Sparò con il kalashnikov contro bimbi in gelateria «Processo al baby boss»

Agguasto a Sant'anastasia, c'è la svolta: "Sì al rito immediato per il babykiller"

I rilievi davanti al bar del ferimento
I rilievi davanti al bar del ferimento
di Leandro Del Gaudio
Domenica 10 Dicembre 2023, 00:00 - Ultimo agg. 11:59
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Hanno agito con premeditazione e in perfetto stile mafioso. Hanno agito per dare forza e concretezza a una logica di potere militare sul territorio. Erano in due, in sella a una moto, hanno fatto fuoco senza badare alle conseguenze. Anzi: probabilmente avevano calcolato, nella loro ottica distorta, che quell’inferno scatenato all’improvviso avrebbe rafforzato le proprie posizioni nell’hinterland

Scena cristallizzata da video e testimonianze, che consente alla Procura dei minori di firmare una sorta di svolta nei confronti di uno dei due indagati. In sintesi, il pm dei Colli Aminei chiede il processo immediato nei confronti di G.G., classe 2006, ritenuto responsabile di tentato omicidio e detenzione di armi da fuoco aggravati dal fine mafioso. Una svolta nel corso dell’inchiesta su quanto avvenuto lo scorso 23 maggio, nei pressi di via D’Auria a Sant’Anastasia, quando venne ferita da un colpo di mitra alla testa anche una bambina di soli 10 anni.

Un episodio drammatico, su cui la Procura per i minori decide di imprimere un’accelerata: prima udienza il prossimo otto febbraio, dinanzi ai giudici del Tribunale dei Colli Aminei. Una vicenda che ruota attorno a una perizia del Ris depositata agli atti, da cui emerge la traiettoria dei colpi esplosi, in una circostanza che avrebbe potuto far registrare conseguenze addirittura peggiori. Scrive il pm: «Strada densamente popolata, centro storico, tante famiglie in circolazione».

È il primo atto di accusa per il ferimento della bambina di 10 anni, mentre la Procura di Nola è al lavoro per mettere a fuoco la responsabilità del complice del minorenne, vale a dire del 18enne Emanuele Civita. Ricordate il caso? Sono da poco trascorse le nove dello scorso 23 maggio, giornata per altro dedicata alla commemorazione delle vittime di mafia dopo la strage di via Capaci. In una gelateria nei pressi della piazza principale del comune vesuviano, c’è una festicciola di bambini. Una festa di compleanno, mamme e papà, piccoli che assaggiano un gelato, in una atmosfera completamente rilassata. Arrivano due soggetti in sella a uno scooter, incrociano gli sguardi con ragazzi del posto. Un atteggiamento di sfida, all’insegna della provocazione. Cercano rogne, provano a scatenare una reazione.

Video

Dalle immagini a disposizione, si capisce che c’è un breve dialogo tra i due elementi con alcuni soggetti che stazionavano all’esterno dei locali del corso principale. Pochi attimi dopo, è un inferno. Uno dei due, il più giovane, fa fuoco: impugna una «pistola mitragliatrice marca Sten» e dà inizio a una rappresaglia senza un obiettivo preciso. Spari a terra, con una gittata a salire, secondo quanto emerge dalla ricostruzione fatta dalla scientifica. Una sventagliata. Fatto sta che una di queste pallottole, di rimbalzo, raggiunge la bambina che, nel frattempo, sta assieme ai genitori, assieme al fratellino, ad assaporare i gusti del gelato preferiti. Il resto è la storia di un miracolo. C’è un passante che non resta inerte. Vede la piccola ferita, per altro si accorge che anche la mamma e il padre sono stati colpiti in modo meno grave. È lui il protagonista di questa storia. In una manciata di minuti riesce a raggiungere l’ospedale Santobono, in una sorta di corsa segnata dalla disperazione della madre, dalle domande della piccola in una condizione di semincoscienza. Il resto lo fanno i medici del Santobono, vero e proprio presidio di eccellenza sul territorio, che riescono ad estrarre il colpo dal cervello e a salvare la piccola. Questione di millimetri, questione di attimi. Ora la parola va ai giudici. Difesi dagli avvocati Antonio Sorbilli e 0

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