Unicredit, Orcel sarà il nuovo ad. Dossier Montepaschi in stand-by

Unicredit, Orcel sarà il nuovo ad. Dossier Montepaschi in stand-by
Unicredit, Orcel sarà il nuovo ad. Dossier Montepaschi in stand-by
di Rosario Dimito
Mercoledì 27 Gennaio 2021, 07:30
4 Minuti di Lettura

È Andrea Orcel il nuovo amministratore delegato di Unicredit. La nomination del banchiere nato a Roma, 58 anni a maggio, anticipata dal Messaggero del 13 gennaio, avverrà oggi pomeriggio: un cda straordinario ne annuncia l’inserimento come ad nella lista per il rinnovo del consiglio (da presentare il 25 marzo) che verrà nominato dall’assemblea del 15 aprile. Nelle ultime ore il suo nome si è consolidato nel comitato nomine di cui fa parte il presidente in pectore Piercarlo Padoan rispetto a Fabio Gallia. Jean Pierre Mustier firmerà il bilancio 2020 che verrà approvato dal cda del 10 febbraio e completerà il suo ciclo. La scelta del nuovo ad è stata apprezzata dalla Borsa: il titolo è salito del 4,5% a 7,75 euro.

Orcel arriva in Unicredit e gli occhi del mercato e della politica sono tutti per il dossier Mps.

Nei colloqui avuti nei giorni scorsi con Padoan, Bisoni e altri consiglieri, il banchiere ha però concordato una prima fase di riflessione e di ricognizione della situazione del gruppo, partendo da un esame sul top management che andrà rivitalizzato assieme all’intera struttura di 60 mila dipendenti. In questa analisi rientra un focus sul posizionamento riguardo i mercati di riferimento (Italia, Germania, Nuova Europa), lo stato di digitalizzazione e la necessità di ri-dotarsi di fabbriche prodotto (wealth e asset management, assicurazione, credito al consumo) che negli ultimi anni sono state smantellate e che ora sono funzionali per incrementare le commissioni e dare impulso al conto economico. Poi c’è anche l’opzione M&A: sembra che Orcel abbia spiegato che l’opzione Mps andrà valutata con attenzione per coglierne tutti i vantaggi senza tralasciare l’ipotesi Banco Bpm che pure piace. Questo significa che, a parte la crisi di governo che ferma le spinte del Tesoro, anche Unicredit vuol procedere con i piedi di piombo su Siena.

Va considerato che Orcel avrebbe ricevuto il gradimento del governo, ma prim’ancora dei fondi internazionali, delle fondazioni, di Delfin e della maggioranza del cda. 

Il banchiere è figlio di un siciliano di Gela che si occupava di leasing (da qui il cognome che ha risentito dell’influsso normanno) e di madre toscano-francese vissuta in Tunisia e residente a Roma. La moglie è portoghese, ha una figlia: Allegra di 10 anni. Il nonno è stato primo direttore generale della Casmez. Tra le questioni da risolvere relativamente al suo precedente incarico, c’è la controversia con il Santander per la mancata nomina alla guida (udienza il 12 marzo): Ana Botin lo assunse come ad il 25 settembre 2018 ma poi, il 15 gennaio 2019, ci ripensò. Professionalmente è nato in Bcg, poi è passato in Merrill Lynch (20 anni) e in Ubs (6,5 anni).

È tra i banchieri d’affari che meglio conoscono il sistema bancario italiano avendo contribuito al suo attuale assetto. Dalla fine degli anni ‘90 in Unicredit ha partecipato alla regia di tutte le grandi operazioni: fusione fra Credito italiano e Cariverona, Crt, Cassamarca trivigiana come advisor unico dei due contraenti, acquisizione di Hvb, della banca croata Zagrebacka, Pekao, Pioneer e poi della cessione di molti asset. E ha seguito l’aumento di capitale di 13 miliardi del 2017. È stato inoltre “testimone” delle nozze fra Intesa e Sanpaolo dalla parte di Ca’ de sass, dell’integrazione Comit in Intesa dalla parte di Piazza Scala, ha seguito la crescita del Santander (da qui il suo legame con papà Botin e poi con la figlia Ana, interrottosi per il voltafaccia di lei). Per il Santander ha gestito l’acquisizione di Abn Amro con successiva vendita di Antonveneta a Mps dove Orcel ha solo curato la provvista delle risorse per conto di Siena. Sempre per le sue entrature internazionali, Orcel è stato il consulente del Bbv nelle nozze con Argentaria da cui è nato l’attuale Bbva. Va ricordato che è stato in predicato di sostituire Alessandro Profumo prima della nomina di Federico Ghizzoni e poi anche di sostituire quest’ultimo al vertice di Unicredit. Per tutte queste ragioni, conosce da vicino il sistema Italia e anche se ha lo skill dell’investment banker è stato scelto perchè in Unicredit non serve solo un manager commerciale, come qualcuno anche in cda, sosteneva esprimendo simpatie per Gallia, visto il curriculum in Bnl. La carta Orcel è quella di un top banker che definisce la strategia che viene implementata da una squadra formata da dirigenti con capacità specifiche nei singoli comparti. Non si escludono ritocchi della prima linea.
 

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