Zubcic innamorato della Gevi: «Napoli, sei tu la mia Nba»

«Devo migliorare in difesa e prendere più rimbalzi»

Tomislav Zubcic
Tomislav Zubcic
di Stefano Prestisimone
Sabato 25 Novembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 14:00
3 Minuti di Lettura

Da Zara a Napoli, attraverso 14 tappe intermedie e tanti paesi diversi: Lituania, Stati Uniti, Russia, Grecia, Germania, Bosnia, Spagna, Inghilterra. Poi l'approdo in riva al Golfo dove nel giro di due mesi è diventato l'idolo dei tifosi e il capocannoniere del campionato, con 18 punti di media per gara. Tomislav Zubcic non è più un ragazzino, compirà 34 anni a gennaio ma sembra aver fatto il bagno invece che nelle acque partenopee, nella piscina di “Cocoon”, quella del film dove gli anziani ridiventavano giovani. Domani a Fuorigrotta in un palasport ancora una volta sold out arriva l'ostica Cremona e Zuba vuol continuare ad essere una slavina sugli avversari, con il suo mortifero tiro da 3 punti (è quinto assoluto nelle classifica speciale) e le giocate d'alta classe spalle a canestro.

Capocannoniere al suo esordio nella serie A italiana. Se l'aspettava?
«Ho riposto molta fiducia in Milicic e nella sua capacità di mettere insieme una squadra di alta qualità e sapevo cosa avrei potuto offrire una volta affiancato da un allenatore che mi conosce e sa come sfruttare tutto il potenziale del giocatore.

Il successo della squadra non è una sorpresa, non avrei firmato per il Napoli se non avessi creduto che avremmo potuto fare un gran percorso in questa stagione».

La sua storia è quella di un ragazzino croato cresciuto a dismisura visti gli attuali 212 centimetri e avviato quasi fisiologicamente al basket?
«Sono nato e cresciuto a Zara, mio padre giocava a basket a livello amatoriale e mio cugino, Jurica ua a livello professionistico. Quindi da questa prospettiva guardando indietro alla mia infanzia non riesco a vedere nessun altro percorso per me. Avevo 10 anni quando ho fatto il mio primo allenamento e 14 anni quando ho lasciato la mia città natale e mi sono trasferito all'Olimpia di Lubiana. Avevo già conosciuto l'Italia a 15 anni quando giocai per la Fortitudo a livello giovanile».

Dove può arrivare questa Gevi?
«Senza voler esagerare, dico solo che abbiamo grande fiducia e abbiamo dimostrato di essere competitivi contro qualsiasi squadra, battendo avversari più forti di noi sulla carta. Dipende molto da noi stessi, da come riusciremo a reggere questo livello di competitività. Sono convinto che andremo avanti su questa strada che abbiamo tracciato».

Sta facendo cose eccezionali in maglia azzurra. Ma può dare ancora di più?
«Assolutamente si, devo migliorare a livello difensivo, posso prendere qualche rimbalzo in più, non sbagliare le scelte in attacco. Ma sono concentrato per fare tutto ciò».

Se fosse stato anche un drago in difesa probabilmente qui in Europa lei non sarebbe mai arrivato ma avrebbe fatto una carriera in Nba, dove comunque fu scelto nel 2012 dai Toronto Raptors.
«Beh, credo che ci siano molti fattori che giocano un ruolo importante quando si tratta di Nba. Età, maturità mentale ed emotiva, agenti e consulenti di cui sei circondato, la prospettiva dei tuoi genitori, il tuo stile di basket, la collaborazione con un allenatore giusto, eccetera. Ora sono proprio dove devo essere e, se ci pensate, l'Nba non ha mica tifosi come il Napoli». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA