Castellammare, racket sulla rapina:
metà bottino a D'Alessandro jr

Castellammare, racket sulla rapina: metà bottino a D'Alessandro jr
di Dario Sautto
Sabato 28 Maggio 2022, 08:45
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Dopo la rapina, le minacce del rampollo del clan D'Alessandro: «Datemi metà incasso, altrimenti vi uccido». Dalle chat di WhatsApp sono emerse le prove decisive della rapina messa a segno da tre giovanissimi stabiesi ai danni di un ragazzo poco più grande di loro in villa comunale e della successiva estorsione consumata ai loro danni dal figlio del boss. Una storia nella storia, un reato nel reato, che è stato ricostruito nel corso delle indagini condotte dai poliziotti del commissariato di Castellammare di Stabia, coordinate dalla Procura di Torre Annunziata e da quella per i Minorenni di Napoli.

Tra i tanti «amore», «cuore» e «tesoro» che si scambiavano i componenti della baby-gang del rione Scanzano e di piazza Fontana Grande all'Acqua della Madonna, gli investigatori hanno trovato la foto che i presunti rapinatori si sono scattati subito dopo la rapina subita a un 20enne dell'Agro nocerino-sarnese.

Una rapina che, per paura di ritorsioni, la giovane vittima ha deciso di non denunciare.

Nel frattempo, però, le indagini erano già partite e in carcere sono finiti il 20enne Pasquale Emmanuel D'Alessandro, figlio del boss Luigi, Giuseppe Bellarosa, 18enne imparentato con un altro elemento di spicco del clan D'Alessandro, e due 15enni. Ieri i due maggiorenni, assistiti dagli avvocati Renato D'Antuono e Francesco Schettino, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, e restano in carcere in attesa di difendersi dinanzi al tribunale del Riesame. Se «Pasqualino» è accusato di estorsione ai danni degli amici, gli altre giovanissimi devono difendersi dall'altrettanto pesante accusa di rapina aggravata.

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Domenica 6 febbraio scorso, in villa comunale a Castellammare di Stabia, la gang stabiese avrebbe aggredito i ragazzi del Salernitano. E, mentre D'Alessandro junior tranquillizzava la situazione, gli altri avrebbero isolato un giovane, accerchiandolo e minacciandolo. «Vieni con noi, non farci cacciare il coltello» gli avrebbero detto. «Scortato» fino al bancomat, il giovane salernitano era stato costretto a prelevare mille euro in contanti e a consegnarli ai tre rapinatori. La scena è stata ripresa dalle telecamere della banca: i frame sono stati riscontrati con la foto scattata quella sera dai baby rapinatori e l'abbigliamento dal berretto al giubbotto, fino ai pantaloni e le scarpe coincide perfettamente. Così come i volti sembrano riconoscibili. Una volta liberato l'ostaggio, i tre più piccoli si erano allontanati dal lungomare, dove erano arrivati i poliziotti.

Da quel momento, le chat tra i giovanissimi sono diventate «calde» perché D'Alessandro junior come scrive Bellarosa agli altri complici si era indispettito perché non aveva avuto la sua parte del bottino e li aveva minacciati. Il 18enne gli aveva dato 120 euro, ma «Pasqualino» D'Alessandro aveva chiesto metà dell'incasso. A quel punto, i giovanissimi avevano concordato una versione comune: «Io ho preso 700 euro, quindi gli diciamo 350 euro e dobbiamo fare pure un regalo a Pasqualino, altri 160 euro. Ha detto dovete dare i soldi, altrimenti vi uccido». Tutte le frasi scritte rigorosamente in dialetto, intervallate da vari vezzeggiativi «cuore» e «amò» tipici dello slang camorristico giovanile.
 

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