Infertilità, in Campania allarme giovani: a rischio uno su quattro

dal sito starbene.it
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Mercoledì 13 Ottobre 2021, 17:52
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I giovani campani corrono un grave rischio di infertilità. Tra le cause? Obesità, stili di vita errati e inquinamento che in questa regione hanno tassi particolarmente elevati rispetto al resto del Paese. È questo l’allarme lanciato dalla Società italiana di Riproduzione Umana in occasione del Congresso Nazionale dal 13 al 16 ottobre a Napoli. Procedendo di questo passo, presto almeno un giovane su 4 in età riproduttiva si troverà ad avere problemi legati alla propria fertilità

Nella Regione Campania, complessivamente il 44,2% dei bambini presenta un eccesso ponderale che comprende sia sovrappeso che obesità. I dati sono dell’ultimo rapporto Okkio alla Salute dell’ISS. Anche gli stili di vita sono inadeguati. In Campania, nei giorni di scuola i genitori riferiscono che il 39,2% dei bambini guarda la TV o usa videogiochi/tablet/cellulare da 0 a due 2 ore al giorno, mentre il 47,6% è esposto quotidianamente alla TV o ai videogiochi/tablet/cellulare per 3 a 4 ore.

Valori preoccupanti si riscontrano nel fine settimana, durante il quale il 57,8% sta davanti alla TV per 5 ore. 

Anche l’inquinamento è in grado di ridurre la fertilità, a cominciare dalla maschile. A confermarlo sono i dati di EcoFoodFertility, uno dei progetti partner Siru coordinato dal presidente area andrologica Luigi Montano. Lo studio, condotto per ben due anni su giovani sani, di età media 19 anni in aree altamente inquinate d’Italia tra cui Terra Dei Fuochi, ha fatto emergere alterazioni degli spermatozoi in oltre il 60% dei casi, con una motilità progressiva inferiore rispetto ai parametri fissati dall’Oms. La Siru mette in luce anche un problema culturale: purtroppo ci si rende conto di questi problemi solo troppo tardi e nel momento in cui si decide di avere un bambino. Le coppie infertili impiegano 4 anni da quando chiedono aiuto per avere un figlio all’inizio di una terapia per l’infertilità. «È chiaro che questo tempo è troppo. È necessario accelerare il processo di approvazione della Linee Guida cliniche sulla Pma e attivare i Pdta adeguati», commenta Antonino Guglielmino, presidente della SIRU. 

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