L'appello della scrittrice sordomuta: «Vogliamo i sottotitoli al cinema»

Alessandra promuove una petizione online

Alessandra Romano
Alessandra Romano
di Francesca Mari
Sabato 8 Luglio 2023, 09:47
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«Il cinema è un luogo di emozioni e di empatia, dove si creano atmosfere in grado di far vivere le persone in tanti scenari. Introdurre i sottotitoli regalerebbe a tanti la possibilità di appropriarsi dei linguaggi di questa forma d'arte che è il cinema, chi non sente, chi ha difficoltà a comprendere o semplicemente chi vorrebbe "sentire leggendo le parole e i suoni"». Alessandra Romano, scrittrice con diversi romanzi all'attivo e giornalista pubblicista di Portici, ha 28 anni e all'età di 17 anni ha scoperto di avere una malattia rara che l'ha resa sordomuta. Insieme alle associazioni Fiadda Campania, presieduta da Raffaele Fusco, e Ledha Donne rappresentata da Elena Montuschi, ha fatto partire una petizione online per far introdurre i sottotitoli nei cinema di napoli e provincia.

La raccolta firme ha già raggiunto circa 500 adesioni.

Lo scopo è creare un "percorso virtuoso" con alcuni cinema del territorio in cui le proiezioni possano avere i sottotitoli, in modo da non precludere a nessuno la possibilità di beneficiare a 360 gradi dello spettacolo. Il suggerimento è di iniziare con proiezioni sottotitolate programmate, in modo da sensibilizzare tutti sull'argomento e, a piccoli passi, cominciare a favorire linguaggi che consentano l'aggregazione senza barriere.

«Prima ero una spettatrice molto assidua - dice Alessandra - amavo e amo ancora il cinema e ho trovato ingiusto doverne fare a meno a causa della mia sordità. I film possono anche essere visti a casa comodamente dopo diverso tempo ma non è la stessa cosa. Manca l'esperienza stessa del cinema, manca un'esperienza della vita: se si può trovare una soluzione perché non metterla in atto? Qualche cinema di Napoli ci ha già garantito il proprio sostegno, speriamo che in molti accolgano il nostro appello. e chissà, intorno al cinema, con altre nuove iniziative per altre soluzioni potrà nascere un nuovo linguaggio, quello dello stare insieme senza barriere».

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