Archivio Enel, la protesta: «Deve restare alla Mostra»

Un coro di no al trasloco nel casertano: «Bene da custodire: l’azienda ci ripensi»

L'Archivio alla Mostra
L'Archivio alla Mostra
di Giovanni Chianelli
Martedì 20 Giugno 2023, 07:40 - Ultimo agg. 17:02
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La vicenda del possibile spostamento dell’archivio storico dell’Enel da Napoli a Pastorano diventa un’odissea. Sembrava scongiurato, eppure adesso sembra che l’azienda sia decisa a trasferire l’ingente patrimonio documentario dalla Mostra d’Oltremare in un capannone alle porte del paese, in provincia di Caserta. Un mese fa ci fu un sopralluogo al padiglione America della mostra da parte del comitato che si oppone al trasferimento, alcuni rappresentanti istituzionali e di Enel; al termine della visita - a cui prese parte anche l’economista e docente universitario Adriano Giannola, critico sul trasloco del bene - fu detto che lo spostamento poteva essere evitato, con l’azienda pronta a fare un passo indietro dopo l’impegno dei vertici della Mostra a rivedere il canone di locazione.

Negli ultimi giorni la nuova svolta: in una lettera, inviata al ministero della Cultura e agli enti locali, Enel afferma che «la sede della Mostra d’Oltremare è inadeguata e quindi strutturalmente non idonea», e che l’affido dell’archivio storico alla sede di Pastorano in outsourcing alla società Italarchivi è giustificato dal fatto che si tratta di uno dei principali siti archivistici d’Italia per lo sviluppo di servizi per la gestione documentale, archiviazione fisica e conservazione digitale: «La Italarchivi ha dichiarato di avere gli spazi per custodire e rendere consultabile l’intero materiale, inclusi documenti oggi non consultabili». Secondo alcune voci di corridoio il trasferimento così avverrebbe a breve, addirittura entro questa estate, mentre inizialmente si era parlato di fine anno, alla scadenza del contratto di fitto.

Non si fa attendere la reazione del comitato: «Spostare l’archivio Enel a Pastorano, in un capannone in aperta campagna, e porre in outsourcing una documentazione di così grande valore storico andrebbe esattamente in una direzione contraria a quello della facilità di consultazione, rendendola di fatto inaccessibile ai ricercatori, agli studiosi e a quanti a vario titolo fossero interessati alla sua consultazione».

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Diversi politici campani sono intervenuti a partire dal deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Francesco Emilio Borrelli che in un’interrogazione parlamentare pone una serie di domande: «Chi stabilisce l’inadeguatezza dell’attuale sede dell’archivio? Con quale certezza si afferma che a Napoli non esistono ulteriori sedi per ospitarlo? Inoltre, ci chiediamo quale sia la posizione del massimo vertice aziendale sulla scelta di spostarlo in un capannone a Pastorano, in un contesto fuori mano, in aperta campagna e difficilmente raggiungibile dagli studiosi».

Alessandra Clemente, che fa parte del gruppo misto del consiglio comunale di Napoli, chiede al sindaco Gaetano Manfredi di intervenire: «Ci vuole un intervento urgente per scongiurare tale trasferimento, domandando ad Enel di bloccare ogni iniziativa autonoma nonché di richiesta alla Soprintendenza per il nulla osta; allo stesso tempo chiediamo di convocare un tavolo tecnico per individuare la soluzione più idonea per salvaguardare dal disfacimento l’Archivio Enel».

Ma è un coro bipartisan: «Occorre fare di tutto affinché l’archivio storico resti a Napoli, trovando soluzioni idonee a garantire la più appropriata salvaguardia dei preziosi documenti e la maggiore fruibilità per studiosi e cittadini» ha detto Luciano Schifone, consigliere del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che presto dovrebbe organizzare un incontro istituzionale: «Insieme al soprintendente archivistico di Napoli Gabriele Capone, apriremo al ministero un tavolo di confronto con la proprietà e gli enti locali interessati per individuare tempi e modi più idonei alla sua valorizzazione» ha continuato Schifone.

In una breve nota la risposta di Enel: «Ribadiamo che gli spazi attuali non sono idonei e da parte di chi detiene attualmente l’archivio non sembra ci sia volontà di adeguarli».

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