Unicredit, profitti record nel 2022: il titolo s'impenna in Piazza Affari

«La nostra strategia sulla Russia non è cambiata. Abbiamo annunciato una disciplinata riduzione dell'esposizione al Paese e lo abbiamo fatto»

Unicredit, profitti record nel 2022: il titolo s'impenna in Piazza Affari
Unicredit, profitti record nel 2022: il titolo s'impenna in Piazza Affari
di Rosario Dimito
Mercoledì 1 Febbraio 2023, 10:00
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Unicredit apre la stagione dei bilanci bancari 2022 con una performance straordinaria di buon auspicio, frutto di un trimestre record e realizzando il miglior rendiconto degli ultimi dieci anni (premiato dalla Borsa che ieri ha quotato il titolo 17,88 euro, +12,2%) con un utile contabile di 6,2 miliardi che, al netto delle cedole sui titoli di capitale e sterilizzata la positività one off delle imposte differite su perdite pregresse, registra un utile netto di gruppo di 5,2 miliardi, mentre i ricavi si sono attestati a 20,3 miliardi. 

Questo il rendiconto della banca guidata da Andrea Orcel e approvato dal cda che tiene conto dell'esposizione cross-border della Russia, adeguatamente gestita e ridotta nel corso dell'anno complessivamente del 66%, ovvero di circa 4,1 miliardi.

Ma a margine del commento sui conti, emerge la novità: Orcel potrebbe riaprire il dossier Mps, anche se non subito. «Abbiamo conseguito una serie di risultati finanziari eccezionali che dimostrano i progressi significativi nel percorso di trasformazione industriale e la capacità di ottenere performance eccellenti, il titolo è sottovalutato», ha detto il ceo nella conference call con gli analisti, indicando che quello del 2022 «è il nostro miglior risultato in oltre un decennio» mentre «siamo fermamente concentrati sull'esecuzione del piano Unlocked e guardiamo con fiducia al futuro con forte slancio e con linee di difesa pronti per le sfide macro e già oltre i target». 

La performance è figlia del contesto dei tassi in sensibile rialzo, del basso costo del rischio, della riduzione strutturale dei costi e dei progressi compiuti in termini di efficienza patrimoniale, tutte componenti che potrebbero essere comuni alle attese performance dei bilanci degli altri grandi istituti. Unicredit vede un utile netto atteso per il 2023, inclusa la Russia, sostanzialmente in linea con l'utile netto di gruppo del 2022, ponendosi come obiettivo una distribuzione per l'esercizio 2023 sostanzialmente allineata a quella del 2022. La posizione patrimoniale pone l'istituto tra i leader del settore, con un Cet1 ratio contabile al 16%. Riguardo la distribuzione agli azionisti di 5,25 miliardi, in crescita del 40%, tra dividendi e un buy back fino a 3,34 miliardi: «Sono fiducioso di ricevere l'autorizzazione» da parte della Bce, ha aggiunto il banchiere romano nella call con la stampa. 

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Molte le domande, specie sulla posizione in Russia e sul risiko bancario. «La nostra strategia sulla Russia non è cambiata. Abbiamo annunciato una disciplinata riduzione dell'esposizione al Paese e lo abbiamo fatto», ha sottolineato il banchiere. In termini di impatto sul bilancio «non abbiamo altre preoccupazioni», ha proseguito, «ma questo non vuol dire che saremo meno determinati nel derisking, che proseguirà quest'anno e nei prossimi». Fin da subito, ha detto ancora Orcel, Unicredit ha ridotto l'esposizione con l'obiettivo di «non dare soldi alla russi», perché «regalare una banca non sarebbe stata a cosa giusta sia dal punto di vista etico che per il rispetto delle sanzioni». 

Apertura invece su Mps dopo la trattativa con il Mef fallita a ottobre 2022. «Sono felice che Mps abbia un piano di ristrutturazione e ho fiducia che facciano un buon lavoro», ha risposto Orcel a domanda su un rinnovato interesse. Ed ecco l'ammissione: «Se in futuro, magari un futuro molto lontano, ci sarà un'opportunità alle condizioni che ho spiegato più volte, allora vedremo. Oggi non è cosi». Unicredit, ha detto più volte il banchiere, valuterà le eventuali aggregazioni solo se avranno senso strategico e consentiranno di aumentare il valore e la distribuzione di capitale ai soci.

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