Forcella abbandonata: «Qui niente Stato, salviamo la nostra storia»

Forcella abbandonata: «Qui niente Stato, salviamo la nostra storia»
di Giuliana Covella
Lunedì 1 Febbraio 2021, 08:30
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L'inizio della rinascita si era intravisto con il murale di Jorit raffigurante San Gennaro. Ma nonostante l'egregio lavoro di tanti manca ancora la materia prima per far decollare il cambiamento a Forcella: la presenza delle istituzioni. A dirlo, a chiare lettere, sono coloro che ogni giorno si battono per il ripristino di ordine, sicurezza e legalità nel rione. Parrocchie, fondazioni, associazioni, teatri che si sono sostituiti allo Stato nella comune intenzione di fare rete per il bene di uno dei quartieri più ricchi di storia, arte e cultura. «Finché sarà la camorra a garantire un welfare così efficiente, lo Stato avrà proseguito nel fallimento», è l'amara constatazione di padre Angelo Berselli, parroco di San Giorgio Maggiore.

«Quel che serve per salvare Forcella è una rete creata dalle istituzioni, capace di coordinare le forze sane del territorio». Don Angelo Berselli, alla guida della parrocchia di San Giorgio Maggiore da 13 anni, non ha dubbi su ruoli e responsabilità per la rinascita di Forcella.

Ma soprattutto su chi l'ha lasciata morire per decenni. «Avendo avuto esperienza in altre zone calde - spiega - so bene che la camorra di oggi è più pericolosa, ma allo stesso tempo più vulnerabile di quella di prima. Il problema è che se si prende cura degli affiliati come fossero dipendenti, dimostrerà ancora una volta di potersi sostituire allo Stato». Uno Stato che, fatta eccezione per le forze dell'ordine, a Forcella è una chimera, come ha denunciato ieri il Mattino nella pagina «L'Uovo di Virgilio». «In campagna elettorale - incalza il parroco - Forcella diventerà la solita passerella. Mentre qui finanche la polizia municipale è biodegradabile: non appena piove si dissolve».

«L'abbandono delle istituzioni? Lo si vede a partire dalla discarica davanti alla chiesa di Sant'Agrippino». Così Antonio Raio, presidente Associazione Commercianti AForcella, in prima linea per la rinascita del rione. «Tra via Vicaria Vecchia e via Forcella c'è una batteria di 14 cassonetti, in pieno centro storico Unesco». E che dire delle lucciole in vico Pace? «Solo una volta c'è stato un blitz, poi nulla». E i vigili urbani? «Non ci sono. In ogni angolo abbiamo carcasse di scooter. Noi colmiamo le mancanze delle istituzioni. Come per le fontane della Scapigliata e del Capone restaurate a nostre spese». Rincara la dose Giuseppe Perna, presidente Associazione Annalisa Durante: «Abbiamo collezionato denunce e proposte inviate a Conte, De Luca, de Magistris. Da mesi chiediamo al Comune di indire una conferenza di servizi per interventi di riqualificazione ambientale. Municipalità e assessore comunale all'ambiente sono d'accordo, ma perché non si è fatto nulla?». A rispondere è Francesco Chirico, presidente della II Municipalità: «Il fallimento della differenziata è evidente, ma stiamo sollecitando Asia per ripensare la modalità. Ciò che poi grida vendetta sono i tubi innocenti dell'80, dove c'è un contenzioso tra Curia e Demanio. Da parte nostra abbiamo spinto per un'area pedonale protetta da telecamere e di imminente realizzazione». «Forcella non avrà speranze, fino a quando la gente in carne e ossa, non gli intrusi, non si riprenderà il territorio», commenta Armando Simeone, del Comitato Lenzuola Bianche. «Purtroppo Forcella è una vittima delle istituzioni - tuona Gianfranco Wurzburger, presidente di Assogioca - lo stato di abbandono è sotto gli occhi di tutti: ponteggi del terremoto, strade dissestate, discariche a cielo aperto».

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Tra le tante associazioni impegnate nel cambiamento di Forcella c'è L'Altra Napoli onlus: «La nostra missione - spiega il vicepresidente Antonio Lucidi - ci ha portato a implementare il lavoro in tre direttrici: muoversi d'intesa con il territorio e con tutti quelli che vi operano; varare progetti di largo respiro che incidano sul territorio (tra cui la Casa di Vetro, centro educativo polifunzionale; la Piccola Orchestra di Forcella; il recupero del complesso della Disciplina della Santa Croce; essere attenti alle esigenze quotidiane di chi vive nel quartiere con iniziative a sostegno dei più deboli». Altra protagonista del riscatto è la Fondazione Banco di Napoli: «i progetti intrapresi per Forcella sono tanti - afferma la presidente Rossella Paliotto - Abbiamo promesso il progetto Fa.Re. con le associazioni, Annalisa Durante, Legambiente e Samb e Diop; con II Municipalità, Fondazione Pro e scuole La maleducazione sentimentale, progetto che vogliamo portare in tutto il Meridione; per la prima volta quest'anno abbiamo portato le luci di Natale; donato 750 pacchi alimentari e 20mila mascherine ai medici di base; finanziato i lavori della scuola Cardinale Ursi. Cos'altro dobbiamo fare?». A parlare per la Fondazione Trianon Viviani è il presidente Giovanni Pinto: «con i consiglieri Igina Di Napoli e Antonio Lucidi e il direttore artistico Marisa Laurito ci stiamo coordinando con parrocchie, fondazioni e soggetti di impresa e terzo settore del territorio in progetti e iniziative di rigenerazione urbana che riconnettano virtuosamente Forcella alla città». 

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