Napoli, carabiniere picchia giovane in strada col coprifuoco: «Mi ha riempito di insulti»

Napoli, carabiniere picchia giovane in strada col coprifuoco: «Mi ha riempito di insulti»
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 12 Maggio 2021, 11:00 - Ultimo agg. 13 Maggio, 09:25
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Un ragazzo preso a calci da un carabiniere: le immagini - diffuse da Fanpage e riprese dalla pagina di un social network - fanno immediatamente il giro del web e rimbalzano, inevitabilmente, sui notiziari delle cronache cittadine. Poco importa che quelle riprese vengano da Terzigno, e non dal centro storico o dalle periferie di una Napoli sempre più violenta: quel che conta, dinanzi a quei fotogrammi, è fare chiarezza sul comportamento di chi indossa una divisa gloriosa qual è quella dell'Arma. 

Perché verità e chiarezza devono restare i criteri e la bussola dell'indagine scaturita dopo la pubblicazione delle immagini riprese dal telefonino di un residente della cittadina vesuviana il quale, l'altra notte, ha documentato un comportamento inequivocabilmente non ammissibile né consono a chi ogni giorno mette in gioco la propria vita per garantire quella di tutti gli altri. 

Cosa mostra quel video poi ripreso dalla pagina Facebook di un gruppo chiamato Welcome to Favelas? Un ragazzo - a quanto pare si tratta di un minorenne - viene preso a calci da un carabiniere perché sorpreso a passeggiare nell'orario del coprifuoco.

Il video diventa in poche ore virale sui social e determina (com'è giusto che sia) un'indagine interna dei militari del comando provinciale di Napoli. Dall'audio si intuiscono anche insulti che il ragazzo proferirebbe all'indirizzo del carabiniere, prima della reazione del militare.

Immediatamente scatta l'indagine interna disposta dal comando provinciale per valutare quali e quante siano le responsabilità penali e disciplinari ascrivibili al carabiniere che perde evidentemente il controllo e si abbandona a un'aggressione fisica inqualificabile. 

Video

E tuttavia quell'episodio va ricondotto in un contesto. La pattuglia in divisa era in servizio di controllo del territorio dopo diverse segnalazioni di residenti nel Comune di Terzigno, i quali avrebbero invocato l'intervento delle forze dell'ordine rispetto ad alcune comitive di giovanissimi che - ben oltre l'orario serale imposto dal lockdown - avrebbero imperversato lungo strade e piazze dei rioni del paese provocando schiamazzi e liti tra adolescenti.

Pare poi che - ma l'uso del condizionale anche in questo caso resta obbligatorio - all'arrivo della pattuglia dei militari il ragazzino preso a calci avrebbe pronunciato una frase provocatoria, e al limite dell'offensivo, proprio verso i carabinieri. Naturalmente nulla giustifica la reazione scomposta di chi indossa la divisa delle forze dell'ordine. E, dunque, via all'apertura di indagini che si preannunciano brevi e rigorose. 

Subito dopo la diffusione dell'aggressione arriva la nota dell'Arma. «Con riferimento al video diffuso in rete dal gruppo denominato Welcome to Favelas, attivo sui social e sulle app di messaggistica istantanea - si legge - il Comando provinciale dei Carabinieri di Napoli ha immediatamente avviato autonomi accertamenti finalizzati a perseguire, con il massimo rigore e convinta inflessibilità, comportamenti inconciliabili con i valori fondanti dell'Arma, valori di umanità e vicinanza, a cui si ispira quotidianamente l'agire dei tanti Carabinieri che, con sacrificio e dedizione, operano per garantire i diritti e la sicurezza dei cittadini, spesso mettendo a rischio anche la propria vita». Inflessibilità e rigore sull'accertamento dell'episodio viene auspicata anche dal consigliere regionale di Europa Verde Francesco Borrelli: «È necessario che si faccia rapidamente chiarezza perché qualora la vicenda fosse confermata nei termini in cui è stata denunciata sui social sarebbe gravissima e il protagonista dovrebbe essere duramente sanzionato». 

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