Il fragile e malato sottosuolo di tufo, sul quale poggiano le fondamenta di tutti i centri storici dei venti e più comuni dell’hinterland a nord di Napoli e in parte di quelli della cinta sud del comprensorio aversano. Questa mattina, poco dopo le dodici, in via Cesare Battisti, centro storico di Cardito, si è sfiorata un’immane tragedia. Senza alcun segno premonitore si è aperta una voragine larga una decina di metri per circa trenta di profondità, nel cortile di un edificio che segna l’angolo tra Via Molino e Via Cesare Battisti.
Un palazzo a corte, costruito intorno al 1875, e ristrutturato qualche anno fa.
Il sordo boato a cui ha fatto seguito una vera e propria nube di polvere, ha fatto si che, che tutti gli otto nuclei famigliari, riuniti per il pranzo si precipitassero all’esterno per mettersi in salvo. Sul posto, oltre a un paio di squadre dei vigili del fuoco, sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Caivano, diretta dal capitano Antonio Maria Cavallo insieme ai militari della caserma di Crispano e gli agenti della municipale con il comandante Luigi Palumbo, che hanno provveduto a mettere in sicurezza la zona circostante l’edificio, che è stata chiusa al traffico e al passaggio dei pedoni.
Rientrato in tutta fretta da Napoli per un impegno da vice sindaco della Citta Metropolitana, Giuseppe Cirillo, primo cittadino di Cardito, ha coordinato la sistemazione degli otto nuclei famigliari, alcuni dei quali saranno ospitati fino a martedì in un albergo della zona, mentre gli altri hanno trovato ospitalità presso parenti. «Già in serata – ha commentato il sindaco – dopo le verifiche dei tecnici comunali, inizieranno le operazioni di riempimento della cavità, e se tutto procederà secondo il nostro crono programma, potremmo far rientrare tutte le famiglie».