Dolce & Gabbana contro Chiara Ferragni? «La caduta degli influencer è automatica»

Gli stilisti protagonisti oggi a Milano con la loro sfilata

Dolce & Gabbana contro Chiara Ferragni? «La caduta degli influencer è automatica»
Dolce & Gabbana contro Chiara Ferragni? «La caduta degli influencer è automatica»
Sabato 13 Gennaio 2024, 15:42
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Dolce e Gabbana contro Chiara Ferragni? Non sarà la caduta degli dei, ma le va vicino: gli stilisti non citano mai direttamente il caso dell'imprenditrice digitale, ma dicono che quando a trionfare è la qualità - protagonista della loro collezione uomo per il prossimo inverno - «gli influencer in automatico vanno a cadere».

«Siamo stati gli unici - ricordano poco prima del loro show oggi a Milano - a non lavorare con gli influencer, li abbiamo fatti sfilare ma non abbiamo mai pagato nessuno.

Si commentano da soli e da tanto, non è una novità ora che è uscita questa bomba».

«Bisogna tornare alla qualità»

«Da un anno e mezzo abbiamo cambiato registro, siamo tornati a lavorare con maestri come Meisel e Klein e alcune modelle, a noi - spiegano prima della sfilata - piace la moda, e chi più di loro può esprimere questo concetto? Il fotografo, come il giornalista, fa un mestiere per cui ha studiato, ha una cultura, si può avere un dialogo alla pari. Un influencer di 20 anni non ha colpa, ma non ha quella cultura e con tutto il rispetto il suo è un lavoro diverso, oggi bisogna tornare alla qualità, che è anche amore, perché la carezza di un padre non ha il valore di un like».

La visione degli stilisti

«In questi anni ci siamo tutti ubriacati con la comunicazione globale, oggi tutti parliamo di tutto, dalla medicina alla moda - sottolineano i due creativi - dalla scienza alla cultura, ma per farlo bisogna aver studiato, altrimenti cosa esisterebbero a fare le università? Dobbiamo dar voce in tutti i settori a chi ha competenze, è arrivato il momento in cui siamo tutti stanchi, dobbiamo trovare una soluzione per migliorare. Dicono che la bellezza salverà il mondo e noi - concludono - ci crediamo».

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