Paolo Brosio: «Mi manca mia mamma, sogno una donna con cui metter su famiglia»

L'intervista con l'AdnKronos del giornalista

Paolo Brosio: «Mi manca mia mamma, sogno una donna con cui metter su famiglia»
Paolo Brosio: «Mi manca mia mamma, sogno una donna con cui metter su famiglia»
Venerdì 27 Ottobre 2023, 11:34 - Ultimo agg. 11:45
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La carriera giornalistica, la folgorazione della fede, la volontà di crearsi una famiglia, il dolore per la perdita dell'amatissima mamma. Paolo Brosio si mette a nudo e in una lunga intervista all'Adnkronos si racconta. Dall'esperienza giornalistica partita nei quotidiani locali, del suo approdo a Mediaset, che fu «una vera e propria svolta», al suo passaggio in Rai, dalla sua profonda fede che lo guida ormai da anni e che lo ha aiutato anche a superare «la sofferenza profonda» causatagli dalla scomparsa dell'inseparabile mamma Anna. 

Paolo Brosio in lacrime a Verissimo per la morte della madre, il ricordo delle ultime ore di Anna

«Ho avuto tutto, il mio lavoro è stata una linfa incredibile per vivere una vita straordinariamente intensa e piena di successi» poi «ho avuto una breve caduta: ero sommerso dal dolore ma la fede mi ha salvato la vita». Ora «sogno una donna con cui fare famiglia». Ecco le sue parole.

 

La mamma

«Ho sofferto tanto per la morte di mia madre - racconta il giornalista, oggi 67enne - sono figlio unico ed ero legatissimo a mia mamma, avevo fatto anche tante cose con lei, anche in tv.

E avendo perso anche mio padre è stata durissima. Mia madre è vissuta fino a 102 anni quindi questo per me è già una grazia incredibile. Siamo stati tanto insieme e gli ultimi anni mi sono dedicato tanto a lei. Vederla morire da una telecamerina su whatsapp (lui era lontano, lei in ospedale, ndr.) è stata una sofferenza tremenda. Mi ha salvato la fede, se non avessi avuto la fede sarei stato spacciato. Vado a messa ogni giorno perché a me piace proprio, mi dà forza, mi piace ascoltare le omelie e sentire la parola di Dio».

La fede

«Il mio unico pensiero ormai è quello di aiutare gli altri - spiega Brosio - A Medjugorje ho messo in piedi un cantiere con venti operai che lavorano tutti i giorni, sto facendo un enorme pronto soccorso, il primo della storia di Medjugorje, che sarà aperto a tutte le etnie e religioni. Un segnale importante in questo momento in cui i venti di guerra attraversano tutto il mondo. Il mio compito ora è solo questo - aggiunge - non devo essere distratto da altro, devo portare 2 milioni di euro là, ora mi mancano ancora 490 mila euro per finire la parte sanitaria. Sarà un pronto soccorso di più di mille metri quadri, un 118, ambulanze h24 e le misericordie che sono associazioni di volontariato della protezione civile italiana che sono fior fior del professionismo. Grazie al sostegno di tanti donatori siamo arrivati al tetto, abbiamo già chiuso l'edificio».

 

La carriera

Ti mancano le tue imprese da inviato nel Tg4 di Emilio Fede? «Ho iniziato a fare il giornalista a 18 anni al 'Il Secolo XIX', sono 55 anni di professione di cui sono soddisfatto - risponde Brosio - ho avuto tutto, ho fatto le cose più belle. Sono uscito come inviato speciale dei quotidiani, ho iniziato a "La Nazione" poi sono passato al "Il Secolo XIX" a Genova quindi ho fatto 15 anni lì e successivamente 14 anni nei telegiornali di Mediaset dove mi sono occupato di cronaca nera, giudiziaria, di sport insomma ho fatto di tutto». «Ho fatto anche - ricorda - quindici prime serata nel programma '8 mm' condotto da Alessia Marcuzzi sempre a Mediaset, poi sono passato alla Rai a 'Quelli che il calciò per sei anni con Fabio Fazio che all'epoca era un programma cult della domenica anche perché il calcio se non lo vedevi lì non lo vedevi sulle Il pay-per-view».

 

Berlusconi

Qual è la persona che ricordi con più affetto? «Sicuramente Silvio Berlusconi - dice - Berlusconi, era un genio». Come lo hai conosciuto? «Lavoravo a "La Nazione" e giravo tutte redazioni toscane e sabato e domenica per arrotondare lavoravo come capo ufficio stampa del Pisa calcio quando il Pisa serie era in serie A. Una volta mi mandano a prendere Berlusconi nella pista dei jet privati e lì gli dissi che sognavo di lavorare a Mediaset». «Berlusconi - racconta ancora il giornalista - mi rispose, era il 1984, che alla fine degli anni '80 ci sarebbero state delle novità e di mandargli il curriculum e mi dette subito una email a cui mandarlo. Poi nel '90 scoppiò la Guerra del Golfo e Fede diventò direttore ad interim di tutti e tre i giornali di Mediaset così andai a Milano e da lì feci un colloquio con Fede di notte, aveva bisogno di inviati e mi prese. Da lì feci una carriera impensabile, non avevo una lira. Devo tutto a Berlusconi».

L'amore

Sulla sua vita privata Brosio ammette: «Non sono innamorato di nessuno, ho la testa solo per il mio pronto soccorso. Ma sogno ancora una donna con cui mettere su famiglia. L'unico rimpianto che ho - ammette - è di non aver avuto figli. Ho adottato una bimba di Medjugorje, adesso ha 14 anni e gioca nella Premier League del calcio bosniaco. Certo, se potessi avere una famiglia ora sarei felice», conclude.

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