Maradona jr, l'incontro al Centro linguistico della Federco II: «Napoli città esempio per integrazione giovanile»

Maradona jr, l'incontro al Centro linguistico della Federco II: «Napoli città esempio per integrazione giovanile»
Lunedì 21 Marzo 2022, 16:36
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«Napoli è una città esempio, è la città che fa più integrazione di giovani provenienti dall'estero in Italia. Ci lavoriamo anche noi e il calcio ci dà una mano perché fa unire una passione a tanti ragazzi con culture diverse». Così Diego Maradona junior, il figlio di Maradona napoletano, commenta la sua esperienza di allenatore del Napoli United a margine della mattinata organizzata dal Cla, Centro linguistico di ateneo della Federico II, sul multiculturalismo e inclusione per gli studenti provenienti dall'estero e che imparano anche l'italiano all'ateneo.

«Io sono figlio di un padre straniero ed è motivo di grande orgoglio dare una mano ai ragazzi», dice Maradona Junior che viene premiato dall'ateneo partenopeo insieme al presidente del club Antonio Gargiulo per il lavoro di inclusione con lo sport.

Maradona sottolinea anche che il razzismo continua però a esistere nel calcio, sugli spalti.

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«Chi non ha una propria storia - dice - detesta chi ce l'ha e diventa culturalmente ignorante. Penso ai cori contro giocatori provenienti dall'Africa ma anche allo striscione di Verona contro la città di Napoli, in un momento in cui c'è una guerra e muoiono bambini in Ucraina. È una cosa che dimostra un buco culturale enorme che c'è in Italia. Anche noi napoletani viviamo il razzismo da anni ma questo non deve farci perdere la consapevolezza di chi siamo».

Sul team Napoli United, che ora gioca in serie Eccellenza, il presidente Antonio Gargiulo sottolinea che: «noi siamo nati proprio sull'integrazione e l'inclusione con una grossa componente africana nel 2009 e abbiamo fatto dell'inclusione il principale obiettivo della squadra. Teniamo insieme con napoletani ragazzi da qualsiasi paese dell'Africa in campo insieme e alla pari, le diversità sono un punto di forza perché abbiamo vinto tanti campionati. In spalti razzismo però ancora forte, Napoli è una città molto aperta ma in serie A lo vediamo come problema troppo serio nel 2022. Oggi veniamo qui all'università a ritirare questo premio che ci riempie di orgoglio e riconoscimento per questi tredici anni di storia del Napoli United».

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