Buoni spesa, bloccati 642 furbetti a Napoli: più domande dalle stesse famiglie

Buoni spesa, bloccati 642 furbetti a Napoli: più domande dalle stesse famiglie
di Valerio Esca
Venerdì 17 Aprile 2020, 08:00 - Ultimo agg. 22 Aprile, 19:03
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Sono 15.517 gli aventi diritto al buono spesa di 300 euro del Comune. Un terzo, 5.600 alle 18,30 di ieri, lo ha già utilizzato per la prima volta. Le richiesta totali sono state invece 18.231. Tra gli esclusi i furbetti del rei (reddito di inclusione) e del rdc (reddito di cittadinanza): 50 esclusi per il rei, 772 quelli per il reddito di cittadinanza ed un percettore di entrambe le misure. Sono state invece 642 le domande respinte, per la presenza di un percettore del rei e del rdc all'interno della famiglia. I controlli, infatti, non sono stati effettuati soltanto sulle persone che hanno richiesto il bonus, ma sull'intero nucleo familiare. Inoltre 894 richieste sono arrivate da persone non residenti nel Comune. Ci sono anche cittadini che hanno inviato a Palazzo San Giacomo più richieste dallo stesso nucleo familiare, ovviamente respinte (355). Al netto dei numeri, il Comune, al quale è avanzato un tesoretto di 4 milioni di euro rispetto agli 8,6 milioni totali (7,6 del Governo e un milione dell'amministrazione), ha deciso di rifinanziare per un'altra settimana il contributo alle famiglie che ne hanno fatto richiesta.
 

 

L'invio dei pin è terminato questa notte e a chi usufruirà del bonus è stato indicato nella mail l'orario in cui è possibile spendere il buono, per evitare file e assembramenti ai supermercati. Per esempio: i 3000 percettori del bonus, ai quali il Comune ha indicato ieri come giorno utile per recarsi a fare la spesa sono stati suddivisi in due turni; 1.500 la mattina dalle 9,30 alle 12,00 e 1.500 dalle 14,00 alle 18,30. Ai furbetti, ovvero a tutti quelli ai quali il bonus è stato inviato, ma che in successivi controlli sono risultati non aventi diritto, il pin risulterà bloccato direttamente in cassa. Scatta la denuncia qualora si accertassero dichiarazioni false da parte del soggetto. Tra le curiosità dei primi giorni, cittadini che con il bonus si sono presentati alle casse per comprare bastoni per tende o piumoni, ovviamente non è stato possibile acquistarli, non trattandosi di beni di prima necessità.

Tremila ottocento le domande arrivate da cittadini nati all'estero, ma residenti a Napoli, dei quali circa tremila aventi diritto. Tra questi la maggior parte sono srilankesi, pakistani e cingalesi, domestici che al momento hanno perso il lavoro e non sono percettori né del reddito di inclusione, tantomeno del reddito di cittadinanza. Per loro le mail sono state scritte in inglese e per qualcuno addirittura in lingua madre.
 

Il gruppo del Pd della quarta Municipalità intanto ha inviato una segnalazione al sindaco de Magistris e al prefetto di Napoli Valentini, nella quale si legge come «la Municipalità abbia divulgato tramite canali di informazione una raccolta fondi con un istituto bancario diverso da quello istituito dal Comune per la spesa sospesa». L'iniziativa si basa su donazioni volontarie dei cittadini, che possono recarsi ai supermercati aderenti, lasciando una spesa per i più bisognosi. «Nelle indicazioni fornite si invita la cittadinanza - scrivono ancora i consiglieri Vincenzo Borriello, Salvatore Esposito e Alessandro Gallo - ad inviare un messaggio WhatsApp ad un numero in caso di donazione, intestato al presidente con la specifica dell'importo della donazione e l'attività commerciale in cui è stata eseguita. Non ci risulta che tale prassi sia stata adottata anche per il Fondo comunale di solidarietà. Un'altra perplessità denunciano i tre nasce dalla motivazione del perché soggetti che rivestono cariche istituzionali all'interno del Consiglio e della giunta della quarta Municipalità chiedano pubblicamente, e su canali social, di ricevere segnalazioni in privato di soggetti bisognosi».

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