Superbonus 110, si tratta sulla proroga: Sal e sanatoria, le misure nel milleproroghe. Stretta dai mobili alle barriere, ecco cosa cambia

Arredamento, l’incentivo scende a 5 mila euro. Norme anti-elusione

Superbonus, su proroga 110% si tratta. Sal e sanatoria: le misure nel milleproroghe. Stretta dai mobili alle barriere, ecco cosa cambia
Superbonus, su proroga 110% si tratta. Sal e sanatoria: le misure nel milleproroghe. Stretta dai mobili alle barriere, ecco cosa cambia
di Andrea Bassi
Mercoledì 27 Dicembre 2023, 00:03 - Ultimo agg. 28 Dicembre, 15:14
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In attesa di decidere se riaprire, almeno parzialmente, il recinto del Superbonus, sugli incentivi legati all’edilizia si profila una nuova stretta. Nel decreto milleproroghe che sarà esaminato dal consiglio dei ministri domani, sarà inserita una norma anti-elusiva che renderà più difficile accedere al bonus del 75 per cento per abbattere le barriere architettoniche negli edifici. Si tratta dell’ultimo incentivo che ancora gode dello sconto in fattura.

L'impennata dei crediti

Negli ultimi mesi all’Agenzia delle Entrate hanno registrato un’impennata dei crediti registrati sulla piattaforma informatica legati a questa detrazione. Più di un condominio starebbe “approfittando” delle norme, magari per rifare l’ascensore o rimettere a posto le scale. Anche per il bonus barriere architettoniche, insomma, nel milleproroghe dovrebbero essere inseriti nuovi paletti per fare in modo che l’incentivo sia ricondotto alla sua funzione originale. Ma non è l’unica stretta in arrivo.

Bonus mobili

Nella manovra di Bilancio che oggi inizierà il suo esame in Commissione Bilancio alla Camera per la seconda lettura, è stata introdotta una stretta anche sul bonus del 50 per cento per l’acquisto di mobili quando si ristruttura una casa.

Il massimale di spesa che si può portare a detrazione dalle tasse (in 10 anni) è stato ridotto da 8.000 euro a 5.000 euro. Si tratta di una ulteriore stretta rispetto a quella dello scorso anno quanto già si era passati da 10 mila a 8 mila euro. Dunque, siccome si può detrarre la metà della spesa, l’importo massimo che potrà essere scontato dalle tasse a partire dal prossimo anno sarà di 2.500 euro.

Superbonus

Ma la partita più importante, e delicata, come noto, si gioca sul futuro del Superbonus. Tra poco meno di una settimana il 110 per cento scadrà definitivamente. Dal primo gennaio del prossimo anno l’incentivo per le ristrutturazioni legate all’efficientamento energetico scenderà al 70 per cento. Nel consiglio dei ministri di domani si discuterà di come permettere questo passaggio dal 110 per cento al 70 per cento in modo “ordinato”.

Le proposte

Sul tavolo ci sono diverse proposte. Una è targata Fratelli d’Italia, ed è stata elaborata dal relatore della manovra Guido Quirino Liris. Prevede la possibilità di chiudere tutti i lavori effettuati nel 2023 con un Sal (stato di avanzamento lavori) straordinario entro il 31 dicembre, con la possibilità di caricare le fatture sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate fino al 12 gennaio. A cosa serve il Sal straordinario? Per capirlo bisogna addentrarsi nei meccanismi tecnici del Superbonus. Il 110% permette di pagare i lavori in sole tre tranche (Sal, appunto): una per il primo 30 per cento di opere, una per il secondo 30 per cento, e una a saldo. Chi al 31 dicembre di quest’anno non avesse raggiunto una di queste percentuali minime, si vedrebbe costretto a “scontare” al 70 per cento anche lavori del 2023. Il Sal straordinario eviterebbe questo pericolo. Il milleproroghe, o il decreto ad hoc sul Superbonus, dovrebbe risolvere anche altri due problemi. Il primo è il rischi di accertamenti fiscali, con la conseguente restituzione degli sgravi, per i condomini che non hanno terminato i lavori e non hanno ottenuto il salto di due classi energetiche richiesto dal Superbonus. Su questo punto è attesa una sorta di “sanatoria” che eviti ai contribuenti di dover rimborsare lo Stato. 

La richiesta

Il terzo punto è una norma “anti-contenzioso” per evitare litigi tra i condomini e le imprese. Dal prossimo anno potrebbe essere permesso di incassare il bonus del 70% alle imprese, anche se i condomini non versano il 30% loro spettante. C’è poi un’altra richiesta che arriva da Forza Italia: dare ai condomini altri 2 o 3 mesi di tempo nel 2024 per terminare i lavori. Probabile che questo nodo sia oggetto di discussione politica direttamente nel consiglio dei ministri. Il titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti è fermamente contrario a un’ipotesi di questo tipo. Il ministro da settimane mette le mani avanti, dicendo che prima di decidere sarà meglio attendere i dati sull’andamento della spesa del Superbonus di fine anno. A novembre il conto per le casse pubbliche ha già toccato i 96 miliardi, e l’attesa è di un altro balzo di una ventina di miliardi. Cifre che armano il freno di Giorgetti.

Riforma dell'Irpef

Nel consiglio dei ministri di domani non si parlerà solo di incentivi all’edilizia. Ci sarà anche un corposo pacchetto fiscale. A partire dal decreto per l’attuazione del primo modulo della riforma dell’Irpef con il taglio degli scaglioni da 4 a 3, rinviato dalla scorsa riunione per consentire un coordinamento con la manovra Il disco verde serve, come promesso dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, per dimostrare che la riforma fiscale «prosegue a ritmi serrati». Ci sono poi anche altri tre decreti delegati: quelli sul contenzioso e sull’adempimento collaborativo, cui manca l’ok definitivo, e quello sullo Statuto del contribuente che arriva per l’esame preliminare.

Le reazioni

«Con quanta facilità e leggerezza questo governo ignora i più fragili della popolazione: poveri, donne, anziani e disabili e li sacrifica per  racimolare risorse, ma dopo avere messo in piedi una pessima e costosa legge di Bilancio, con un ulteriore taglio del bonus per l'abbattimento delle barriere architettoniche». Lo afferma in una nota Daniela Rondinelli, parlamentare europea del Partito Democratico. «Condivido pienamente le preoccupazioni del presidente nazionale di FIABA Onlus, Stefano Maiandi, e l'ingiustizia di questa proposta del governo che frenerà l'abbattimento delle barriere architettoniche in un Paese dove ci sono circa tre milioni di persone praticamente "recluse" a causa di ostacoli che impediscono loro di muoversi», spiega l'eurodeputata dem.

«C'è tanto ancora da fare per migliorare la qualità delle persone con handicap fisici permanenti, anziani con difficoltà deambulatoria, ma anche, persone che soffrono di obesità o semplicemente genitori con i passeggini tanto negli edifici privati quanto in quelli pubblici e nelle città. Il governo è ancora in tempo per fare marcia indietro, e scegliere di non voltare le spalle alle persone che hanno più bisogno", conclude Rondinelli.

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