Caivano, sul tavolo dei pm
i nomi di possibili indagati

Caivano, sul tavolo dei pm i nomi di possibili indagati
di Marco Di Caterino
Lunedì 30 Luglio 2018, 09:44
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Dopo quattro giorni di durissimo lavoro è stato spento il devastante incendio sviluppatosi nella tarda mattinata di mercoledì scorso nell'area di stoccaggio di circa diecimila metri quadrati dell'azienda «Di Gennaro Spa», dove i rifiuti vengono selezionati per colore e composizione chimica, plastica, carta, legno e altro materiale riciclabile. Una volta messa in sicurezza tutta la zona interessata dalle fiamme, i vigili del fuoco e i carabinieri hanno lasciato la piattaforma, che ora ha un tetro aspetto lunare, con decine di dune di cenere grigia che si sono formate dopo novantasei ore di un ininterrotto inferno di fiamme e fumo. Resta il sequestro preventivo in tutto lo stabilimento, uno dei più grandi del sud Italia, e verso il quale conferiscono la raccolta differenziata circa 150 comuni, città di Napoli compresa. Un vasto territorio che già risente del blocco lavorativo imposto dalla procura alla Di Gennaro Spa: difficoltà nella raccolta di plastica, vetro e carta si segnalano in tutta la provincia, e salvo soluzioni dell'ultimo minuto cresce il rischio di una ennesima emergenza rifiuti proprio nel periodo più caldo dell'anno.

Se la giornata di ieri ha concesso una pausa nelle indagini, quella di oggi potrebbe riservare grosse sorprese sotto il profilo investigativo, per la consegna da parte dei vigili del fuoco al pool di magistrati della procura di Napoli Nord diretta da Francesco Greco (i pubblici ministeri Patrizia Don Giacomo e Fabio Sozio, coordinati dal procuratore aggiunto Domenico Airoma) della relazione sulle cause che hanno determinato l'incendio. Voci vicine alla procura non hanno confermato ma nemmeno smentito che questo importante documento sia stato già consegnato ai magistrati inquirenti che sull'inchiesta, nella quale viene al momento ipotizzato il solo reato di incendio colposo, hanno calato un impenetrabile silenzio, quello che quasi sempre precede provvedimenti giudiziari. Per oggi si attendono anche i risultati dei rilievi dell'Arapc, l'agenzia di protezione ambientale della Campania, preannunciati sul sito dell'agenzia. Nel rapporto di 18 pagine dell'Arpac consultabile sul sito - si legge che la nube tossica si è innalzata a una quota tra i 1.200 e i 1.400, spingendosi persino sul golfo di Napoli. La maggiore ricaduta degli inquinanti si è verificata nelle ore serali e notturne, quando si è registrata la calma del vento.

 
IL CONSORZIO
E alle voce delle polemiche dei comitati ambientalisti si deve aggiungere anche un duro l'intervento di Claudia Salvestrini, direttrice del Polieco, consorzio nazionale per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene, una voce di dentro. Secondo Salvestrini «dinanzi ad un sistema della raccolta differenziata totalmente viziato e alle inadempienze istituzionali che si sono registrate negli ultimi anni, il passo di responsabilità adesso devono necessariamente farlo le imprese che - sostiene la direttrice devono evitare questi disastri, opponendosi a qualsiasi ente o organismo che pretenda di farle lavorare in condizioni di non sicurezza. È molto meglio chiudere l'impianto che continuare a introitare materiali, mettendo a serio rischio i lavoratori, l'ambiente e la salute».
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