Agguato a Napoli, ferito il figlio del boss di Barra

17 anni, centrato da due colpi di pistola: torna l'incubo della faida

Agguato a Napoli, ferito il figlio del boss di Barra
Agguato a Napoli, ferito il figlio del boss di Barra
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 24 Giugno 2023, 08:00
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Da Pianura a Barra: i lembi delle estreme periferie cittadine scosse dalla violenza che vede protagonisti i giovanissimi.

Misterioso agguato nel quartiere della periferia orientale di Napoli, che continua ad essere attraversata da fibrillazioni criminali che dimostrano come in tutta la zona sia in atto una guerra di camorra, ma anche quanto resti alto il numero di persone che continuano a girare armate, di giorno come di notte. Ferito con un colpo di pistola il figlio 17enne di un noto personaggio legato ad una delle famiglie di camorra più in vista della zona. Stando alla ricostruzione fatta dalla Polizia di Stato, il ragazzino è stato colpito con due colpi alla spalla e alla mano sinistra mentre si trovava in corso Sirena, nel quartiere Barra

È intorno alla mezzanotte quando il minore viene portato al pronto soccorso dell'ospedale del Mare: perde sangue e presenta due fori di proiettile che hanno trapassato la mano e la spalla del ragazzino.

I sanitari allertano immediatamente la Questura, e sul posto giungono gli agenti del commissariato San Giovanni. Fortunatamente la traiettoria dei colpi non ha leso alcun organo vitale: il 17enne non è in pericolo di vita.

Scattano le indagini, che vedono impegnata in prima linea la Squadra Mobile partenopea. Sul luogo dell'agguato è intervenuta anche la Scientifica, per i rilievi balistici. La dinamica è in fase di ricostruzione. 

Indagini in pieno corso. Gli investigatori hanno già anche acquisito le immagini di videosorveglianza delle zone circostanti l'area del corso Sirena, una delle arterie principali di Barra, ma anche una delle più trafficate. Si scava nella personalità del minore, rampollo della nota famiglia camorristica che si oppone ad un altro sodalizio criminale nella zona orientale. E proprio da qui partono le indagini.

Prima ipotesi: una vendetta trasversale posta in essere dal clan rivale a quello cui appartiene il ferito: un'ipotesi che viene seriamente vagliata dagli inquirenti. Recentemente, stando ad alcune informative di polizia giudiziaria, i rapporti tra le cosche un tempo saldamente alleate si sarebbero deteriorati. I dissapori e qualche ruggine antica improvvisamente tornata a galla potrebbero aver portato all'esplosione dei colpi di pistola contro il giovanissimo. Poi c'è la seconda ipotesi, che forse è anche la più accreditata, almeno in queste primissime ore successive all'agguato: è quella di un improvviso litigio maturato in strada e degenerato fino al ferimento.

Difficile poter azzardare, al momento, di fronte a questa seconda pista quale causa scatenante possa aver portato l'aggressore ad un così violento sbocco di violenta follia, fino ad usare una pistola contro un ragazzino. Forse una banale questione legata a motivi di viabilità, o forse uno scontro tra bande giovanili rivali. Fatto sta che l'episodio riveste una gravità tale da avere indotto le forze dell'ordine a rafforzare i controlli su strada dell'intero territorio. 

A Barra, fino a ieri, reggeva un'alleanza tra le due principali famiglie criminali. Un asse del male che nel tempo sarebbe riuscita ad essere attiva nelle zone di Barra, con alleanze anche a Ponticelli e persino nella aree del Vesuviano. Droga e racket, inutile dirlo, le attività illecite privilegiate.

Un sodalizio, quello tra le due famiglie barresi, che poteva contare anche su gruppi di fuoco agguerriti, con killer capaci di entrare in azione anche a sostegno degli alleati nei quartieri limitrofi. Nella sua strategia criminale - sempre stando alle più recenti inchieste coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea - questo cartello camorristico sin dagli inizi degli anni '90 fu capace di accreditarsi anche con i boss dell'Alleanza di Secondigliano, tessendo rapporti di mutuo soccorso e scambio di affari con il boss Edoardo Contini, fondatore, insieme a Gennaro Licciardi e a Francesco Mallardo, dell'Alleanza stessa. 

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