Cgil, nuove minacce alla dirigente Fiom: «Sindacati nel mirino»

Cgil, nuove minacce alla dirigente Fiom: «Sindacati nel mirino»
di Dario De Martino
Martedì 14 Giugno 2022, 09:00 - Ultimo agg. 15 Giugno, 16:25
4 Minuti di Lettura

Una busta chiusa contenente un proiettile. Una minaccia diretta destinata a Rosita Galdiero, dirigente nazionale della Fiom e già segretaria della Cgil a Benevento. La lettera è stata recapitata ieri nella sede della Fiom in corso Trieste 36 a Roma, sede da cui Galdiero coordina il settore aerospazio, impiantistica e installazioni della Fiom nazionale. Già negli anni scorsi, proprio quando guidava il sindacato nel capoluogo sannita, Galdiero era stata vittima di minacce, tanto da ricevere misure di protezione. E anni dopo la storia si ripete. Non un momento casuale. È prevista, infatti, proprio in questa settimana la sua testimonianza al maxi processo che sta interessando il territorio di Benevento. Si tratta di un'inchiesta, condotta dalla Digos, che vede coinvolte trentasei persone sulla gestione di alcuni centri per migranti nel Sannio. Le prime denunce sull'inchiesta migranti da parte della sindacalista partirono nel 2016, quando l'ex segretaria della Cgil sannita aveva già alcune misure di protezione personale per minacce ricevute in precedenza. Nel 2018, poi, le arrivò nella cassetta postale della sua abitazione una lettera minatoria e fu vittima di pedinamenti nei pressi di casa sua. E ancora nel luglio del 2020 due uomini incappucciati tagliarono la strada con l'auto alla sindacalista, un episodio che ha determinato un innalzamento delle misure di sicurezza: così dal dicembre 2020 Galdiero è sotto scorta. E ieri l'ultimo inquietante episodio.

Numerosi gli attestati di solidarietà e vicinanza. «Un atto gravissimo contro l'organizzazione tutta, e l'ennesimo tentativo di intimidire la nostra compagna Rosita impegnata in questi anni nella lotta all'illegalità che si annida nel mondo degli appalti e dei subappalti», dicono in una nota il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e il segretario generale della Fiom-Cgil Michele De Palma. I due leader del sindacato aggiungono: «La Cgil, la Fiom e la compagna Galdiero non faranno mai un passo indietro rispetto alle lotte e alle battaglie portate avanti da sempre. Questi atti vili di intimidazione ci dicono che siamo sulla strada giusta». Anche dalla Campania arriva la piena solidarietà alla sindacalista. «Le intimidazioni a Rosita Galdiero non fermeranno il suo impegno per far vincere la legalità nel mondo del lavoro. Rosita, da anni sotto scorta per il suo impegno nella provincia di Benevento, è donna e sindacalista dalla schiena dritta. L'invio di una busta contenente un proiettile non la fermeranno e non la faranno arretrare di un passo. A Rosita la Cgil Napoli e Campania rinnova la vicinanza e la solidarietà in questa battaglia di legalità e giustizia che da anni sta portando avanti e per questo saremo sempre al suo fianco», le parole del segretario campano del sindacato Nicola Ricci.

Anche dalla Flai, sindacato di categoria della Cgil dei lavoratori agricoli, parlando di «atto gravissimo volto a intimidire una sindacalista in prima fila nella lotta all'illegalità. Attaccando Rosita e la Fiom si vuole colpire tutta la Cgil, le compagne e i compagni assicurano che non sarà fatto un passo indietro. L'illegalità è nemica delle lavoratrici e dei lavoratori».

Video

L'episodio riaccende l'allarme sulle aggressioni e le minacce ai sindacalisti in Campania. Negli ultimi mesi ci sono stati almeno due episodi in cui le sigle sindacali sono stati attaccati. Sono passati esattamente tre mesi, era il 14 marzo, dal giorno in cui Giuseppe Peppe De Francesco, segretario regionale della Fim Cisl, è stato aggredito a pochi passi dalla sede sindacale di via Strettola a Sant'Anna alle Paludi a Napoli, nel rione noto come Case nuove. Calci e pugni, scagliati alle spalle senza farsi vedere in volto, costrinsero De Francesco in ospedale. Pochi giorni dopo, era il 22 marzo, un atto vandalico aveva colpito la sede della Filcams Cgil in piazza Garibaldi. All'apertura della sede, che pochi giorni prima aveva ospitato una riunione di Libera contro le mafie, i responsabili del sindacato avevano trovato porte e mobili rotti ed una grata divelta. Anche in quelle circostanze, così come ieri, tantissimi sono stati gli attestati di solidarietà. Ma evidentemente c'è bisogno di tenere la guardia ancora più alta. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA