Campania, scuole ancora off-limits: la Regione verso la proroga del blocco

Campania, scuole ancora off-limits: la Regione verso la proroga del blocco
di Mariagiovanna Capone
Sabato 24 Ottobre 2020, 08:11 - Ultimo agg. 25 Ottobre, 08:33
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La parola definitiva alla riapertura delle attività in presenza a scuola la pronuncerà oggi l'Unità di crisi con l'analisi degli ultimi dati epidemiologici. Ma ormai, in odore di lockdown, è evidente che il «no» sarà definitivo. Nella consueta diretta del venerdì, il presidente Vincenzo De Luca ha elencato dati, sventolato fogli coi numeri dei contagi nella scuola e puntato il dito soprattutto verso chi in questi giorni di didattica a distanza ha affermato che «l'ultima cosa da fare fosse chiudere le scuole» definendoli «irresponsabili». Sulla possibilità di un rientro in classe da lunedì delle scuole primarie, De Luca ha ribadito che «se ci sono condizioni di tutela della salute si apriranno, altrimenti no. Decideremo in base a quanto ci diranno medici ed epidemiologi». E i dati finora in possesso dall'Unità di crisi non sono confortanti, parlano di «un aumento nella popolazione generale di tre volte del contagio; mentre nella fascia tra 0 e 18 anni l'aumento è stato di nove volte, e questo vuol dire che l'apertura dell'anno scolastico non è ininfluente rispetto alla diffusione del contagio».

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I DATI DEI CONTAGI
Il governatore, per rafforzare la scelta presa, ha elencato alcuni dati sui contagi nelle scuole per dimostrare che il blocco della didattica in presenza, osteggiato dalle famiglie con manifestazioni e ricorsi al Tar, sia stata «una scelta ragionevole». I valori sono quelli relativi a contagi in fasce d'età collegate agli ordini scolastici, prima del 24 settembre (primo giorno di scuola in Campania) e nelle due settimane successive. «Siamo passati ha spiegato per la fascia 0-5 anni da 88 positivi a 402 positivi; per la fascia tra 6 ai 10 anni da 57 positivi a 476; per la fascia 11-14 anni da 49 positivi a 479; per la fascia 15-18 da 82 positivi a 558» e sventolando il foglio coi numeri forniti dall'Unità di crisi ha posto un quesito fortemente criticato da chi invece insiste per la didattica in presenza: «Quale mamma e quale papà degni di questo nome manderebbero i figli a scuola con queste cifre?». Il presidente De Luca ha criticato la decisione dei genitori di scendere in piazza: «Ho ascoltato in questi giorni alcune affermazioni stupide.

Tra queste la peggiore di tutte è che le ultime cose da chiudere sono le scuole: siete degli irresponsabili», precisando che la scelta «non facile per nessuno di noi è stata dettata solo dal numero dei contagi e non da certi ideologismi. Di fronte a questi dati, qual è la risposta che la ragione ci consiglia di prendere? Sicuramente non dobbiamo chiudere per ultimo la scuola. La risposta seria è un'altra: dobbiamo evitare che contagio si diffonda a scuola, e dagli studenti passi alle famiglie e così via».


LE FAMIGLIE CONTRARIE
Donatella Chiodo, ex presidente della Mostra d'Oltremare, non ci sta alle recriminazioni di De Luca e non evita di dissentire pubblicamente scrivendo sui social: «Pare che per il Presidente io non sia degna di essere chiamata mamma». «So di non essere sola, siamo tanti a pensarla così e voglio ribadirlo: chiudere le scuole era l'ultima cosa da fare» spiega interpellata telefonicamente. «Prima ancora ha continuato - avrebbe potuto rimettere in smart working i dipendenti pubblici, che gravano sui trasporti. Poteva lavorare sulla sanità, aumentando i posti letto e impegnando più personale. Solo all'ultimo, dopo queste e altre decisioni, avrebbe potuto chiudere la scuola. Un genitore ha diritto di avere pensiero diverso da quello di un rappresentante istituzionale, soprattutto se chi parla non è un educatore. E quindi no, non gli consento di decidere per la chiusura delle scuole, quando è chiaro che i contagi tra studenti non provengono da lì: è fuori che non funziona nulla. Le decisioni da prendere erano altre». Per Chiodo, infine, «essere considerata dal presidente De Luca una mamma indegna e irresponsabile solo perché avrei gestito diversamente la situazione, è motivo di orgoglio».


L'ASSESSORE COMUNALE
A contestare De Luca su i social c'è anche l'assessore comunale di Napoli all'Istruzione Annamaria Palmieri che dalla pagina istituzionale dell'Assessorato scrive: «Scopriamo oggi che per De Luca la priorità della scuola è un ideologismo. La sanità campana soffre per causa sua e lui se la prende con la scuola, enumerando i contagiati (ma non le fonti). Irresponsabile sarà lui, sinceramente. Per quello che dice, per il modo in cui lo dice, offendendo le famiglie e gli sforzi degli operatori scolastici di questi mesi. Sforzi che, con tutta evidenza, lui non ha compreso; sforzo che lui non ha fatto, per le competenze che gli spettavano: riaprire gli ospedali chiusi criminalmente, chiamare immediatamente giovani laureati e giovani infermieri che assistano il 90% di coloro che non sono sintomatici in queste strutture, rinforzare i distretti della medicina territoriale, aumentare in maniera tassativa i tamponi di massa. Applicare preventivamente e categoricamente tutte le misure necessarie per i trasporti dell'intera regione. Prima di disintegrare la vita e il futuro dei suoi cittadini».

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