Crisi in Ucraina, la Russia minaccia: «Stop alle ispezioni su nostro arsenale nucleare»

Il leader russo Vladimir Putin
Il leader russo Vladimir Putin
Sabato 8 Marzo 2014, 14:12 - Ultimo agg. 9 Marzo, 13:00
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La Russia sta valutando la sospensione delle ispezioni americane agli arsenali nucleari secondo quanto previsto dai trattati di disarmo strategico Start. Fonti del ministero della Difesa russo citate dall'agenzia di stampa Interfax anticipano che le ispezioni richiedono un livello di fiducia che è stato messo in crisi dai «gesti non amichevoli e dalle minacce prive di fondamento» provenienti dalla Nato e dagli Stati Uniti.

Colloquio Renzi-Obama. Conversazione telefonica, nel pomeriggio, tra Matteo Renzi e Barack Obama. Dieci minuti di colloquio sulle tensioni internazionali legate all'Ucraina. Renzi ha ribadito la forte partnership con gli Usa per la risoluzione della crisi assieme ai partner europei, secondo quanto concordato e ribadito dal vertice straordinario Ue.

Telefonata Obama-Hollande. Il presidente americano Barack Obama ha parlato al telefono della situazione in Ucraina anche con il presidente francese Francois Hollande, con cui ha stabilito che «senza progressi» sul fronte dell'adesione di Mosca a un gruppo di contatto, del ritiro delle forze militari in Crimea e dell'autorizzazione al dispiegamento di osservatori internazionali «saranno adottate altre misure», misure che, precisa un comunicato dell'Eliseo, «colpiranno in modo sensibile le relazioni fra la comunità internazionale e la Russia, cosa che non è nell'interesse di nessuno». Obama e Hollande hanno concordato «di perseguire il loro sostegno alle nuove autorità ucraine, ivi compresa la preparazione, sotto il controllo internazionale e nella più grande trasparenza, delle elezioni presidenziali del 25 maggio e sottolineato l'importanza del perseguimento del coordinamento in corso fra le posizioni dell'Ue e degli Usa».

L'Unione europea ha deciso di firmare «immediatamente» i capitoli politici dell'Accordo di associazione con l'Ucraina e quindi «di sancire la sua associazione a Kiev». Lo ha annunciato il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso nel suo intervento a una conferenza di regioni e città europee ad Atene precisando che l'Unione europea ha «un debito, un dovere di solidarietà nei confronti dell'Ucraina, lavoreremo con loro nel modo più stretto possibile. Più di cento persone sono già morte in Ucraina per i valori europei, per seguire i valori europei», ha affermato.

Osce. Colpi d'arma da fuoco sono stati sparati come avvertimento contro osservatori militari dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) mentre si trovavano ad un checkpoint in attesa di entrare in Crimea. Lo ha riferito l'Osce. La portavoce del'organizzazione con sede a Vienna ha riferito che la cinquantina di ufficiali di 28 Paesi inviati in Ucraina sta tornando alla base di Kherson. Nessuno è rimasto ferito, ha assicurato Cathie Burton.

Occupato edificio a Simferopoli. Un centinaio di uomini armati, russi che si identificano come membri delle milizie di autodifesa della Crimea, ha occupato un edificio che fa capo al ministero della Difesa ucraina a Simferopoli. Lo denuncia il portavoce del ministero a Kiev, Vladislav Seleznyov, sulla sua pagina Facebook. secondo alcuni media sulla città stanno marciando mezzi e truppe prive di segni di riconoscimento.

Evacuato il consolato polacco di Sebastopoli. Lo rende noto il ministro degli Esteri di Varsavia Radoslaw Sikorski, sottolineando che tale decisione è stata presa «in modo riluttante, a causa delle continue azioni di disturbo da parte delle forze russe» dislocate in Crimea.

Belbek. Truppe prive di segni di riconoscimento hanno occupato l'aeroporto di Belbek, importante scalo a nord di Sebastopoli.

Manifestazioni filorusse. Diverse migliaia di filorussi hanno manifestato oggi a Donetsk e Kharkiv, nella russofona Ucraina orientale, chiedendo l'annessione a Mosca. Secondo i media locali, migliaia di persone si sono riunite in piazza Lenin, a Donetsk, mentre più di 4.000 persone hanno manifestato a Kharkiv.

Lavrov. La Russia è pronta ad aiutare il dialogo con i partner internazionali per risolvere la crisi in Ucraina, ma non vuole essere considerata una parte del conflitto. Lo ha affermato oggi il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. «Siamo pronti ad un dialogo alla pari con i partner stranieri per aiutare le parti in Ucraina a risolvere la crisi - ha detto - ma non accetteremo tentativi di rappresentare la Russia come parte del conflitto». Il ministro degli Esteri ha insistito quindi sul fatto che con l'Occidente si mantenga un «dialogo senza accuse. L'attuale governo ucraino non è indipendente; con nostro grande rincrescimento, dipende dai nazionalisti radicali che hanno preso il potere con un attacco armato». Lavrov ha poi chiesto all'Osce un'inchiesta sull'uccisione di decine di persone da parte di cecchini durante gli scontri di fine febbraio tra polizia e insorti a Kiev.

Scaroni. La crisi in Ucraina, per ora, non mette a rischio le forniture di gas ma, la dipendenza energetica dell'Italia dalla Russia, come da altri Paesi fornitori, desta comunque qualche preoccupazione per il futuro. Lo sostiene l'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni in una intervista alla 'Stampa'. «Per quest'anno, anche grazie alle temperature molto miti in tutta Europa, - afferma Scaroni - mi sento di escludere che la crisi dell'Ucraina abbia effetti sulle forniture di gas ma certo, se la tensione durerà, ho qualche preoccupazione per il prossimo anno».

Embargo russo sul prosciutto. La Russia ha posto l'embargo all'importazione di maiali, carne di maiale, salumi e prosciutti proveniente da tutti i Paesi dell'Unione Europea, come ritorsione al sostegno all'Ucraina ora minacciata dalle truppe inviate da Mosca. È quanto afferma la Coldiretti, spiegando che Mosca ha chiuso le frontiere a tutto l'export europeo di maiali, carni di maiale e trasformati, prendendo a pretesto la scoperta, a fine gennaio, di casi di peste suina africana in alcuni cinghiali in Lituania e Polonia, in zone di frontiera con la Bielorussia. Per l'Italia, si legge nella nota, oltre al danno diretto dovuto alle mancate esportazioni si sta verificato un danno indiretto perché i maiali tedeschi che normalmente vengono spediti in Russia ora arrivano in Italia con danni per gli allevatori ma anche per i consumatori, visto che carne e derivati del maiale vengono spesso spacciati come Made in Italy perché - continua la Coldiretti - non è obbligatorio indicarne la provenienza in etichetta.

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