Campi Flegrei, tra ministro e tecnici confronto ad alta tensione

Musumeci parla di livello arancione ma il capo della Grandi Rischi frena

La darsena di Pozzuoli
La darsena di Pozzuoli
di Lorenzo Calò
Martedì 7 Novembre 2023, 23:53 - Ultimo agg. 8 Novembre, 16:20
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Che un pericoloso corto circuito comunicativo-istituzionale si fosse creato nei giorni scorsi è apparso chiaro. Lo stesso ministro della Protezione civile Nello Musumeci (che circa una settimana fa aveva parlato di possibile innalzamento del livello di guardia per i Campi Flegrei, da giallo ad arancione) ieri ha cercato di stemperare le tensioni serpeggiate nei giorni scorsi sia con lo stesso Dipartimento, sia con Ingv e Commissione Grandi rischi. Per non parlare dei sindaci dell’area flegrea, costretti a dover fornire chiarimenti ai loro cittadini rispetto all’ipotesi di un pericolo imminente e, potenzialmente, fuori controllo.

Ecco perché la riunione convocata ieri a Palazzo Chigi dallo stesso Musumeci aveva come “obiettivo politico” quello di diffondere balsamo sulle ferite di un gap comunicativo per certi versi imbarazzante. E, le dichiarazioni a caldo di Eugenio Coccia (commissione Grandi rischi) e Carlo Doglioni (Ingv) tradiscono la volontà di porre riparo ad alcuni fraintendimenti ma anche di preservare la terzietà di giudizio e la validità scientifica di organismi tecnici chiamati in questa delicata fase a collaborare con il versante politico. La sintesi è nel giudizio pacato del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: «L’elemento più importante è la prevenzione che si fa non solo durante l’emergenza, ma soprattutto quando l’emergenza non c’è.

Non c’è stata nessuna marcia indietro da parte del ministro, forse una interpretazione eccessiva ma l’importante è monitorare bene i parametri. Ed è quello che si sta facendo».

D’altra parte, lo stesso Musumeci poche ore prima, in commissione Ambiente della Camera, aveva però ribadito il concetto: «Prepararsi a un eventuale innalzamento del piano di allerta a un livello superiore». «Fare previsioni è difficile. Se ci sono elementi per dire oggi che il livello giallo sicuramente andrà a livello arancione? Non è così – ha spiegato a stretto giro il presidente della Commissione Grandi Rischi, Eugenio Coccia (anche lui ascoltato a Montecitorio) – Ma che ci siano elementi per intensificare la preparazione ci è sembrato onesto dirlo». In sostanza, secondo gli esperti, «ragionando sul lungo termine c’è abbastanza per poter dire di intensificare il monitoraggio e la preparazione». Nell’analisi dei dati, infatti, «c’è qualcosa che ci ha fatto alzare il sopracciglio e ci ha fatto dire: attenzione, monitoriamo più spesso, monitoriamo tutti i parametri e andiamo a prepararci». Ma anche la ricostruzione cronologica in questa vicenda assume una rilevanza non secondaria. 

«Il 3 ottobre, la commissione Grandi rischi ha inizialmente confermato il livello di allerta gialla, in considerazione della complessità del tema e della possibile evoluzione delle dinamiche del vulcano - ha spiegato Musumeci - Si è riunita nuovamente il 27 e 28 ottobre per un ulteriore approfondimento tecnico, in audizione con esperti italiani e stranieri. In base a quanto emerso, la commissione rafforza l’evidenza del coinvolgimento di magma nell’attuale bradisismo. Questo non significa presenza di magma in superficie, ma che il magma ha un ruolo nel fenomeno bradisismico, legato cioè all’attività del vulcano. La commissione ha ritenuto opportuno che le esercitazioni si intensifichino e si preparino alla necessità di passare verso un livello di allerta superiore».

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«Nell’area dei Campi Flegrei il sollevamento medio di un centimetro e mezzo al mese, legato alla sismicità, nell’ultima settimana ha avuto un rallentamento», ma è «difficile pensare che non riprenda, è la natura che comanda», evidenzierà più tardi Carlo Doglioni, presidente Ingv. Insomma, la sensazione è che nelle comunicazioni fatte dal ministro nei giorni scorsi ci fossero elementi di preoccupazione molto più spinti rispetto all’evidenza scientifica del fenomeno. E, dunque, come auspicato anche dall’Osservatorio vesuviano, per altro sempre prudente sulle valutazioni e sull’analisi dei dati, è stato opportuno ricondurre la questione su binari meno allarmistici. Ecco perché Musumeci ha cercato infine di chiudere il cerchio parlando di «omogeneità di linguaggio tra la comunità scientifica, nessuna distanza di valutazioni o di vedute». Assist raccolto da Coccia che ha parlato di «tre buone notizie sui Campi flegrei: perché è stata confermata l’allerta gialla, perché si intensifica il monitoraggio e perché ci si sta preparando. Vuol dire che c’è il tempo per fare tutto questo».

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