Stellantis, Pomigliano produrrà il Suv Tonale: via la Cig, rientrano tutti i dipendenti

Stellantis, Pomigliano produrrà il Suv Tonale: via la Cig, rientrano tutti i dipendenti
di Nando Santonastaso
Martedì 8 Febbraio 2022, 11:00 - Ultimo agg. 9 Febbraio, 07:08
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La speranza, credibile, è che a breve termine Pomigliano diventi la prima fabbrica italiana dell'auto a non ricorrere più alla cassa integrazione, contendendo il primato a Mefi. Significherebbe recuperare al lavoro tutti i circa 4.500 dipendenti che attualmente solo per quasi due terzi varcano i cancelli dello stabilimento. È forse soprattutto per questo che il lancio stamane ad Arese dell'Alfa Romeo Tonale, il suv che il gruppo Stellantis produrrà nell'impianto napoletano, assume un significato particolare. Una sfida nuova e impegnativa per il Vico ma in perfetta continuità con la rivoluzione attuata dal compianto Sergio Marchionne nel 2010 che ha permesso al sito di diventare uno dei più avanzati tecnologicamente di tutto il gruppo, America compresa, e di meritare riconoscimenti internazionali di assoluto prestigio. Tonale sarà commercializzata da giugno 2022, sarà destinata al mercato europeo e attraverso la gemella Hornet attraverserà anche l'oceano per sbarcare sul mercato americano. 

Un'operazione da oltre 750 milioni di euro, tanto è costato l'investimento in produzione e formazione, ma con un possibile ricasco in termini di saturazione dell'intera manodopera di Pomigliano che pesa molto di più sul piano sociale ed economico per il territorio. Per almeno un anno, infatti, la produzione del suv sarà parallela a quella della Panda, la storica e felicissima missione del sito campano (se ne assembla attualmente una ogni 52 secondi) che però dal 2023 dovrebbe essere destinata agli stabilimenti della Serbia, come si dice ormai da qualche tempo. In questo caso a Pomigliano dovrebbe essere assegnata un secondo modello, come peraltro anche il maxigruppo nato dalla fusione tra Puegeot e Fca ha più volte lasciato intuire. Se ne saprà di più forse l'1 marzo prossimo quando il ceo di Stellantis, Carlos Tavares, annuncerà il primo piano industriale della neo costituita società. La strada, peraltro, appare pressoché obbligata anche perché è difficile ipotizzare che Tonale, da solo, basterà ad assorbire tutto il personale in organico, recuperando cioè anche i cassintegrati. Oltre tutto Stellantis sembra orientato a determinare i target di produzione in base agli ordini allo scopo, evidentemente, di non riempire più i piazzali di modelli invenduti. Di qui la complessità dello scenario che è in arrivo e al tempo stesso la necessità per i lavoratori di scelte chiare, per quanto in questa fase è possibile, considerate le mutate condizioni del mercato mondiale dell'auto. I sindacai sono fiduciosi e realisti. «Approcciamo la nuova sfida con la certezza che le competenze e le capacità delle maestranze del GB Vico siano capaci di affrontare la produzione di un segmento più alto, che richiede maggiore professionalità - scrivono in una nota il segretario generale della Fm Cisl di Napoli, Biagio Trapani, e il coordinatore automotive Aniello Guarino - Lo stabilimento ha dimostrato già con l'accordo del 2010 come sia possibile investire al Sud e rappresenta l'esempio di quanto di buono si può ottenere in termini di produttività e redditività se solo si ha il coraggio, appunto, di investire».

Tonale rappresenta in tal senso una prima, fondamentale risposta ma, come detto, da sola non può bastare. Anche perché ai destini di Pomigliano sono legate anche le speranze dei circa 18mila addetti dell'indotto, uno dei più attivi e avanzati in Italia, che in tempi di costi alle stelle dell'energia e delle materie prime, di chip introvabili, di passaggio all'elettrico e ovviamente di pandemia è riuscito a non farsi travolgere. Un miracolo vero e proprio che, però, non può durare all'infinito. 

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