Concorso Sud, dal 22 giugno nuove prove ma punteggi bassi aumentano dubbi sul bando

Concorso Sud, dal 22 giugno nuove prove ma punteggi bassi aumentano dubbi sul bando
di Nando Santonastaso
Lunedì 14 Giugno 2021, 23:30 - Ultimo agg. 15 Giugno, 10:12
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Dal flop della prova per gli 8.582 selezionati, alla carica dei 70mila riammessi dopo essere stati esclusi. Ovvero, dalla rinuncia di tanti partecipanti alle “porte aperte” a tutti, senza più distinzioni di titoli e valori aggiunti, come ad esempio le esperienze di lavoro svolte da esterni presso enti locali o società di consulenza. Cambiate le regole dopo che all’unica prova scritta si è presentato meno del 65% degli aventi diritto, con punte inferiori al 50% in alcune regioni, il Concorso Sud per 2.800 tecnici da assumere con contratto a tempo determinato nella Pa del Mezzogiorno non rinuncia comunque a raggiungere l’obiettivo. E cioè, garantire in 100 giorni ed entro luglio la conclusione della selezione e la firma dei contratti di lavoro dei vincitori, come ribadito in una nota diffusa nel tardo pomeriggio di ieri. Il fatto è però, come si temeva, che la decisione del Dipartimento della Funzione pubblica di ampliare la platea ai 70mila che avevano fatto domanda di partecipazione, senza però rientrare tra gli 8.582 ammessi al test finale (40 quiz a risposta multipla, in un’ora, per ognuno dei cinque profili richiesti) e di fissare dal 22 giugno prossimo la prova ad essi riservata, ha sollevato proteste, dubbi e perplessità soprattutto via social.

C’è chi parla espressamente di un rimedio peggiore del male e del rischio che a fine concorso, pur di garantire “a tutti i costi” la copertura dei 2.800 posti, vengano assunti tecnici o professionisti con profili non del tutto rispondenti a quelli richiesti, tutti di fascia molto elevata.

Ma c’è anche chi teme che quanti parteciperanno alla nuova prova, pur dovendo rispondere a quiz diversi (come impone la legge) ma della stessa importanza, finiranno comunque per essere avvantaggiati avendo potuto disporre di più tempo per informarsi e prepararsi. Se questo aprirà la porta ai ricorsi, una volta pubblicata la graduatoria finale, è prematuro prevederlo ma non lo si può escludere in assoluto. 

Di sicuro fa riflettere la scelta di rinunciare alla selezione per titoli ed esperienze del Concorso Sud, il primo banco di prova delle nuove procedure di assunzione nella Pubblica amministrazione improntate a criteri di velocità e trasparenza come previsto dalla Riforma del ministro Brunetta. Evidente il cambio di scenario rispetto al Bando originario che privilegiando, come detto, i profili “alti” post laurea, e, appunto, le esperienze pregresse, era sembrato però poco congeniale a posti a tempo determinato (massimo tre anni) e con uno stipendio abbastanza modesto. È vero che il governo, attraverso lo stesso Brunetta, ha più volte spiegato che con tutta probabilità una parte di questi 2.800 posti sarà trasformata in assunzioni a tempo indeterminato: ma al momento è un’ipotesi e la realtà parla solo di 36 mesi. 

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È questa, probabilmente, una delle cause del flop dei partecipanti al test finale (fatta salva la fisiologica rinuncia di molti, tipica di ogni concorso). Ma spiega forse anche il modesto punteggio ottenuto dalla maggior parte di quanti, invece si sono presentati a rispondere ai quiz organizzati i ognuna delle regioni meridionali. Insomma, quiz troppo impegnativi e profili eccessivamente elevati rispetto alla prospettiva di guadagno. Ma chi dice che la fretta nel predisporre il Bando abbia potuto influire sullo svolgimento della selezione, qualche ragione potrebbe averla: specie se si considera che proprio per essere il primo della “nuova Pa” il Concorso Sud ha finito fatalmente per fare da cavia a quelli previsti nelle prossime settimane.

Di sicuro sotto il profilo organizzativo tutti hanno riconosciuto il rispetto di elevati standard di rigore. A partire dall’obbligo per ogni partecipante di dimostrare a monte, prima cioè dell’eventuale ammissione al test finale, che le esperienze e i titoli indicati nella domanda erano effettivamente tali. Previsto dalla legge di Bilancio 2021, voluto dall’ex ministro per il Sud Provenzano e attuato in tempi record e in segno di continuità dal governo Draghi, il Concorso Sud è coperto sul piano finanziario da risorse europee. Non tante, evidentemente, per poter garantire assunzioni stabili e definitive come forse sarebbe stato opportuno, specie per il Sud. 

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