Dai Lattari la droga per la movida sorrentina: condannati 7 imputati

Gli ordini arrivavano dal carcere e gli acquisti venivano gestiti dalle donne

Guardia di Finanza
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di Dario Sautto
Mercoledì 25 Ottobre 2023, 19:23 - Ultimo agg. 26 Ottobre, 14:55
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Sorrento. La droga del clan dei Lattari ordinata dal carcere per rifornire le piazze di spaccio della Penisola Sorrentina in estate, con un ruolo decisivo delle donne.

Mentre il rampollo del clan Di Martino è ancora latitante, a cinque mesi dal blitz antidroga della guardia di finanza arrivano pesanti condanne in primo grado per gli imputati. Condannato a 13 anni (in continuazione con precedenti sentenze) Massimo Terminiello, ritenuto il referente del clan D'Alessandro in Penisola Sorrentina, già in carcere per altro. Era lui, secondo l'Antimafia (sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta) a gestire le forniture di droga per la movida sorrentina, telefonando alla compagna Enza Breglia (condannata a 7 anni e 10 mesi), dandole indicazioni precise per raggiungere Gragnano e ritirare stupefacenti forniti da Vincenzo Di Martino, figlio del boss detenuto Leonardo «'o lione», latitante da cinque mesi.

Pena più elevata inflitta inflitta dal gup del tribunale di Napoli Rosamaria De Lellis a Colomba Breglia, condannata a 14 anni di reclusione.

Il suo compagno Luigi Gargiulo, invece, è stato condannato a 8 anni e 5 mesi. Condanna a 8 anni anche per Gariela Ortu, che avrebbe partecipato all'acquisto di forniture di droga e alla custodia di cocaina e marijuana, in vista della vendita che avveniva in estate tra Massa Lubrense, Sorrento e Piano di Sorrento. Infine, in cella con Terminiello era detenuto anche Antonio Carfora, figlio dell'ergastolano Nicola «'o fuoco», condannato a un anno di reclusione per l'utilizzo di un telefonino in carcere. Per la sua compagna Valeria Carsana condanna a 2 anni e 10 mesi.

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