Clochard morto nel rudere è giallo a Poggiomarino

ll cadavere carbonizzato è di un immigrato, tra le ipotesi un omicidio o un incidente

ll luogo del ritrovamento
ll luogo del ritrovamento
di Francesco Gravetti
Sabato 25 Novembre 2023, 08:37 - Ultimo agg. 11:45
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Il tronco era completamente bruciato, le mani e i piedi quasi inesistenti, la testa presentava lesioni profonde, forse a causa di colpi subiti o forse per l'azione corrosiva del fuoco. Era in queste condizioni il cadavere dell'uomo rinvenuto nella tarda serata di giovedì dai carabinieri di Poggiomarino. Si tratta di un uomo, identificato come un marocchino di 44 anni, noto perché viveva di espedienti e frequentava l'ambiente dei clochard della zona.

Gli investigatori sono al lavoro per capire cosa sia successo: il marocchino potrebbe essere stato ucciso e poi bruciato o travolto dalle fiamme a causa di un incidente.

Allertati da una telefonata, le forze dell'ordine sono intervenuti in via Canalone, ai confini tra Boscoreale e Poggiomarino. È una zona nota per essere un ritrovo di balordi, per lo più senza fissa dimora e tossici, dove nel corso degli anni si sono susseguiti episodi di violenza o di delinquenza. Una terra di nessuno, insomma.

A chiamare i carabinieri è stato un connazionale della vittima: poche parole per dire che il corpo del conoscente stava bruciando. Il cadavere si trovava dentro un rudere, che in passato è stato usato anche come tetto dove dormire dai clochard. Intorno a lui, spazzatura e poco altro. L'uomo non aveva addosso documenti, ma l'identificazione è avvenuta comunque in poco tempo: la telefonata del connazionale e altri elementi hanno indotto i carabinieri a ritenere che si trattasse del 44enne, che spesso si vedeva in giro vestito di stracci. La salma è stata sequestrata e portata al Policlinico di Napoli, dove già questa mattina verrà eseguita l'autopsia, disposta dal pm di turno della procura di Torre Annunziata.
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I risultati dell'esame medico saranno decisivi per orientare le indagini delle forze dell'ordine. L'uomo, infatti, è stato trovato con il cranio fracassato: una circostanza che farebbe supporre una lite o comunque un'aggressione, culminata con un omicidio. Chi ha ucciso il marocchino, poi, potrebbe averlo bruciato nel capannone e lasciato lì. Ma la testa potrebbe anche essere stata distrutta dalle fiamme. In tal caso non sarebbe esclusa l'ipotesi di un incidente: magari il 44enne stava cercando di accendere un falò per riscaldarsi e potrebbe aver perso il controllo del fuoco, fino a finire travolto. Oltre all'autopsia, ulteriori importanti elementi arriveranno dalle immagini degli impianti di videosorveglianza dei negozi di viale Manzoni. Infine, le indagini si stanno orientando anche verso le frequentazioni dell'uomo, l'ambiente difficile che lui frequentava, fatto soprattutto di miseria e indigenza: se delitto c'è stato, è maturato in quel contesto.
 

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