Botti venduti in casa grazie ai canali social: «Affare da 10 milioni»

Il bilancio dei sequestri in un solo mese: «Giro di soldi gestito da insospettabili»

Fuochi d'artificio sequestrati
Fuochi d'artificio sequestrati
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 29 Dicembre 2023, 23:55 - Ultimo agg. 31 Dicembre, 08:47
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I prezzi sono standard, anche quando parliamo di mercato illegale e potenzialmente pericoloso per tutti. Petardi, bengala, cipolle, bombe (quelle che oggi chiamiamo bomba di Maradona) vengono venduti sul mercato illegale seguendo dei canoni fissi. In pochi giorni, sono state decine le operazioni condotte dalle forze dell’ordine al centro e in provincia, che fanno emergere un giro di affari sempre in crescita, al netto dei sequestri e delle denunce, degli allarmi e dei pericoli che sono sotto gli occhi ditutti. Ma partiamo dagli affari, per poi mettere in risalto la nuova frontiera della vendita di botti illegali. A voler rimanere fermi al comunicato stampa diramato due giorni fa dalla Guardia di Finanza, siamo di fronte a un giro d’affari milionario. In soli due giorni, sono stati sequestrati materiali per dieci milioni. Tutto ruota attorno alla quantità di polvere pirica di un oggetto fabbricato in modo artigianale, alla potenza della deflagrazione e alla tipologia di ordigno fabbricata.

Ma c’è un secondo aspetto che va tenuto in considerazione e riguarda ovviamente la diffusione. Nel giro di pochi mesi, è cambiato tutto. La diffusione dei fuochi illegali avviene attraverso contatti social e attraverso una sorta di porta a porta: una volta prodotti, vengono assegnati ad alcuni insospettabili che li vendono all’interno delle loro abitazioni. Vuoi che si tratti di petardi, di cipolle e o di vere e proprie bombe, sono casalinghe e pensionati a mantenere in piedi il fenomeno. Meno bancarelle per strada, tam tam sui social, vendita in casa con tanto di soldi cash. Ed è grazie a queste intuizioni, che è stato possibile mettere a segno alcuni blitz che conviene raccontare anche per indicare il volume di affari che ruota attorno alla vendita dei cosiddetti botti illegali.

Partiamo dal lavoro della Finanza, grazie ai militari del gruppo pronto impiego di Napoli, dei gruppi di Frattamaggiore, di Nola, Torre Annunziata e della compagnia di Ischia: in tutto 220mila «artifici pirotecnici» sequestrati per un peso di oltre 1200 chili sequestrati.

Di che si tratta? A sentire gli inquirenti, i 220mila «artifici pirotecnici» sequestrati sono fuochi il cui costo è in media di cinque euro. In sintesi, per rimanere nella media, senza voler usare gli ordigni più costosi, si può dire che ogni cinque minuti vengono consumate da una sola persona materie piriche per un prezzo di mille euro. Spiega un inquirente a Il Mattino: «Se ogni artificio sequestrato - dei 220 mila congegni recuperati dalla Finanza - costasse solo un paio di euro, ci troveremmo di fronte a un volume di affari di circa 500mila euro». E di operazioni come quelle messe a segno due giorni fa, sul territorio napoletano ne sono state realizzate almeno una decina grazie al lavoro dei carabineri e della polizia, sempre con numeri (e pesi) altissimi. 

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C’è infatti un prezziario che viene recuperato grazie al confronto dei dati dopo i sequestri di botti pronti per la vendita al minuto: in sintesi, le cipolle - quelle più piccole - vanno dagli otto ai dieci euro l’una; una scatola di bengala arriva a costare sui 15 euro (ce ne sono dai 15 ai 30 pezzi); la famigerata bomba o palla di Maradona (a seconda della polvere contenuta) va dai 50 ai 200 euro. Seguiamo ancora le operazioni messe a segno in queste ore.

A Ponticelli, una donna è stata arrestata dai baschi verdi, perché nell’auto viaggiava con 100 ordigni tipo cipolla. Poi a Piazza Mercato, il blitz in un deposito sove sono stati rinvenuti 160mila fuochi di artificio illegali. Anche qui, il prezzo varia, ma non parliamo - da quanto sembra di capire - di stelline di Natale o semplici fuochi pirotecnici, ma di roba più sofisticata, destinata a infiammare la notte di capodanno. Facciamo un passo indietro: meno di un mese fa, lo scorso due dicembre, a Qualiano e a Secondigliano sono stati sequestrati due laboratori clandestini, con oltre 10mila ordigni per un peso complessivo di una tonnellata. Anche qui parliamo di incassi vorticosi, dal momento che ad essere fabbricati erano i famigerati cobra, particolarmente amati dalle frange di hooligan da stadio. Ma continuiamo a scavare, a partire dal lavoro dei carabinieri. È grazie ai militari dell’Arma che è stato possibile ragionare sulla moda dei botti intestati ai calciatori del Napoli, gli eroi del terzo scudetto: primo sequestro a Qualiano (che si conferma un comune con una discreta tradizione in materia) dove un ragazzo aveva in tasca petardi con etichette raffiguranti i calciatori azzurri. Ieri, 16 chili di botti sequestrati a Sorrento: anche in questo caso prezzi alle stelle e rischi assicurate. 
 

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