Niente Report non riesce proprio a star fuori dalle polemiche. "Non c’è due senza tre" questa la puntata finita stavolta nella bufera, dal tema terza dose vaccini. Troppo a favore delle tesi NO: no vax e No Green pass. Questa la percezione dei parlamentari della Commissione di Vigilanza Rai del Partito Democratico. Ma secondo Sigfrido Ranucci, conduttore della trasmissione di inchiesta di Rai 3 si chiama semplicemente Libertà d'espressione. Libertà di informazione, secondo il conduttore della trasmissione di giornalismo di inchiesta Sigfrido Ranucci. Che ci tiene a precisare che tutta la redazione sia vaccinata contro il Covid-19: altro che No Vax. «Sono stufo di queste accuse. Sono vaccinato come tutta la redazione di Report, ma come giornalista devo essere libero di raccontare delle criticità. Quali sarebbero i contenuti no vax? Credo che i parlamentari non abbiano visto il servizio» E continua nella replica Ranucci. «È da no vax dire che il 9 settembre Aifa si è sbagliata a scegliere con troppa fretta di iniettare Moderna a dose intera quando la stessa azienda sei giorni prima aveva raccomandato metà dose?», aggiunge all’Ansa. E ancora: «È da no vax chiedere che venga fatto il tampone più frequentemente agli infermieri che rischiano di contagiarsi perché cala l’efficacia del vaccino? È da no vax chiedere di sorvegliare con attenzione gli anticorpi per fare prevenzione?».
Il sindacato dei giornalisti #Rai @USIGRai “NESSUNA TESI NO VAX MA SERIO E DOCUMENTATO LAVORO GIORNALISTICO D’INCHIESTA COME RICHIEDE IL MIGLIOR SERVIZIO PUBBLICO” pic.twitter.com/C1zhA0a8JJ
— Sigfrido Ranucci (@SigfridoRanucci) November 2, 2021
Report, la replica del giornalista
Parole che non sembrano assolutamente sufficienti. Il confezionamento della puntata non convince nessuno, neanche i telespettatori sembrano contenti a leggere i social. E l'idea è la stessa per il deputato di Forza Italia in commissione di Vigilanza, Andrea Ruggeri. Il servizio che porta la firma di Samuele Bonaccorsi e Lorenzo Vendemiale continua a far discutere. I parlamentari hanno richiesto un’interrogazione all’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes.
Ranucci, minacce di morte: «Due killer assoldati da un boss della 'Ndrangheta». Scorta h24
Il Pd contro Report
«Ieri sera su Report è andato in onda un lungo compendio delle più irresponsabili tesi no vax e no Green Pass; su questo chiediamo un chiarimento ai vertici Rai – si legge in una nota dei parlamentari del Pd – Sedicenti infermieri, irriconoscibili e coperti dall’anonimato come se si trattasse di pentiti di mafia che affermano di essersi infettati per responsabilità delle aziende farmaceutiche.
In queste ore ricevo l’ennesimo attacco di #Report.Per giudicare la trasmissione mi bastano le parole di Ranucci ieri: la terza dose è il business delle case farmaceutiche. Il vaccino non è un business,il vaccino è la salvezza dal Covid. Report non fa servizio pubblico, tutto qui pic.twitter.com/G1aiuyYXKC
— Matteo Renzi (@matteorenzi) November 2, 2021
«L’inchiesta aveva come ospiti scienziati del calibro dei membri del Fda e ha portato come esempio virtuoso Israele che ha già vaccinato il 65% della popolazione studiando il comportamento degli anticorpi, mentre da noi non c’è traccia di uno studio dell’Iss annunciato un anno fa. Solo il laboratorio del Niguarda di Milano sta facendo uno studio volontario». Ma Ranucci ha precisato che «solo un infermiere non è apparso in video, ma gli altri, a cominciare dai sindacati, ci hanno messo la faccia» e che «non esiste nessuna infermiera che dice di essersi infettata a causa delle case farmaceutiche. Non so quale programma abbiano visto». Continua quindi a incentivare i deputati a guardare meglio il servizio e poi a riformulare il loro pensiero.
L'arringa continua. «Su come è stato prorogato il Green Pass non abbiamo fatto altro che riportare lo scambio dei documenti intercorsi tra il ministro della Salute e il Cts. Sono no vax anche loro? Report è da sempre a favore del vaccino come migliore prevenzione, ma un fatto non ha colorazioni no vax. È un fatto punto, che piaccia o no. Cercare di nascondere degli errori è il miglior modo di alimentare chi non crede nel vaccino. Inoltre, la conclusione della puntata era che bisogna fare la terza dose, chiedendo attenzione però a farla ai giovani, e soprattutto che il Green Pass ha validità di sei mesi non 12. Il contrario di quello di cui ci accusano. Semmai c’era un messaggio etico: pensiamo anche a vaccinare chi nel terzo mondo non ha neppure la prima dose».
Porre domande, fare informazione, evidenziare contraddizioni, aprire riflessioni per stimolare il pensiero critico non è più tollerato o permesso a RAI. Per molti l'inchiesta è giornalismo se parla del mio avversario, spazzatura se invece mi coinvolge @reportrai3 @SigfridoRanucci pic.twitter.com/L07RWMIYnq
— Riccardo Laganà (@lagana_riccardo) November 2, 2021
Ma il sindacato dei giornalisti Rai prende le difese di Ranucci e di tutta la redazione. «Da Report un rigoroso, serio e documentato lavoro giornalistico d'inchiesta come richiede il miglior Servizio Pubblico. Nessuna tesi no-vax, nessun cedimento a teorie anti-scientifiche. Questa la posizione del Sindacato dei Giornalisti Rai UsigRai all'indomani della messa in onda della puntata di Report del 1 novembre 2021 che replica alle critiche mosse dai parlamentari PD in Commissione di Vigilanza e dal deputato di Forza Italia, Andrea Ruggieri». Lo sottolineano l'esecutivo Usigrai e il cdr della Direzione editoriale offerta informativa. «Il sindacato - aggiunge ancora - difende il meticoloso lavoro dei colleghi e di tutta la redazione di Report, guidata da Sigfrido Ranucci, precisando (come ha ricordato lo stesso conduttore alle agenzie di stampa dettagliando l'infondatezza di ogni accusa mossa) che raccontare le criticità del sistema dei vaccini non significa affatto schierarsi contro ma, come era ripetutamente sottolineato, farle emergere per migliorarlo e renderlo più efficace e solido nella lotta contro il Covid19. Il lavoro di Report è pertanto in linea con la missione d'inchiesta che accompagna da sempre la trasmissione in tutti i temi affrontati, compresa la pandemia da Covid19 dal suo inizio, facendo emergere la provenienza delle tesi complottiste sulla sua origine e il »sistema di diffusione« di queste tesi antiscientifiche organizzato tramite social».
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