La Scala inaugura con la Traviata, serata dedicata a Mandela. Applausi per Diana Damrauun, contestato il regista

La Scala inaugura con la Traviata, serata dedicata a Mandela. Applausi per Diana Damrauun, contestato il regista
Sabato 7 Dicembre 2013, 19:27 - Ultimo agg. 8 Dicembre, 10:13
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Si chiusa la Prima della Traviata di Giuseppe Verdi che apre la stagione della Scala.

Il teatro ha tributato circa 10 minuti di applausi, in cui però si sono registrati anche diversi «buu» nei confronti di Piotr Beczala e soprattuto del regista Dimitri Tcherniakov.

Le contestazioni. I «buu» si sono sentiti nel teatro all'ingresso di Piotr Beczala, ma il volume della contestazione si è alzato decisamente, verso la fine, quando il maestro Daniele Gatti ha invitato sul palco il regista Dimitri Tcherniakov. Solo applausi scroscianti, invece, per Diana Damrau, la vera star della serata, che fin dai primi commenti twitter ancora in corso di esecuzione ha riscosso grandi consensi. «Bellissima messa in scena. Orchestra, direttore cast, tutto di prim'ordine. Poi ho visto che ci sono i custodi della tradizione che se la sono presi con il regista, ma questo capita». Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, lasciando il Teatro alla Scala, ha commentato La Traviata che ha aperto la stagione del Piermarini.

Il presidente della Commissione europea. «È stata una bellissima interpretazione, la parte che mi è piaciuta di più è stata il finale». Lo ha detto il presidente Josè Manuel Barroso esprimendo un giudizio sulla Traviata di Giuseppe Verdi andata in scena al Teatro alla Scala.

Il sovrintendente della Scala Stephane Lissner. «I talebani sono dappertutto»: così il sovrintendente del Teatro alla Scala ha commentato i fischi alla fine di Traviata. «Sono felice, più che felice», ha detto Lissner, spiegando che «l'allestimento non è l'Opera, è una piccola parte della regia». «Non potevo sperare di più, uno spettacolo deve creare reazioni - ha spiegato - le contestazioni sono arrivate dai tradizionalisti, ma sono cose normali, me ne aspettavo anche di più».

Il direttore Daniele Gatti. «Quando c'è attenzione non c'è pregiudizio, il pubblico caloroso e attento ha mostrato onestà intellettuale»: così il direttore Gatti ha commentato l'esito della prima della Traviata da lui diretta, che ha raccolto molti applausi, ma anche molti fischi, perfino a lui indirizzati. «Questo è il teatro, chi ha lavorato all'Opera ha offerto un'idea forte ed è bello che il pubblico dica la sua, dividere - ha osservato - è più interessante che unificare». Il direttore è convinto che «qualcuno tornerà a casa contento, qualcuno invece avrà qualcosa su cui meditare e magari cambierà anche idea». Per quello che lo riguarda, Gatti sottolinea: «Non sono partito per osare, ma per presentare la mia lettura di Traviata, senza bilancini ma ascoltando cuore e cervello». Sulle contestazioni alla regia, invece, ha commentato: «Il regista porta la sua idea di arte, e io sposo questa idea perchè sono partner». Rimane comunque forte l'emozione «di essere qui per dirigere Verdi nella mia città, in un teatro che - ha concluso - ho nel cuore».

Il ministro. «È stata un'emozione straordinaria»: con queste parole il ministro dei Beni Cultuali Massimo Bray ha spiegato di aver apprezzato la Traviata. Per il ministro, che era a teatro col figlio, è stata la prima volta all'inaugurazione del Piermarini, per lo meno da quando è in carica.

Quest'anno la Scala ha inaugurato con la Traviata. Prima dell'inizio è stato rispettato un minuto di silenzio in onore di Nelson Mandela. Tutti in piedi e tutti commossi, compreso il presidente della Repubblica Napolitano nel palco reale.

Il palco reale. Alla Scala di Milano per la Prima de la Traviata di Giuseppe Verdi nel bicentenario della nascita del compositore il palco era ricco di personalità internazionali. Accanto al Capo dello Stato Giorgio Napolitano e alla moglie Clio, siedevano infatti il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, accompagnato dalla moglie e il Presidente del Togo, Faure Gnassingbè accompagnato dal ministro dell'Economia del Paese africano. «Mi pare che fosse naturale»: così il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha risposto ai giornalisti che gli hanno chiesto un commento sulla dedica a Nelson Mandela della serata inaugurale della Scala. Durante l'intervallo il presidente è uscito dal palco reale. È sua abitudine solitamente, durante l'intervallo, andare a salutare gli artisti.

Sempre nel palco reale inoltre hanno preso posto il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il presidente del Senato Pietro Grasso, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, il presidente della Corte Costituzionale Gaetano Silvestri, il ministro della Difesa Mario Mauro e il prefetto di Milano Paolo Tronca tutti accompagnati dalle rispettive mogli. Presente anche il ministro dei Beni culturali Massimo Bray che per la Prima della Scala è stato accompagnato invece dal figlio 12enne che però non prende posto nel palco reale.

La protesta. Come da tradizione prima dello spettacolo è andata in scena una protesta. Stavolta si sono presentati i Cobas e i centri sociali che hanno allestito un palco per la «contro-opera», «La traviata Italia», nella quale si alterneranno parti recitate e l'esibizione di cantanti liriche. Davanti a palazzo Marino è stato improvvisato anche un mercatino dell'usato.

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