Il giorno di Pasqua del 2013 i carabinieri di Fabbrico, in provincia di Reggio Emilia, intervennero in casa di un operaio, dopo che le urla del figlio (all'epoca di 8 anni) avevano fatto scattare l'allarme da parte dei vicini. L'uomo cercò di depistare i militari dichiarando che le grida udite erano della moglie e del figlio che avevano avuto una discussione, aggiungendo che il piccolo era uscito a giocare. Ma in realtà l'uomo aveva appena finito di frustare il figlio con un cavo elettrico.
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Accucciato in vasca
Le parole dell'uomo non convinsero affatto i carabinieri che, entrati in casa, trovarono il bambino accucciato nella vasca da bagno, con addosso gli evidenti segni della violenza subita: era stato frustato con un cavo elettrico. Il piccolo fu subito portato in ospedal dove gli vennero riscontrate ferite guaribili in 30 giorni, mentre i militari nel corso della perquisizione trovarono e sequstrarono, nel cesto della biancheria, un cavo elettrico lungo un metro, risultato essere l'arma con cui l'uomo ha aggredito il piccolo.
L'arresto
Il padre fu arrestato. Quindi l'iter processuale al termine del quale la Corte d'Appello di Bologna in riforma alla sentenza del 2 febbraio 2016 del Tribunale di Reggio Emilia ha condannato l'uomo, 53 anni oggi, alla pena della reclusione di 3 anni con l'interdizione dei pubblici uffici per 5 anni in quanto ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate.