Don Luigi Merola, ex parroco di Forcella:
«Giuliano pentito? Non so se è sincero»

Don Luigi Merola, ex parroco di Forcella: «Giuliano pentito? Non so se è sincero»
di Susy Malafronte
Lunedì 28 Giugno 2021, 20:08
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Il pentimento di Salvatore Giuliano, il killer di Annalisa Durante, analizzato da don Luigi Merola. «Penso che il pentimento, se sincero e non frutto di una mossa strategica per avere benefici dallo Stato, è sempre utile. Nel caso di Salvatore Giuliano nutro molti dubbi ma spero, comunque, che il suo pentimento possa essere utile all’autorità giudiziaria. Salvatore quando è finito in carcere era all’inizio della sua carriera criminale. Non credo abbia tante cose da dire… almeno che non abbia appreso notizie importanti in carcere. Ad ogni modo potrebbe iniziare a raccontare i retroscena e i silenzi dell’omicidio di Annalisa Durante».

Il 27 marzo del 2004 a Forcella viene ferita a morte una ragazzina di 14 anni, Annalisa Durante. Il parroco, don Luigi Merola, non sta a guardare, non riesce a stare in silenzio: durante l'omelia del funerale attacca duramente la camorra.

E lo fa altre cento volte con coraggio, tenendo alta l'attenzione sul popolo di Forcella, ma anche smantellando materialmente le telecamere che il clan Giuliano aveva installato per sorvegliare il quartiere. Ma nel 2004, qualche mese dopo l'assassinio di Annalisa, viene intercettata la frase di un camorrista: «Lo ammazzerò sull'altare».

«O sistema» non gradisce il parroco, inizia una lunga serie di intimidazioni. Nel 2004 a don Luigi gli viene assegnata la scorta. Oggi non è più parroco di Forcella, ma non per questo ha smesso di dedicarsi alla sua città. Un esempio su tutti: dal 2007 il suo impegno per l'infanzia diventa «A voce d'e creature», una fondazione - con sede a Napoli e Pompei - che offre accoglienza e servizi ai ragazzini. «Perché l'anticamorra inizia dove finisce la solitudine».

La camorra «non chiude per ferie». Anzi, con le scuole chiuse ci sono più minori per strada da reclutare per i loro traffici e stese. Per questo non bisogna mai abbassare la guardia e non lasciare mai da soli i bambini vulnerabili. È proprio in estate che la malavita avvicina i bambini, che tenta di «sedurre» con i facili guadagni, per reclutarli principalmente per lo spaccio della droga. I baby pusher non sono punibili per legge e, per la camorra, sono ottimi soldati. A Napoli, come a Pompei, don Luigi Merola è sempre vigile e non lascia mai soli i suoi bambini. «L'escalation dei baby boss va fermata con l'impegno di educare i minori al rispetto della legge, delle regole e, soprattutto, ad amare il Signore». Il sacerdote anticamorra non abbassa mai la guardia e, finito l'anno scolastico, è già al lavoro per costruire il futuro educativo e lavorativo dei bambini accolti nella sua fondazione, di Pompei e Napoli, «A' voce d'è creature». «Vi ricordo che potete sostenere la fondazione e i nostri bambini donando il 5X1000. Basta che chiedete al vostro commercialista di inserire nella dichiarazione dei redditi il codice fiscale della fondazione (95097930630). Basta davvero poco» ha ricordato don Merola.

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