È iniziato con la richiesta di rinnovare il dibattimento per ascoltare due collaboratori di giustizia, il processo d'appello che a Napoli vede imputato il boss Ciro Rinaldi, accusato di avere acquistato per 10mila euro un bimbo dalla madre naturale di origine rom per donarlo a un presunto affiliato e alla moglie.
La coppia, insieme con la madre del piccolo, sono stati già condannati, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, per alterazione di Stato: sono stati ritenuti colpevoli di avere modificato i documenti di nascita del bimbo. Rinaldi invece incassò un'assoluzione e l'aggravante camorristica non venne riconosciuta dal gup, malgrado la DDA ritenesse che il coinvolgimento nella vicenda della «compravendita» del bimbo da parte del boss, attualmente detenuto al 41bis per duplice omicidio, fosse finalizzato ad accrescere il suo consenso.