A Napoli DaDoM, il primo museo dedicato alla biodiversità e alla divulgazione scientifica

Sala Polifunzionale DaDoM
Sala Polifunzionale DaDoM
di Alessandra Martino
Giovedì 9 Dicembre 2021, 18:26 - Ultimo agg. 23:44
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La città partenopea è la culla della storia naturale, di cui la zoologia è parte importante. Madrina dei primi studi di ecologia marina. Basti pensare che il primo antico museo al mondo di storia naturale fu aperto proprio a Napoli nel 600 ad opera del farmacista e speziale Ferrante Imperato.

Questa mattina, Napoli ancora una volta si conferma città di cultura con il taglio del nastro del Museo Darwin-Dohrn (DaDoM), il centro scientifico-culturale della Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto Nazionale di Biologia Ecologia e Biotecnologie Marine.

Alla presenza del taglio del nastro dell’Assessore all’Innovazione e Internazionalizzazione della Regione Campania Valeria Fascione, dell’Assessore all'Ambiente e al Mare del Comune di Napoli Paolo Mancuso.

Si tratta del primo ed unico esempio in Italia di centro scientifico-culturale rivolto esclusivamente alla biodiversità marina ed evoluzione della vita in mare.

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Roberto Danovaro, Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto Nazionale di Biologia Ecologia e Biotecnologie Marine ha affermato: «Il Museo Darwin - Dohrn è un esempio unico in Italia, dove il pubblico potrà attraversare oltre 3 miliardi di anni di evoluzione e comprendere la straordinarietà degli adattamenti degli organismi all’ambiente marino.

Spero che oltre a spiegare il senso di 150 cinquant’anni di ricerca della Stazione Zoologica Anton Dohrn, questo museo possa ispirare una maggiore consapevolezza sulla necessità di conoscere e proteggere la vita marina».

Napoli è l'area prediletta per lo studio della storia naturale grazie alla sua posizione geografica, alle condizioni climatiche, alla complessità delle coste con laghi salmastri, conferiscono una grande eterogeneità al passaggio marino chi associano una flora e una fauna straordinariamente ricche.

I ricercatori di tutto il mondo lavorarono alla Stazione Zoologica studiarono la biodiversità del Golfo di Napoli e, attraverso di essa, indagarono i processi di base del funzionamento della vita. Questa è ancora la missione della Stazione Zoologica oggi.

«Il Museo Darwin Dohrn celebra il sodalizio tra i due mostrando la diversità della vita in mare, la sua ecologia e la sua evoluzione, e apre al grande pubblico una finestra sulle attività scientifiche dei ricercatori della Stazione Zoologica e di chi collabora con loro». -ha spiegato Ferdinando Boero, docente dell’Università Federico II e Presidente della Fondazione Dohrn-.

In aggiunta, Il Museo si avvale dell'arte come strumento di comunicazione, ed utilizza opere di artisti come Gennari, Rey e Troll, oltre alla maestria di chi ha curato le ricostruzioni degli organismi e la grafica.

«Da quando sono ‘approdata’ a Napoli ho lavorato in squadra con colleghi appassionati ed esperti delle diverse tematiche sviluppate all’interno del DaDoM: Elisa Cenci, Marco Signore, Andrea Travaglini e l’architetto Maria Cristina Vigo Majello” - afferma Claudia Gili, Direttrice del Dipartimento CAPE – “Grazie alla loro dedizione potremo proporre al pubblico un percorso di avvicinamento e conoscenza delle immensità marine, creando per il nostro pubblico delle opportunità di incontro con i ricercatori della Stazione Zoologica e di coinvolgimento nel processo di sensibilizzazione e tutela della biodiversità marina».

La Ex Casina del Boschetto, di proprietà del Comune di Napoli, è stata oggetto di lavori di restauro finanziati dal Programma Operativo Regionale Campania 2000-2006 e dal Bilancio Comunale.

Oggi la biodiversità marina è sotto minaccia, anno dopo anno sta diminuendo. Questo è un dato di fatto. La perdita di questo grande valore rappresenta una delle maggiori problematiche ambientali dei nostri giorni. 

Il Museo Darwin Dohrn a Napoli non solo sarà una novità e fonte di laboratori e ricerche ma potrà essere quella goccia del mare che, cercherà di educare dai più grandi ai più piccoli a proteggere le aree più sensibili e ad attuare una gestione dei mari sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale.

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