Port'Alba Napoli, intervista a Fabio Berisio: «Libri, convegni e drink per ripartire»

«Facciamo del nostro meglio per tenere alta la qualità»

Fabio Berisio
Fabio Berisio
di Gennaro Di Biase
Lunedì 11 Dicembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 12 Dicembre, 16:38
5 Minuti di Lettura

Correva l'anno 2013, quando Fabio Berisio, erede di una delle famiglie più antiche di librai di Port'Alba, ebbe l'idea. «Seguii il mio istinto - sorride discreto, da dietro al bancone della sua libreria-bar, come a chi piace fare piuttosto che parlare - e decisi di aprirla, dal 2014, anche alla somministrazione e alla musica, mia grande passione». Allora, e formule di locali ibridi erano ben lontane dal dilagare, anche se oggi, come confermato anche da diversi intellettuali che si sono espressi nell'ultimo mese attraverso le colonne de Il Mattino, il drink può risultare una strada efficace per salvare anche la cultura e il mercato dei libri, messo in crisi com'è dal calo di lettori, dall'epoca dei social e, soprattutto, dalla concorrenza dei giganti degli shop online. Il negozio di Berisio, in qualche modo, ci riesce a colmare questo gap. Il suo, per vari motivi, come testimoniano anche le pagine social e gli innumerevoli tag al locale, è lo spazio più affollato di Port'Alba. In queste sale soffuse e dai colori caldi, stracolme di volumi, si incrociano la storia e i cocktail, gli incassi e le pagine dei libri. «E, dunque - aggiunge Berisio - si incontrano le persone». La formula è questa. E funziona da circa 10 anni. Qui si respirano assieme drink e letteratura, business e pagine scritte. 

Video

L'una cosa serve all'altra?
«Certo.

Io mi sento un libraio, di terza generazione. E i libri continuiamo a venderli, ovviamente. Anche nel corso delle serate, quando il locale è pieno e gli occhi dei clienti si soffermano su qualche volume che li intriga. Inoltre, le persone vengono attratte fisicamente a venire in libreria. Insomma, il bar, in qualche modo, invita la gente ad acquistare nel negozio reale. È un modo per combattere il fenomeno delle vendite online. Ma, in particolar modo, direi che la formula di locale ibrido consente ai clienti di avere un luogo di dibattito. Da noi arrivano anche tanti turisti stranieri, di ogni età».

Berisio è un crocevia della società, insomma?
«Facciamo del nostro meglio per tenere alta la qualità. Una delle librerie più antiche di Port'Alba, aperta nel 1956, ovviamente non diventerà mai un bar qualsiasi. Né uno di quei locali dal cicchetto a due euro. Qui si beve, si legge. E si ascolta musica». Oggi, in tanti pensano di aggiungere alle loro attività culturali anche la formula della somministrazione. L'ex locale di Tullio Pironti, stando a numerose indiscrezioni, sarebbe andato a «un pubblico esercente della zona».

Lei crede che questa del libro accoppiato ad altri prodotti possa essere la strada giusta per il futuro prossimo di Port'Alba?
«Non so, può darsi, ma ogni situazione è specifica e non c'è una regola fissa, né in letteratura né nell'imprenditoria. Io posso dirle solo che ho seguito l'istinto, dieci anni fa, quando mi venne l'idea di aprire il bar, pur mantenendo la libreria. Ora siamo cresciuti in entrambi i settori, quello della movida e quello dei volumi. Ma le assicuro che ci è costato fatica. Passo al lavoro 14 ore al giorno, mediamente. Di mattina coi libri e dalle 18 con le serate».

L'idea le arrivò nel 2013. Lo stesso anno del fallimento dei Guida a Port'Alba. È una coincidenza?
«Non l'ho fatto pensando alla crisi delle librerie, ma solo per il piacere di provare una nuova esperienza di vita e di lavoro. La passione per la musica fu di certo un incentivo decisivo nella mia scelta di rimodulare la libreria affiancandoci il lounge bar. Gennaro, Tammy, Bohdan, Mary, Vicky, Graziano, Roberta, Andrea, mio figlio Davide: si è creato negli anni un ambiente familiare con i ragazzi, collaboratori passati e presenti dell'attività notturna e diurna».

La strada, però, negli anni è stata abbandonata all'incuria.
«La volta imbrigliata dalle reti di contenimento mette tristezza a tutti. Questo è uno dei punti non solo più significativi, ma anche più affollati della città. Ma, proprio per questo, mi preme anche un'altra questione: quella della pulizia generale di Port'Alba. Qualche passo avanti si sta vedendo negli ultimi giorni, speriamo che duri».

Cosa serve, secondo lei, per portare a termine la rigenerazione di Port'Alba, iniziata dalla mobilitazione dei suoi colleghi librai e dalla campagna di stampa de Il Mattino?
«Il tema è ampio, ma qualche passo concreto potrebbe essere compiuto già a stretto giro. Mi riferisco a un nodo su cui giustamente noi librai stiamo insistendo molto: bisogna che il Comune conceda degli sconti sulle occupazioni di suolo per le presentazioni di volumi. Altrimenti noi librai di Port'Alba, strada che potrebbe essere ogni giorno un salotto letterario che accoglie scrittori e dibattiti culturali, non potremo sostenere i costi». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA