Galleria Vittoria, traffico in tilt: due chilometri in mezz'ora tra strettoia e lavori

Galleria Vittoria, traffico in tilt: due chilometri in mezz'ora tra strettoia e lavori
di Paolo Barbuto
Mercoledì 13 Gennaio 2021, 11:03 - Ultimo agg. 11:40
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L'accanimento nel rendere difficile la vita ai cittadini certe volte sembra voluto, deciso a tavolino per fare un dispetto, anche se, ovviamente, non è così: c'è un grave problema di traffico per la chiusura di un tunnel, il percorso alternativo è lungo e tortuoso, il Comune cosa fa? Crea una strettoia con un cantiere che paralizza il traffico proprio al termine di quel percorso lungo e tortuoso. Il risultato è un caos senza precedenti.

Vabbè, penserà qualcuno, ma quel cantiere forse è necessario, quei lavori saranno urgenti: no, invece, quei lavori non hanno nessun carattere di urgenza, sono banali interventi di sostituzione del manto stradale che potevano essere eseguiti in qualunque altro momento.

Eppure s'è scelto di farli proprio adesso che la circolazione sull'asse Acton-Chiaia è allo stremo. Decisione ineffabile.

Decine di napoletani hanno segnalato lo sconcio di quel cantiere che blocca tutto; qualche associazione ha tentato di farsi sentire, con scarsi risultati. Dopo una manciata di ore dall'apertura del nuovo cantiere la questione è diventata già un caso che è esploso in città coinvolgendo palazzo San Giacomo e via De Giaxa dove ha sede il comando dei vigili i quali avrebbero potuto aprire gli occhi all'amministrazione su una così delicata questione di viabilità.

«Un incomprensibile danno alla circolazione - ha detto con amarezza il presidente della prima municipalità, Francesco De Giovanni - io ho già bloccato una volta quel cantiere che doveva partire nel mese di dicembre quando era previsto un pochino di movimento che avrebbe potuto dare sostegno al commercio. Sapevo, però, che la tregua sarebbe finita. Ed ecco che è arrivato il cantiere a paralizzare tutto».

«Non comprendo le ragioni di questo specifico intervento in questo preciso momento - ha tuonato il presidente della commissione mobilità, Nino Simeone - non riesco a trovare una spiegazione all'urgenza di rifare il manto stradale proprio adesso a quell'incrocio dal quale dipende tutta la viabilità della zona. Attualmente riesco solo a confermare che ci troviamo di fronte ad amministratori incompetenti». 

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Raccolto il disagio dei napoletani ci siamo messi in macchina e abbiamo scientificamente deciso di andare a incastrarci in quel caos di traffico e rallentamenti. Partenza da piazza Municipio, cronometro alla mano, e arrivo alla fine di via Chiatamone, giusto davanti alla galleria Vittoria chiusa. Abbiamo percorso la strada tre volte (un tormento di traffico a ripetizione che avrebbe sfiancato chiunque) e abbiamo riportato il dato mediano, non quello del percorso più rapido (durato 23 minuti scarsi) né quello più lento (che ha superato i 43 minuti per via di un grosso camion che faticava a muoversi).

Sicché vi raccontiamo la storia di due chilometri e 130 metri che abbiamo percorso in 28 minuti e sette secondi alla velocità media di 4,5 chilometri l'ora: tanto per capirci, una persona che cammina a passo normale, non troppo veloce, avanza a cinque chilometri l'ora, insomma come si dice a Napoli, in questo caso è meglio farsela a piedi. 

 

Tutto nasce per via della strettoia al Chiatamone che genera code lungo tutto il percorso alternativo al tunnel della Vittoria chiuso. I rallentamenti in direzione Chiaia iniziano a manifestarsi su via Acton, all'altezza del Molosiglio: si prosegue con lentezza e sussulti per l'intero percorso. La parte più difficile è Santa Lucia dove le auto, tranquillamente tollerate in doppia fila, creano ulteriori restringimenti. Frizione-freno-acceleratore si imbocca il Chiatamone e si resta in attesa eterna: pochi metri più avanti bisogna infilarsi nel budello del cantiere-non-urgente e la guerra per chi dovrà passare prima è all'arma bianca, di fronte agli occhi, sconsolati, dei vigili che non possono farci nulla: se il Comune sottrae spazio alla circolazione, nessun vigile può crearne di nuovo.

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