Napoli, no dei consiglieri alla caserma nella villa vesuviana: petizione al sindaco

Napoli, no dei consiglieri alla caserma nella villa vesuviana: petizione al sindaco
di Alessandro Bottone
Mercoledì 20 Aprile 2022, 19:05
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Una dimora storica da valorizzare e un edificio da sottrarre a vandali e delinquenti. Il primo, Villa Letizia in via Giambattista Vela, è una villa vesuviana del "Miglio d'Oro", scelta per ospitare la sede delle forze dell'ordine. L'altro, l’ex centro polifunzionale in piazza Bisignano, è da tempo degradato e inagibile. I due immobili di Barra, quartiere a est del capoluogo campano, di proprietà del Comune di Napoli, sono al centro della petizione lanciata da alcuni consiglieri della VI Municipalità contrari a quanto previsto per la struttura costruita alla fine del 1700.

Partiamo proprio dal progetto che riguarda Villa Letizia. Ci sono a disposizione 506mila euro per adattare una parte dell'edificio a caserma dei carabinieri così come voluto dal 2019 dall'ex Consiglio municipale. La struttura dovrà essere riqualificata - dagli impianti alle pareti, dagli infissi alla pavimentazione - e trasformata così da garantire funzionalità e sicurezza. Dunque, impianti di videosorveglianza e sensori antintrusione, vetri antiproiettile, l'apertura di un vano nella muratura portante, locali vari per il deposito di armi, per gli uffici, per l'accoglienza del pubblico e per ospitare i militari. Ovviamente l'edificio va adeguato alle norme antisismiche, antincendio e di efficientamento energetico.

Un progetto che non convince alcuni consiglieri della municipalità di Napoli Est. Nella petizione online lanciata dal consigliere Patrizio Gragnano (X Napoli) - e appoggiata dai colleghi Francesco Grieco (lista Manfredi), Luigi Limatola ed Emilia Sessa (M5S), Stefano Marzatico (lista Maresca), Antonio Grieco (Forza Italia) e Giovanni Riccardi (Moderati per Napoli) - si chiede al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, di non utilizzare la storica villa Letizia ma di spendere i fondi pubblici a disposizione per recuperare l'altro bene pubblico di Barra, ovvero l'ex centro polifunzionale di piazza Bisignano, distrutto e ormai inutilizzabile, così da adattarlo a caserma.

«La villa è storicamente punto di riferimento culturale per questa comunità e sito di servizi come la biblioteca e il centro anziani, inoltre è allocata in un luogo stretto e non adatto ad interventi di pubblica sicurezza», spiega il consigliere Patrizio Gragnano che dettaglia: «A poche centinaia di metri in linea d'aria vi è una struttura da anni chiusa e vandalizzata e abbandonata a se stessa, oggetto in questi anni solo di costosi e inutili interventi tampone.

Chiediamo che lì, dove di notte è terra di nessuno, venga prevista la caserma e che l'amministrazione ponga subito rimedio a questo scempio amministrativo».

A ben vedere l'intervento di manutenzione straordinaria e adeguamento che riguarda il bene storico in via Giambattista Vela ha già ricevuto uno specifico finanziamento e vede l'iter già in fase avviata con in corso la progettazione. In particolare, di recente sono stati affidati a una società privata alcune indagini indispensabili per valutare la sicurezza dell'immobile. Un passaggio propedeutico per i prossimi atti amministrativi. L’utilizzo di tale struttura non ha visto d’accordo nemmeno la senatrice Margherita Corrado che ha portato la questione all'attenzione del Governo attraverso una interrogazione parlamentare nella quale evidenzia la necessità di tutelare il bene e di renderlo fruibile ai cittadini. Si resta in attesa della risposta del ministro della cultura.

Proprio nelle settimane scorse il Comune di Napoli è intervenuto per mettere in sicurezza l’edificio di piazza Bisignano al centro della petizione degli esponenti del consiglio di Napoli Est. Sono stati spesi migliaia di euro per “murare” gli accessi alla struttura utilizzata da giovanissimi e dai tossicodipendenti e per eliminare alcuni pericoli, come le lastre penzolanti sulle pareti esterne. L'ex polifunzionale, un tempo utilizzato per ospitare gli uffici comunali e altre realtà del territorio, è inaccessibile e negato vista la presenza di rifiuti e pericoli. Uno dei tanti edifici della zona orientale sottratti ai cittadini.

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