Resti umani sulla spiaggia di Paestum: «Diteci se appartengono a mio fratello Giuseppe»

Lo psicologo di Torre del Greco scomparso ormai da 9 anni

Le ossa sulla spiaggia di Paestum
Le ossa sulla spiaggia di Paestum
di Dario Sautto e Antonio Vuolo
Venerdì 22 Marzo 2024, 11:03 - Ultimo agg. 13:00
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«Attraverso i carabinieri, abbiamo chiesto il test del Dna su quell'arto ritrovato in spiaggia. Ci vorranno due mesi per ottenere i risultati, ma restiamo in attesa e speriamo che non si tratti di mio fratello». A pochi giorni dal macabro ritrovamento delle ossa di una gamba e una scarpa sulla spiaggia di Licinella di Capaccio-Paestum avvenuto lo scorso 3 marzo, la famiglia di Giuseppe Di Meglio ha fatto richiesta per capire se possa trattarsi dello psicologo di Torre del Greco, scomparso ormai da quasi nove anni l'ultimo avvistamento è avvenuto a Meta di Sorrento il 18 giugno del 2015 e del quale si sono perse le tracce da allora. A chiedere l'esame genetico è il fratello di Giuseppe, Andrea Di Meglio, che non ha mai abbandonato le ricerche. Per lui ci sono delle possibilità. «La scarpa ritrovata è la stessa misura che calzava Giuseppe, il numero 43, e il modello Asics con quei colori è molto simile precisa Andrea Di Meglio anche se ci hanno spiegato che quelle scarpe sono entrate in produzione dopo il 2015. Noi, però, vogliamo fugare ogni dubbio attraverso il test del Dna. Nella banca dati sono presenti campioni genetici sia mio che di nostra madre, perché negli anni sono stati effettuati diversi match con altre salme senza nome conservate negli obitori. La nostra speranza è che non si tratti di lui perché speriamo sempre di ritrovare Giuseppe ancora vivo».

La scomparsa

Giuseppe Di Meglio è uscito per l'ultima volta dalla sua abitazione di Giuseppe Di Meglio il 17 giugno del 2015. Laureato in psicologia, 41 anni, in quel periodo senza lavoro, Giuseppe raccontò al fratello Andrea di essere in un villaggio turistico con una donna a Vico Equense.

L'ultimo contatto con i familiari era avvenuto il giorno dopo, quando si trovava nella vicina Meta di Sorrento. Una telefonata veloce per spiegare che si trovava ancora in Penisola Sorrentina, poi da allora il cellulare è rimasto spento e Giuseppe non ha più dato notizie di sé. Il giorno dopo scattò l'allarme dei familiari, che chiesero ai carabinieri di effettuare le ricerche e avviarono delle perlustrazioni tra Vico Equense e Meta anche autonomamente, purtroppo senza riscontro. Da allora, per la famiglia Di Meglio la fiammella della speranza è rimasta sempre accesa, ma sempre più flebile, purtroppo molto spesso collegata ad altri cadaveri e riscontri genetici, sempre senza esito. Ora, quest'ultimo macabro ritrovamento sulla spiaggia di Paestum, avvenuto alcuni giorni fa, ha spinto i familiari a chiedere degli approfondimenti, sta alimentando quello che sembra un vero e proprio giallo lungo le coste campane. 

L'inchiesta

Per ora c'è massimo riserbo da parte degli investigatori sull'ipotesi che il piede e la scarpa da ginnastica ritrovati sulla costa di Capaccio Paestum la mattina dello scorso 3 marzo possano appartenere allo psicologo sparito da Meta di Sorrento nel 2015. Le indagini, su delega della Procura di Salerno, sono condotte dai carabinieri della Compagnia di Agropoli, agli ordini del capitano Giuseppe Colella. Dall'esame autoptico, eseguito presso l'obitorio di Eboli su ordine dei pm salernitani, è emerso che i resti appartengano a un uomo morto da non più di 9 mesi. I reperti saranno trasmessi ai laboratori del Ris di Roma dove sarà ricavato il Dna che sarà incrociato con quelli di eventuali persone scomparse o ricercate, tra cui compare ora anche Giuseppe Di Meglio, proprio come richiesto dal fratello Andrea ai carabinieri e alla trasmissione televisiva «Chi l'ha visto?». Ma ci vorranno almeno un paio di mesi prima di avere il quadro più chiaro della vicenda. C'è da approfondire, infatti, anche il ritrovamento di un altro piede, avvenuto poche ore dopo, più a sud, sulla spiaggia di Santa Maria di Ricadi, a sud del promontorio di Capo Vaticano, in Calabria. Nello specifico, si tratta di un piede sinistro ancora infilato nel calzino e nella scarpa, identici a quelli ritrovati sul litorale salernitano. Una singolare coincidenza che, al momento, non lascerebbe dubbi sul fatto che i resti appartengano alla stessa persona. A indagare, in questo caso, sono i militari dell'Arma della stazione di Spilinga su ordine della Procura di Vibo Valentia. Diverse, dunque, le ipotesi al vaglio degli investigatori e non è da escludere che le ossa umane rinvenute a distanza di un giorno le prime dalle altre, tra la costa campana e calabrese, possano appartenere al 41enne scomparso nel 2015: la datazione più recente non escluderebbe del tutto quella pista, anche se si cercano indizi tra le denunce di scomparsa del 2023. A sciogliere ogni dubbio potrà essere solamente la comparazione con il Dna di Giuseppe Di Meglio, che sarà eseguita con molta probabilità nelle prossime settimane, con i risultati che non arriveranno prima di maggio. Dopo gli accertamenti, inoltre, i dati potranno essere inseriti anche nel Registro nazionale dei cadaveri non identificati istituito dal ministero dell'Interno, database per le persone scomparse che contiene le informazioni più significative riguardanti segni e particolari fisionomici (come ad esempio sesso, età, protesi, tatuaggi, cicatrici, amputazioni, interventi chirurgici, indumenti) nonché altre circostanze relative al rinvenimento di corpi di sconosciuti, per cercare di risalire all'identità. 

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