Galleria Vittoria, Napoli si indigna: «Uno scandalo nazionale, ora basta»

Galleria Vittoria, Napoli si indigna: «Uno scandalo nazionale, ora basta»
di Paolo Barbuto
Venerdì 16 Luglio 2021, 00:10 - Ultimo agg. 17 Luglio, 08:51
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Dieci mesi di chiusura della galleria Vittoria hanno portato la città all’esasperazione. Nessun operaio al lavoro, nessuna data d’inizio lavori ancora prevista, solo una infinita sequenza di annunci, ipotesi, promesse e delusioni. L’altro giorno un gruppetto di cittadini, guidati dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, ha simbolicamente occupato il tunnel: è partita una raccolta di firme per chiedere la nomina di un commissario governativo che si occupi dei lavori; la raccolta in un solo giorno ha riunito mille adesioni, perché la questione sta diventando insostenibile.

In campo per chiedere una svolta sono scesi anche tanti napoletani noti. Il primo a “metterci la faccia” è stato Gianni Simioli, conduttore radiofonico che da mesi con la sua “Radiazza” si batte per una soluzione: «Riapritela, per piacere riaprite la galleria» - ha detto sconsolato i un video che ha affidato al web dopo aver ricordato che da troppi mesi c’è chi parla senza mantenere le promesse.

In campo, con un accorato video, è sceso anche l’attore Massimiliano Gallo: «Questa situazione sta creando profondo disagio alla città, chiedo un intervento immediato delle istituzioni. Napoli merita di più».

Video

Decisamente più severo lo scrittore Maurizio de Giovanni il quale non ha esitato a definire la questione della galleria Vittoria «una Vergogna nazionale, una situazione da terzo mondo reale». De Giovanni ha anche auspicato una reazione forte da parte dei cittadini: «Bisogna che i napoletani facciano sentire la loro voce, non si può restare immobili di fronte a questo scempio. Sono consapevole che esistono decine di altre situazioni di degrado e di disagio, penso alla Villa Comunale, ad esempio. Però la riapertura della galleria diventa sempre più urgente, perché influisce sulla vita delle persone».

A sostenere la battaglia per una rapida riapertura del tunnel, ma anche per interventi che cancellino il degrado dall’intera città, l’influencer Chiara Nasti che è giovanissima, 23 anni, ed è certa che i suoi coetanei vivono la vicenda con le stesse difficoltà dei genitori: «I ragazzi stanno cercando di recuperare la vita dopo i giorni difficili delle restrizioni, perdere tanto tempo nel traffico bloccato, rappresenta un ostacolo che considerano insormontabile - esordisce con enfasi - sulla specifica questione della galleria Vittoria devo dire che mi sembra scandaloso che non si riesca a trovare una soluzione. È assurdo che tanti mesi di attesa non abbiano prodotto ancora nulla». Nasti promette che a breve userà i suoi social (1,9 milioni di follower su Instagram) per diffondere un messaggio di richiesta di intervento immediato.

L’ipotesi di radunare gente per esprimere dissenso si sta facendo strada anche dentro Confcommercio; la presidente napoletana, Carla della Corte sta pensando a una maniera per organizzare una manifestazione di piazza che raduni tutti gli scontenti: «Da mesi soffriamo per questa vicenda, adesso dobbiamo imprimere una svolta».

Durissimo il presidente dell’Aci, Antonio Coppola, il quale non esita a definire la vicenda della galleria Vittoria come «esempio plateale delle incompetenze dell’Amministrazione sulle questioni di viabilità e di manutenzione». Coppola ricorda una sua antica battaglia «la metà dei soldi incassati dalle contravvenzioni dovrebbe essere utilizzata per la manutenzione delle strade ma qui non avviene. Anche perché il Comune ha difficoltà a incassare quei denari».

Sospettoso l’attore Gino Rivieccio, preoccupato per le lungaggini negli interventi: «Io ipotizzo che possa esserci qualcosa che non vogliono dirci, magari collegato alla sicurezza del tunnel. È l’unica spiegazione di fronte a un’inerzia così plateale che, altrimenti, rappresenterebbe solo una sconfitta per l’amministrazione comunale».

Da Mergellina l’attore Benedetto Casillo sostiene che «adesso bisogna cercare soluzioni, poi si andranno a cercare i colpevoli di questa grottesca vicenda». Casillo spiega di non avere la patente e di non soffrire, come tanti napoletani, chiuso dentro un’auto: «Però mi muovo a piedi, e quando vedo quelle interminabili code di auto in fila, con tutto lo smog che producono, mi indigno come se fossi un automobilista. Non è giusto che Napoli sia privata di un percorso così determinante e non apprezzo questo balletto di responsabilità. A noi napoletani piace ballare ma qui si rischia di finire dentro al “ballo del qua qua”. Anzi nel ballo dei “quaquaraquà”, e la città non merita questo».

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