Azzurri, rientrati in Italia: pochi tifosi
e un solo grido: «Vergogna»/ Il video

Azzurri, rientrati in Italia: pochi tifosi e un solo grido: «Vergogna»/ Il video
Sabato 26 Giugno 2010, 10:06 - Ultimo agg. 15 Marzo, 22:08
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ROMA (26 giugno) – Amaro rientro azzurro dopo l'eliminazione dai mondiali. Nessun tifoso a Fiumicino dove il charter Alitalia atterraro alle 7,47. A Roma sono sbarcati alcuni giocatori, il volo proseguir fino a Milano Malpensa dove alle 10,45 sbarcher il resto della spedizione. A Roma sono scesi il presidente Abete, Lippi Cannavaro, Pepe, De Santis, Quagliarella, Bonucci, Montolivo, Gilardino e Di Natale e De Rossi, l'unico a ricevere qualche incitamento da diversi operatori aeroportuali che si erano radunati sotto l'aereo. Volti scuri e silenzio da parte di tutti. Nessuna contestazione al ritiro bagagli. Qualcuno si è avvicinato per scattare foto ricordo con De Rossi, Quagliarella e Cannavaro.



I tifosi agli azzurri: vergogna, vergogna!/ VIDEO




Il clima è cambiato quando la comitiva è uscita alle 8 e 30 dalla sala arrivi: una ventina di tifosi ha accolto i giocatori con ripetute grida: «Vergognatevi, vergogna». I più colpiti dalle urla sono stati Cannavaro e Gilardino. Gli azzurri, protetti da un cordone di agenti di polizia si sono diretti verso le auto private che li aspettavano.



Gli azzurri sbarcati a Milano Malpensa hanno lasciato l'aeroporto alla spicciolata a bordo di auto private e monovolume, perlopiù con vetri oscurati: nessuno dei giocatori si è fermato a parlare con i giornalisti. All'uscita da un varco lontano dal terminal 2 presidiato dalle forze dell'ordine, si sono potuti riconoscere Gigi Buffon, Andrea Pirlo e Rino Gattuso. Occhiali da sole e telefonino all'orecchio, la posa tipo dei giocatori della Nazionale rientrati a Milano dalla sfortunata avventura in Sudafrica, dopo aver fatto tappa a Roma Fiumicino. A Malpensa c'erano una cinquantina tra giornalisti, fotografi e cameramen in attesa del loro rientro. Ad essi si sono aggiunti appena una decina di curiosi, che si sono limitati a fotografare gli azzurri. Curiosi infine i sacchetti notati in mano ad un gruppo della delegazione uscito a piedi: borse di carta zebrata bianconera con la scritta «Out of Africa», probabilmente piene di souvenir.



Durante il trasferimento dal Sudafrica attimi di tensione fra Pepe e gli inviati al seguito. «Chi scrive per il Giornale tra di voi? Non c'è nessuno? Allora visto che ha messo 11 bare azzurre in prima pagina fategli sapere che è un becchino?». Simone Pepe, brandendo una copia di ieri del quotidiano milanese (con una vignetta di Forattini molto dura in prima pagina) si è avvicinato in coda, dove si trovavano gli inviati al seguito: voce alta, visibilmente alterato, il giocatore ha gettato ai cronisti il quotidiano. «Le bare - ha poi spiegato il neo juventino - sono davvero troppo, una cosa vergognosa. Se noi siamo morti, chi ha deciso di pubblicare una cosa del genere è un becchino. E se tanto mi dà tanto, mi verrebbe da dire che spero gliela facciano presto a lui, una bara: ovviamente non azzurra ma di colore marrone».



Alle 8.45 in punto con la partenza in auto di Morgan De Sanctis si è chiuso, all'aeroporto di Fiumicino, il concitato e mesto rientro del primo gruppo di azzurri in Italia. Poco prima, era stato Pepe, il più scuro e tirato in volto tra tutti, anch'egli contestato, a lasciare lo scalo, inseguito da troupe e giornalisti, per chiedergli i motivi della sua arrabbiatura durante il viaggio di ritorno. Ma Bonucci, interpellato sull'argomento, ha detto «No, non è vero nulla». Un'uscita quella degli azzurri dalla sala arrivi che si è svolta in maniera concitata, tra inseguimenti a zig zag dei giornalisti ai giocatori man mano che, protetti dalla polizia, si infilavano nelle varie auto. Alle spalle ancora le urla, limitate a non più di una ventina di persone e però ancora proseguite all'uscita, «Vergogna, mandateli a lavorare» e «Troppi soldi». Solo poco prima il clima all'interno dell'aerostazione, nell'attesa dei bagagli durata circa mezz'ora, era stato di tutt'altro tenore: ripetute foto ricordo con i passeggeri ed operatori aeroportuali, qualche sorriso, nessun ombra di sfottò e contestazioni. E capitan Cannavaro aveva detto a tal proposito: «Contestazioni? La gente ha capito». E Pazzini invece non vede l'ora di girare pagina: «Ora voglio andare subito in vacanza e mettermi dietro le spalle questa brutta avventura e smaltire la delusione».



«Una grandissima sorpresa in negativo». Gigi Buffon riassume così il disastroso Mondiale della Nazionale, uscita di scena nella prima fase di Sudafrica 2010. «Nessuno poteva immaginare che non avremmo passato il turno», dice il portiere azzurro ai microfoni di Sky Sport24 sul volo che ha portato il gruppo a Malpensa. «Un'eliminazione così cocente ci farà meditare su quello che siamo e su quanto valiamo in questo momento. Il calcio italiano sta attraversando una fase molto delicata», aggiunge.



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