Porta Est, sì alla nuova Napoli: «Più servizi, verde e decoro»

Il consiglio comunale dà il via libera alla variante del Prg: «Sarà strategico il ruolo del Centro direzionale»

Il Centro Direzionale
Il Centro Direzionale
di Luigi Roano
Mercoledì 2 Agosto 2023, 23:45 - Ultimo agg. 4 Agosto, 07:03
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Tredici mesi fa, quando è stata aperta la discussione, nessuno ci avrebbe scommesso un centesimo e invece poco più di un anno dopo la delibera del Consiglio comunale che dà il via libera alla Variante orientale al Piano regolatore e all’Accordo di programma per il progetto “Porta est” è realtà, tanto che i primi cantieri si vedranno già entro fine anno. L’Accordo di programma lo hanno sottoscritto Comune, Regione e Fs-Sistemi urbani. La delibera invece porta la firma del vicesindaco e assessore all’Urbanistica Laura Lieto ed è passata all’unanimità con i voti favorevoli di tutte le opposizioni: quelle di destra di centro e di sinistra.

La sostanza è che c’è una forte spinta politica perché “Porta est” decolli. Una spinta che è arrivata dal sindaco Gaetano Manfredi che in poco più di un anno è riuscito a portare a casa un risultato importantissimo per la città, malgrado dalla Regione volessero indici di fabbricabilità lunari, i paletti posti dal Comune sono stati invece insormontabili. Il progetto vale mezzo miliardo di cui 100 già a disposizione e sono nella cassaforte dell’Eav il soggetto attuatore di “Porta est”. Cambia - nella sostanza - un grosso pezzo di Napoli orientale e cambia grazie all’effetto traino di “Porta Est” che insiste su di una porzione di territorio che da via Galileo Ferraris a Porta Nolana per arrivare a piazza Garibaldi e al Centro direzionale.

In questo territorio ci sono 185mila metri quadrati quasi tutti di proprietà di Fs-Sistemi urbani sui quali si sviluppa il progetto con la Variante che però incide anche sugli ambiti vicini.

«Il progetto si inserisce nel più ampio sistema di connessioni che - si legge nell’Accordo - tramite la linea 1 della metropolitana collegherà la stazione ferroviaria dell’Alta velocità, il trasporto pubblico locale, l’aeroporto di Capodichino e il terminal portuale turistico della “Stazione Marittima”, creando un unico hub della mobilità “ferro-gomma-aereo-nave”». Una rivoluzione accompagnata da una massiccia operazione di rigenerazione urbana. 

Cuore del progetto è il Centro direzionale li ci sono due fermate della Linea 1 che apriranno entro la prossima primavera e ciò significa che la cittadella dei grattacieli sarà collegata con aeroporto, stazione e porto in 10-15 minuti. Poi è previsto un collegamento diretto dal Centro direzionale con la stazione Garibaldi, i sottopassi già ci sono. Massimo Pepe, presidente della Commissione urbanistica racconta: «Il progetto sia dal punto di vista delle infrastrutture che della rigenerazione urbana è utilissimo alla città. Partendo dal Centro direzionale l’area est cambierà volto a partire del cambio di destinazione d’uso degli edifici». 

Gennaro Acampora capogruppo del Pd spiega: «Potremo riqualificare un’area che va dall’uscita dell’A3 a via Ferraris, passa per l’ex scalo merci delle Fs, e si spinge fino alla stazione della Circumvesuviana di Porta Nolana. Ma Napoli Est è anche il Centro Direzionale. Il Pd auspica un ulteriore investimento in quell’area, in favore dei tanti cittadini che vi abitano e dei tanti imprenditori che hanno investito e vi investono».

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Resta nell’Accordo di programma l’inutile doppione del Centro direzionale, ovvero la nuova cittadella della Regione che vorrebbe il oresidente Vincenzo De Luca. Il quale nelle intenzioni vorrebbe lasciare il Centro direzionale dove la Regione ha i suoi uffici, un trasloco per «risparmiare i fitti passivi».

Ma nei fatti l’ex sindaco di Salerno da qualche mese ha affittato otto piani della Torre ex Enel per la Soresa alla modica cifra di 800mila euro al mese per 12 anni. La Torre è costata meno di 5 milioni al consorzio che l’ha acquistata. Inoltre per il nuovo quartier generale della Regione mancano i finanziamenti e nell’accordo in maniera previdente Fs e Comune hanno spuntato una serie - anche qui - di paletti: «L’approvazione dell’accordo di programma comporta la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza esclusivamente per le opere per le quali siano immediatamente utilizzabili i relativi finanziamenti e che tale dichiarazione cessa di avere efficacia se le opere non hanno avuto inizio entro tre anni». Insomma De Luca dovrebbe trovare 400 milioni subito. Infatti i cento a disposizione servono per l’interramento dei binari della Circumvesuviana e la nuova stazione e non rientrano nell’Accordo di programma.

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