Padova, donna uccisa a coltellate, grave anche il marito. Fermata la figlia in fuga, la sorella: «È stata lei»

Dietro l’aggressione una lite per i soldi. La vittima aveva 84 anni. La 51enne per ore sotto interrogatorio del magistrato

Padova, donna trovata morta in casa dalla figlia: il padre in ospedale con un trauma cranico. «Ipotesi omicidio»
Padova, donna trovata morta in casa dalla figlia: il padre in ospedale con un trauma cranico. «Ipotesi omicidio»
di Luca Ingegneri
Martedì 27 Dicembre 2022, 15:06 - Ultimo agg. 29 Dicembre, 09:26
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Massacrati a coltellate tra le quattro mura di casa. È il dramma che si è consumato nell’abitazione di due anziani coniugi, in una villetta a due piani di via Galilei a San Martino di Lupari, vicino Padova. La donna, insegnante elementare in pensione, è morta, mentre il consorte è ricoverato in condizioni disperate all’ospedale. Maria Angela Sarto, 84enne, e Giorgio Miatello, 89 anni, ex rappresentante di lubrificanti, sarebbero stati aggrediti e colpiti in varie parti del corpo con un oggetto appuntito, con tutta probabilità un coltello. L’uomo, ricoverato nel reparto di Terapia intensiva dell’Azienda ospedaliera, presenta una profonda ferita alla testa, provocata, con tutta probabilità, da un corpo contundente di forma arrotondata. 

È stata una delle figlie della coppia, Chiara Miatello, a fare la macabra scoperta.

La donna era passata dai genitori per un saluto attorno alle undici, non riusciva più a contattarli. Non appena ha aperto la porta di casa si è ritrovata davanti il padre, agonizzante nel soggiorno, con il cranio fracassato. Chiara ha avuto un terribile sospetto. Ha percorso rapidamente le scale che conducono al primo piano. E nella stanza da letto ha trovato la madre in una pozza di sangue, ormai priva di vita a causa dei numerosi colpi che l’hanno raggiunta alla nuca.

In preda alla disperazione, la donna ha immediatamente chiamato i soccorsi. Sul posto sono sopraggiunti un’ambulanza del Suem e l’elisoccorso che ha prestato le prime cure all’anziano, poi trasferito d’urgenza in ospedale a Padova. Ai carabinieri della compagnia di Cittadella e della stazione di San Martino di Lupari, arrivati anch’essi nella villetta, la donna ha riferito il suo terribile sospetto. E cioè che l’autrice della mattanza fosse la sorella Diletta, 51 anni, ex vigilessa. «È stata lei», ha detto Chiara. Qualche ora dopo, i carabinieri l’hanno rintracciata e fermata.

LA CONVIVENZA

Un matrimonio fallito alle spalle ed un figlio affidato al padre, Diletta, era tornata da un paio d’anni a vivere con i genitori. Da tempo non aveva un’occupazione stabile ed in particolare dopo le dimissioni dal corpo di polizia municipale del Comune di Asolo, risalenti al 2009. Giorgio e Maria Angela l’avevano riaccolta in casa adattando una parte della villetta in maniera che la figlia potesse vivere in piena autonomia. Ma i rapporti erano tutt’altro che idilliaci. Sia per le condizioni di salute della donna, alle prese con problemi di natura psichiatrica, sia per le continue richieste di denaro. Diletta era alla ricerca di un lavoro ma non riusciva a trovare nulla di interessante. Più volte avrebbe chiesto soldi agli anziani genitori per tirare avanti. L’ennesima, insistente, richiesta di denaro potrebbe essere all’origine del raptus omicida. Questo è quanto dovranno accertare nelle prossime ore gli investigatori dell’Arma, coordinati dal sostituto procuratore Marco Brusegan.

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LA FUGA

Diletta Miatello intanto aveva fatto perdere le proprie tracce. Si era allontanata al volante della sua Fiat Panda di colore rosso. Ma la fuga si è conclusa attorno alle sedici. L’utilitaria è stata immortalata ad un varco elettronico nel comune di Romano d’Ezzelino. 
È in quella zona del bassanese che si sono concentrate le ricerche degli uomini dell’Arma. Proprio a Romano d’Ezzelino la Panda è stata individuata dagli investigatori. Era posteggiata davanti ad un hotel. La donna era in stanza. Al titolare aveva detto di volersi fermare per un paio di giorni. Ai carabinieri è apparsa in stato confusionale. Non ha opposto resistenza. È stata caricata sulla gazzella e accompagnata in caserma.

In serata è stata trasferita al comando dell’Arma di Cittadella dove è stata interrogata dal pubblico ministero Brusegan. La donna non avrebbe fatto alcun tipo di ammissione di fronte alle contestazioni del magistrato. Nei suoi confronti è stato disposto un fermo del pubblico ministero per omicidio e tentato omicidio, motivato dal pericolo di fuga dell’indagata. Nella notte Diletta Miatello è stata scortata in carcere.

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