliano»

Un milione di veicoli nel 2030: il Ceo apre al disegno di Urso «ma abbiamo bisogno di tutti gli impianti»

Carlos Tavares
Carlos Tavares
di Nando Santonastaso
Venerdì 16 Febbraio 2024, 00:00 - Ultimo agg. 17 Febbraio, 06:54
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«C’è un futuro per gli stabilimenti di Pomigliano d’Arco e di Mirafiori» dice Carlos Tavares nel giorno in cui Stellantis presenta i conti 2023 e ne trae nuovi, legittimi motivi di soddisfazione (la produzione negli impianti italiani è cresciuta del 10%, a quota 752mila veicoli). Parole decisamente diverse da quelle con cui lo stesso Ceo, nemmeno due settimane prima, aveva messo in allarme governo, partiti, imprese dell’indotto, sindacati e lavoratori sostenendo che senza incentivi all’elettrico sarebbe stato a rischio il futuro dei due siti.

La retromarcia, dopo le piccate reazioni di questi giorni, è anche un’apertura tutt’altro che formale all’obiettivo indicato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, di arrivare a un milione di veicoli prodotti nel Paese: «Per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno di tutti gli stabilimenti italiani», dice il manager. E soprattutto di Pomigliano, ormai il fiore all’occhiello per affidabilità e tecnologia del Gruppo in Italia: «Pomigliano è al massimo della capacità produttiva, il livello di attività è molto solido.

Abbiamo bisogno di più Panda, l'attuale modello cesserà nel 2026 e sarà sostituito. L'Alfa Romeo Tonale è un successo, sarà esportata anche negli Stati Uniti come Hornet, e quindi lo stabilimento continuerà a produrre a pieno regime». Nessuna indicazione, però, sul modello che sostituirà Panda - o per meglio dire la Pandina, come viene definita la nuova evoluzione della macchina più venduta in Italia. «Arriveranno nuovi modelli, ma non posso dire ancora quali. La Panda sarà sostituita», ha ribadito Tavares.

Soddisfatti i sindacati. «Sono certamente dichiarazioni positive, ma che necessitano di scelte precise rispetto alla assegnazione di nuovi modelli nei vari plant italiani per raggiungere l’incremento di un terzo delle attuali produzioni – dicono ad esempio Ferdinando Uliano e Roberto Benaglia della Fim Cisl – Anche la polemica con il governo italiano, montata in questi giorni, sembra finalmente rientrata. La valutazione positiva sui prossimi incentivi per l’acquisto in via di approvazione da parte dell’Ad, ci sembra vada in questa direzione». Tavares, infatti, si è espresso positivamente anche sugli incentivi annunciati dal governo italiano: secondo i suoi calcoli, con gli incentivi per i veicoli elettrici «si aggiungono automaticamente 20.000 veicoli in più prodotti in Italia. Questo significa che la decisione presa dal governo italiano è un'ottima decisione e lo ringraziamo per questo. Andrà a beneficio diretto dei consumatori italiani. Quindi, per raggiungere l'obiettivo comune di 1 milione di veicoli fatti negli stabilimenti italiani, dobbiamo lavorare fianco a fianco con il governo italiano». Fiduciosa la ministra del Lavoro Marina Calderone: «Noi riteniamo importante preservare quella che è la cultura e l'esperienza delle grandi aziende industriali italiane - ha detto - anche perché non ci dimentichiamo mai che l'Italia è il secondo Paese industriale d'Europa e noi a questo nostro primato vogliamo assolutamente rimanere fedeli».

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La schiarita sul futuro di Stellantis in Italia nel giorno in cui Urso ha incontrato al ministero il governatore della Campania Vincenzo De Luca per approfondire i contenuti e le possibili prospettive della vertenza Fos del Gruppo Prysmian di Battipaglia, una delle più delicate del panorama industriale del Sud (erano presenti anche la sottosegretaria Fausta Bergamotto e i vertici dell’azienda). 

«Siamo fortemente impegnati nell'individuare una soluzione per il futuro dello stabilimento produttivo, salvaguardando un’attività ad altissimo valore strategico a cui non intendiamo rinunciare. Continueremo il confronto con tutti gli attori affinché questa azienda, dall’elevato patrimonio tecnologico, possa continuare a competere a livello globale», ha affermato il ministro. «A fronte dell'indisponibilità del Gruppo a proseguire la produzione nel sito di Battipaglia – si legge in una nota – il Mimit si era già attivato per monitorare l'eventuale interesse di altri soggetti industriali interessati a subentrare a Prysmian. Al momento sono attive tre interlocuzioni per il rilancio del sito, due realtà straniere e una nazionale, attive nel settore della fibra ottica. A conclusione di un’ampia discussione, il sottosegretario Bergamotto ha chiesto all'azienda tre settimane di tempo per portare avanti delle verifiche approfondite in tal senso. La società si è detta disponibile ad attendere prima di avviare la procedura di chiusura e ha confermato l’impegno ad agevolare l’ingresso nel sito di un nuovo soggetto a condizioni e termini di favore».

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