Melito, dimissioni in massa: il Consiglio al passo d'addio

Mottola lascia ma tace davanti al gip in silenzio anche l'imprenditore Rostan

Il Comune di Melito
Il Comune di Melito
di Giovanni Mauriello
Sabato 22 Aprile 2023, 10:01 - Ultimo agg. 25 Aprile, 11:07
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A poche ore dall'interrogatorio di garanzia in carcere, il sindaco di Melito Luciano Mottola, arrestato quattro giorni fa assieme al presidente del consiglio, a due consiglieri comunali e ad altre quattordici persone (alcune già detenute per altri crimini) per presunti reati di scambio elettorale politico-mafioso riferiti alle elezioni del 2021, condizionate secondo i magistrati dalla camorra, ieri ha gettato la spugna. Dimissioni irrevocabili. Mottola si dichiara «estraneo da ogni accusa» e si dimette, scrive, per «tutelare l'Ente e difendermi libero da ogni condizionamento».

La lettera (sei righe in stampatello), indirizzata al segretario comunale e ai consiglieri, è stata protocollata dall'avvocato Luciano Mottola, parente e omonimo dell'indagato. Una copia è sul tavolo del prefetto Claudio Palomba, che 48 ore prima aveva già sospeso il sindaco e i consiglieri arrestati (uno di essi è ai domiciliari).

Ma non finisce qui. Ieri sera anche l'intera maggioranza di centrodestra ha rassegnato le dimissioni. I 14 consiglieri hanno firmato un documento davanti alla segretaria comunale Maria Antonietta Iacobellis avviando di fatto l'iter per lo scioglimento del consiglio comunale.

Accanto alle firme degli eletti c'erano anche quelle dei sei assessori, che avevano partecipato all'ultima riunione nella stanza di Mottola, le cui funzioni erano passate momentaneamente nelle mani del vice sindaco Marco Ponticiello (mentre Maddalena Ruberti, sia pur per pochi giorni, era subentrata a Rocco Marrone alla presidenza del consiglio comunale).

«È doveroso evidenziare scrivono gli ormai ex consiglieri la totale estraneità dell'intera amministrazione a forze oscure e presenti sul territorio, come dimostrabile dalla trasparenza totale di tutti gli atti prodotti dal nostro insediamento. In questi diciotto mesi numerose sono state le scelte coraggiose e impopolari per il ripristino della legalità in un paese finora martoriato». Nel documento si fa riferimento alla comunicazione di Luciano Mottola, relativa alle sue «irrevocabili dimissioni dalla carica di sindaco a seguito delle presunte accuse riportate nell'ordinanza di custodia cautelare». Mottola, peraltro, davanti al Gip Isabella Iaselli si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Nell'articolata lettera che sancisce, con le contestuali dimissioni, lo scioglimento del consiglio comunale, in nove punti è riportata la strada percorsa dalla maggioranza di centrodestra con «richieste costanti e continue al ministero dell'Interno e al prefetto per rafforzare le esigue forze dell'ordine presenti sul territorio e le assegnazioni dei beni confiscati alla criminalità organizzata ad associazioni di volontariato impegnate nel sociale».
Tra le altre citazioni quelle della rinuncia alla nomina di dirigenti esterni, optando per la rotazione interna già seguita da precedenti commissari prefettizi; la lotta contro lo sversamento illecito dei rifiuti; gli abbattimenti di decine di manufatti abusivi nei rioni 219; la lotta contro l'occupazione abusiva del suolo pubblico; seminari contro la criminalità organizzata con il coinvolgimento delle forze dell'ordine; atti propedeutici allo sgombero definitivo dell'area comunale occupata abusivamente da oltre venti anni e destinata alla realizzazione del bocciodromo; contrasto al contrabbando.

«Conoscendo la forte sensibilità dell'ex sindaco Luciano Mottola nei confronti della legalità la conclusione confidiamo nell'operato della magistratura e comunichiamo le dimissioni da tutte le cariche dell'intera maggioranza, al fine di poter tutelare l'Ente, consentendo agli imputati di potersi difendere in modo libero da ogni condizionamento».

La scelta delle dimissioni accelera l'insediamento degli organi prefettizi. Tra poche ore sarà nominato il commissario e non si esclude che possa essere inviata al Comune di Melito anche la commissione d'accesso. Intanto ieri mattina oltre a Mottola, c'è stato l'interrogatorio di garanzia in carcere anche per Emilio Rostan, ex sindaco socialista degli anni Ottanta e papà dell'ex parlamentare Michela (estranea alla vicenda). L'imprenditore 76enne si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande dei magistrati.
 

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