Aeroporto di Napoli Capodichino, turisti come «sardine» nell'autobus: «Così ci contagiamo tutti»

Aeroporto di Napoli Capodichino, turisti come «sardine» nell'autobus: «Così ci contagiamo tutti»
di Gennaro Di Biase
Sabato 28 Agosto 2021, 00:00 - Ultimo agg. 29 Agosto, 08:12
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Inferno Alibus. Turisti ammassati, esposti al rischio di contagio tra aria condizionata, ambiente chiuso e distanze totalmente azzerate. Ognuno dei 5 veicoli che conducono dalla stazione a Capodichino è omologato per 89 posti, 70 se si considera la riduzione di capienza all’80% dovuta al Covid (ed è infatti questa la cifra che si legge a bordo). «70 persone qua? Non entrano nemmeno con la forza», ammette lo stesso autista. Da Garibaldi fino allo scalo partenopeo si viaggia in 43 - il conducente stesso è costretto a regolarsi «a occhio» - e non c’è spazio per fare un passo né davanti, né di lato, né all’indietro. Tanti i vacanzieri che, nonostante un biglietto da 5 euro a testa, non riescono a salire sul bus e devono aspettare il prossimo, che sarà comunque stracolmo. 

Usare l’aggettivo «pieno» per descrivere l’Alibus su cui siamo saliti ieri significherebbe usare un eufemismo al ribasso. L’Alibus delle 12.10 del 27 agosto scoppia, è un tripudio di corpi e trolley, zaini e braccia intrecciati in un tetris senza spazio residuo. L’antifona del sovraffollamento si rivela presto, appena messo piede in una piazza Garibaldi sporca (altro eufemismo al ribasso). Alla fermata sono una sessantina i viaggiatori che aspettano il bus con destinazione Capodichino. Attesa media di 20 minuti, per qualcuno anche mezz’ora, se si considera che un terzo dei passeggeri dovrà attendere la corsa successiva. Infatti, nella folla e nell’attesa, si infilano i tassisti abusivi: «Passaggio in aeroporto? - ci chiede un signore mentre aspettiamo - Costa 5 euro a persona». Incassa il no e fa la stessa offerta a diversi vacanzieri. La scena si ripete finché, finalmente, non arriva l’Alibus. Le prime distanze saltano già in fase di salita: si apre solo la porta anteriore. Il biglietto lo si fa a bordo. Pagamento cash (5 euro) direttamente all’autista per chi non ha il ticket magnetico. Quindi, una volta riempito il bus come un pacco di caffè sottovuoto, si parte. Durante il viaggio, che per fortuna non dura molto (Capodichino in linea d’aria non è lontano dalla stazione), si sta incollati. Letteralmente. 

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«Siamo arrivati alla fermata alle 11.45 - racconta Gino Spinazzola - Abbiamo aspettato mezz’ora per salire, visto che ne era passato un altro, ma era troppo pieno, come questo del resto». «Infatti io ho pensato più di una volta che non era il caso di salire - aggiunge la compagna di viaggio Chiara - Oltretutto il bus non è arieggiato: c’è l’aria condizionata e questo è peggio, in funzione del virus». Facendo una gimkana tra turisti, riusciamo a raggiungere il finestrino: «Su questo autobus - si legge sull’avviso Anm - il numero massimo di passeggeri ammesso è di 70 unità.

I passeggeri in piedi devono disporsi in fila per evitare il faccia a faccia». Impossibile rispettare il regolamento: non c’è spazio, anche se il numero di viaggiatori è dimezzato rispetto a quello concesso dall’azienda. Intanto, siamo in aeroporto. La discesa è per tutti una liberazione. Allo scalo sono quasi 70 i turisti pronti a salire sul bus. Tanti aspetteranno il prossimo: è la storia dell’Alibus che si ripete decine di volte al giorno, tra Capodichino, Beverello e Garibaldi. 

«Guardate - l’autista, una volta tornati in stazione, indica il cartello della capienza - questo bus sarebbe omologato per 89 posti, ma come vedete io mi fermo a 43 passeggeri. Noi che ci possiamo fare, il problema è nelle regole». Il problema, dunque, sta a monte. «L’omologazione è opera della motorizzazione, che dipende dal Mit - spiega Adolfo Vallini, dipendente Anm e sindacalista Usb - 89 passeggeri, o 70 a regime di Covid, sono veramente troppi per la capienza degli Alibus: in un metro ci sono 8 persone. Quei mezzi – ndr come dimostra il logo della Regione affisso al veicolo, al fianco di quello di Anm - sono stati comprati per il 70% da Palazzo Santa Lucia e per il resto dal Comune. Per soddisfare il fabbisogno dei turisti a Napoli, servirebbero 7 Alibus. Invece ce ne sono 5 al giorno. In questa fine agosto, inoltre, stiamo registrando affollamenti anche sulla linea 151 Garibaldi-Tecchio, sulla linea 1 della metro di mattina e in prima serata e nelle funicolari a pranzo. Di questo passo, quando la città si riempirà e riapriranno le scuole sarà il tilt». 

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